L'intervista
“Gli accordi Rai-Fatto? Una vergogna. E' il pluralismo con fattura”. Parla Gasparri (FI)
"Un conflitto d'interesse inaccettabile. La società del Fatto ha un bilancio faticoso. Hanno fatto i moralisti per anni ma ora passano alla cassa. Il M5s? Hanno la loro quota in Rai, anche loro vanno all'incasso", dice il capogruppo di Forza Italia. E annuncia interrogazioni in Vigilanza e Senato
Lo definisce “uno scandalo e un’autentica vergogna. Ma cos’è questo? Il nuovo pluralismo con fattura? Approfondiremo in tutte le sedi”. Il senatore Maurizio Gasparri promette battaglia. Si riferisce agli accordi tra Rai e Loft (società che fa capo a Seif, editrice del Fatto quotidiano) per portare sulle reti pubbliche il programma La confessione, condotto da Peter Gomez, che tra le altre cose è il direttore del Fattoquotidiano.it. “Si tratta di un inaccettabile conflitto d’interessi. E riguarda proprio chi non fa altro che accusare gli altri. Questi – spiega al Foglio il capogruppo forzista a Palazzo Madama – fanno i moralisti, rompono le palle su tutto, ci hanno spiegato per mesi, per anni, che la Rai deve affidarsi alle produzioni e ai giornalisti interni. E adesso invece passano alla cassa”.
Qualche giorno fa, dopo gli articoli di questo giornale, Maria Elena Boschi ha chiesto lumi in Vigilanza Rai: “Perché la Rai favorisce Loft?”, domandava la deputata di Italia viva. Adesso anche Gasparri va all’attacco di Travaglio. Non gli sono bastate le spiegazioni dell’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio. Come mai? E’ anche questa campagna elettorale? “Ma quale campagna elettorale”, ribatte Gasparri. “Quando il tema è stato posto in Vigilanza, l’ad ci ha dato delle risposte troppo vaghe. Della serie: ‘Poi vediamo, poi controlliamo’. E’ stato evasivo. Io Sergio lo conosco bene, lo stimo e lo ammiro, ma non basta. Bisogna fare chiarezza”. Per queste ragioni il presidente dei senatori forzisti ha annunciato interrogazioni in Vigilanza Rai e in Senato. “E domani in commissione c’è anche l’audizione della presidente Marinella Soldi. Sentiremo se ha da dire qualcosa a proposito. Spero non venga parlarci di nuovo del caso Scurati, su cui i vertici hanno già spiegato tutto”, prosegue Gasparri. “E se tutte queste iniziative non fossero sufficienti, ci muoveremo anche oltre”. Senatore, dovete volete arrivare? “Diventerà un tormentone. Con i mie collaboratori e con i legali stiamo studiando le carte per capire se ci sono irregolarità, e di che tipo, per porre il caso anche in altre sedi. Tanto in Italia Consiglio di stato e Corte dei conti si occupano di tutto, dalle spiagge alle terza guerra mondiale. Andiamo anche alla Corte di giustizia europea”, dice con una battuta l’ex ministro delle Telecomunicazioni. Forse ci spera veramente.
Eppure non è la prima volta che Viale Mazzini si rivolge all’esterno per i suoi programmi, nonostante una folta schiera di validi professionisti. Di solito però passa tutto in cavalleria. Cosa non va bene questa volta? C’è di mezzo il Movimento 5 stelle? “Lo so bene che ci sono altre produzioni esterne e io non ho nulla contro Peter Gomez, un’ottima persona peraltro, il meno peggio di tutta quella congrega. Nulla di personale. Ma questa volta l’andazzo è particolare”. Che intende? “La società del Fatto ha un bilancio faticoso, diciamo così. E la loro galassia la conosciamo, sono schierati da una certa parte. Che gli esponenti di punta di quel gruppo editoriale organizzino gli spazi della Rai è vergognoso. Ripeto: tra Loft, Fatto quotidiano e i loro giornalisti c’è un conflitto d’interesse clamoroso”. Il giornale di Travaglio si è difeso rendendo noti i costi dell’accordo – poco più di 300 mila euro – e spiegando che rispetto ad altri programmi, come per esempio come quello affidato a Nunzia De Girolamo (e chiuso anticipatamente), la Rai spenderà anche meno. “Un affarone allora, da adesso appaltiamo tutto a loro. Così con una sola mossa risolviamo due problemi: quello dei conti del Fatto e quello delle spese eccessive della Rai”, è la provocazione di Gasparri, che a quanto pare della versione di Travaglio non vuole proprio fidarsi. “Anzi, già che ci siamo, proporrei pure una bella rubrichetta su sanità e salute per Andrea Scanzi. All’inizio della pandemia andava in giro a dire che il Covid non esisteva. Sarebbe perfetto”.
La sua collega Boschi, a quanto pare la principale alleata in questa battaglia, ha detto che dietro questo sodalizio Rai-Fatto c’è lo zampino di Giuseppe Conte. L’ex premier avrebbe fatto accordi sottobanco con la premier Giorgia Meloni. Anche lei la pensa così? “Ma no, su questo la vedo diversamente. E in maniera molto più semplice: il M5s ha una quota nella Rai. I grillini lamentano la lottizzazione, ma anche loro partecipano alla spartizione. Siamo alle solite: vedono il pelo nell’uovo ma non la barba che hanno in faccia. Ormai siamo abituati, funziona così”, conclude Gasparri. “Adesso, legittimamente, anche loro sono passati all’incasso”.