L'intervista

Borghi (Iv): “Su Giambruno e la sua auto preoccupanti giochi di potere. Le fake news russe un pericolo per l'Italia"

Ruggiero Montenegro

"Dopo Mantovano e Valensise non mi risultano altre audizioni", dice il senatore componente del Copasir sul caso che ha coinvolto i servizi segreti. "In atto una guerra ibrida. Il governo intervenga. Il Pd? Attratto da istinti antioccidentali. Non siamo la stampella del governo. Conte fa accordi con Meloni, per far salvare dalla Rai la società editoriale del Fatto"

Sul caso dell’auto di Giambruno, sulle contraddizioni dei servizi segreti, dice che “alcuni giochi di potere sono davvero preoccupanti”. Ma ancora di più, ad allarmare Enrico Borghi, senatore di Italia viva  e membro del Copasir, sono le ingerenze straniere,  i rischi della disinformazione alla vigilia delle europee. “In Italia è in atto una offensiva integrata di Mosca tra siti web,  social e influencer. Negli ultimi mesi c’è stato un salto di qualità e  ce ne saranno altri a breve. Una guerra ibrida contro l’occidente, lo confermano anche le principali autorità europee”, spiega Borghi al Foglio. Si riferisce in particolare ai  servizi di sicurezza russi. “Ci sono interi dipartimenti di Fsb e Gru che gestiscono queste attività, con un vero e proprio arsenale di bot,  pagine Instagram e Tik Tok, che diffondono i contenuti di Sputnik, Russia Today e della propaganda. Accanto a questo, ci sono azioni per tentare di umanizzare il regime russo. Ci siamo già dimenticati delle gite in Russia di Pupo, Jorit o della Muti?”.

Nelle scorse settimane Borghi, con Iv, ha presentato un disegno di legge per fronteggiare questi pericoli. Nel frattempo chiede un intervento di Palazzo Chigi. Di che tipo? “Il governo dovrebbe essere conseguente al protocollo che ha firmato a Capri con il segretario di stato americano Blinken. Se si scrive in un atto ufficiale che  esistono  rischi per la democrazia, poi non si può stare alla finestra”, risponde il senatore. “La nostra proposta punta all’istituzione di una Agenzia contro la disinformazione. Come in Francia, Spagna o Stati Uniti. C’è anche G7 in Italia, che vogliamo fare? E’ ora di darci una mossa”.

Sul fronte interno invece c’è chi, come il leghista Claudio Borghi, non vorrebbe più vedere la bandiera europea nei palazzi pubblici. Che ne pensa? “Lei parla con il Borghi che la bandiera europea la difende, ne conosce il senso profondo. Chi vuole ammainarla, finirà con il far sventolare quella russa o cinese”. E’ in atto un arretramento italiano rispetto alle grandi sfide geopolitiche? “Oggi, all’asse del treno per Kyiv con Draghi, Macron e Scholz, si è sostituito il cosiddetto ‘asse di Weimar’ tra Francia, Germania e Polonia. L’Italia è  ai margini, con buona pace delle pose da influencer della premier alla Casa Bianca. E  poi nel nostro paese agisce una tenaglia”. Che intende?  “A destra  – continua Borghi –  Salvini e la Lega girano con il software pacifista che sembra prodotto a Mosca; a sinistra Conte specula  sulla parola ‘pace’, guardandosi bene dall’aggiungere l’aggettivo ‘giusta’”. E il Pd quale ruolo gioca? “Si sta lasciando attrarre dai populisti, risvegliando istinti antioccidentali ben incarnati dalle candidature di  Cecilia Strada e Marco  Tarquinio. Solo la nostra lista, gli Stati Uniti d’Europa, è coerente in materia di politica estera. Destra e sinistra sono impiombati dalle contraddizioni”.

A proposito di contraddizioni, vi accusano di fare da stampella al governo. L’ultima occasione è stata la discussione su Superbonus e Sugar tax. “Al di là della strumentalità di Conte, che fa accordi sottobanco con Meloni per far salvare dalla Rai la società editoriale del Fatto Quotidiano , chi fa una opposizione massimalista, urla e sbatte, finisce solo  per ricompattare la maggioranza. Noi, da riformisti, stiamo al merito. Se oggi non ci sono Sugar e Plastic tax è grazie a Iv”. Anche Forza Italia si è opposta. “FI abbaia ma non morde. Se noi avessimo votato in modo diverso il governo non sarebbe certo caduto,  avremmo solo fatto un favore a Tajani”.

Recentemente dal Copasir sono passati anche il sottosegretario con delega ai servizi Mantovano e il direttore dell’Aise Valensise, per cercare di spiegare che ci facevano due uomini – forse 007, forse carabinieri o forse semplici ladri – nei pressi dell'auto dell'ex compagno della premier Andrea Giambruno, proprio sotto casa della premier. “Non posso entrare nel merito, me lo impone la legge. Posso dire però che alcuni giochi di potere sono preoccupanti”. Ci saranno altre audizioni? “Andrebbe chiesto al presidente del Copasir, per ora non risulta”, conclude Borghi. Insomma, dopo giorni di dietrologie e polemiche, come spesso accade in Italia, è già  tutto dimenticato. “E’ il modello Striano”.
 

Di più su questi argomenti: