L'intervista

“Certo che fu un algoritmo a spartire i fondi, ma la vittoria fu averli”, dice Enzo Amendola

Gianluca De Rosa

L'ex ministro del conferma le rivelazioni di Gentiloni al Corriere: le risorse del Next generation Eu non furono contrattati da Conte 

“Come al solito in Italia si fissa il dito invece di guardare la luna. Ora ci si concentra su come furono distribuiti i fondi del Next generation Eu invece di ricordare che nel 2020 si è rotto un tabù che sembrava inscalfibile: finanziare delle spese nazionali con bond emessi a livello europeo”. Enzo Amendola, oggi deputato del Pd, era uno di quelli che c’era. Ministro agli Affari europei durante il Conte 2, in quell’estate del 2020 faceva parte della squadra italiana che trattò il Pnrr insieme al premier Conte, al suo consigliere diplomatico Pietro Benassi e al rappresentante permanente dell’Italia a Bruxelles Maurizio Massari. Che fa dunque Amendola, smentisce l’intervista di Paolo Gentiloni al Corriere che ha spiegato come “le quote di finanziamento ai diversi paesi” furono “ricavate da un algoritmo”? Hanno ragione i 5 stelle che accusano il commissario europeo di “voler riscrivere la Storia”? “Ma ci mancherebbe”, si schermisce il deputato Pd. “Paolo ha detto come sono andate le cose, la redistribuzioni dei fondi si fa con chiavi matematiche, succede sempre così con le risorse europee, ma, come dice bene lui nell’intervista, la vittoria di allora fu quella di convincere i paesi frugali a fare una cosa che non era mai stata fatta prima: condividere il debito per piani di investimento nazionali”. Insomma dice l’ex ministro “il dibattito si sta concentrando sulla questione sbagliata, non è il caso di fare polemiche”.

E però i 5 stelle hanno preso molto male le parole dell’ex premier dem, oggi commissario europeo in uscita. “C’è un po’ di retorica italiana sul fatto che abbiamo conquistato un sacco di soldi”, ha detto al Corriere tirando una stilettata alla storiella ripetuta dai grillini come un mantra: “Il presidente Conte è riuscito ottenere e ha portato 194 miliardi in Italia da Bruxelles”. Una frase che ieri ha portato a una replica dura di diversi parlamentari del Movimento: “Forse qualcuno ha nostalgia dell’Europa dei burocrati, ma tutti gli italiani ricordano che senza la determinazione politica di Giuseppe Conte i paesi frugali, Germania compresa, non avrebbero mai accettato l’emissione di debito comune”. Ma più che negare i meriti di Conte nel Pd ci tengono a fare capire che – al di là della retorica dei 5 stelle – quella del Next generation non fu una vittoria dell’avvocato di Volturara, ma un successo di squadra, ampio e dal respiro europeo. Dice Amendola: “Mica fu uno scherzo riuscire a superare il veto dei Paese frugali, ci si riuscì solo grazie a un lavoro sinergico tra la Commissione e i paesi capofila che hanno creduto che si potesse arrivare a una risposta comune per la crisi con l’emissione degli eurobond”. Un fatto non affatto scontato. “Ricordiamo – dice l’ex ministro – che qualche anno prima Angela Merkel aveva detto ‘mai agli eurobond finché sono in vita’, fu davvero un passaggio storico”. 


E d’altronde fu anche Gentiloni, nel suo ruolo di commissario europeo, a giocare un ruolo importante. Ricorda Amendola: “Fu lui a scrivere insieme al commissario francese Thierry Breton una lettera a tutti i paesi per chiedere un impegno comune per affrontare la pandemia”. Il riferimento è al testo con il quale a inizio aprile 2020 l’ex premier dem insieme al commissario per il Mercato interno, il francese Breton, chiedeva agli stati membri: “uno strumento” per permettere a tutti “un accesso equo e in condizioni simili al debito necessario per finanziare i propri piani” perché “nessuno stato europeo, né del nord né del sud, di mezzi proprio che gli permettano di far fronte da soli a un tale shock”.


E certo l’intervista di Gentiloni ha fatto arrosire tanti di coloro che fecero parte di quella stagione politica, quella del governo rossogiallo. Tra chi preferisce non commentare spicca Goffredo Bettini, massimo teorico dell’alleanza Pd e 5 stelle assolutamente non pentito: “In questo momento – dice – questa intervista la lascerei cadere”.