a volte ritornano
Il leader della Lega scarica l'Afd e si riappacifica con Giorgia Meloni
La mossa di Matteo Salvini potrebbe anche essere letta come un gioco di sponda con la premier per favorire Id nei sondaggi. Sicuramente, la Lega regge ancora, ma è ridimensionata
“Come sempre, Matteo Salvini e Marine Le Pen sono perfettamente allineati e concordi”. Lo fanno sapere dalla Lega. Il segretario, a braccetto con la presidente del Rassemblement National, scarica Alternative for Deutschland: l’ultradestra tedesca non sarà parte del futuro gruppo Identità e democrazia nel prossimo Parlamento Ue. La decisione arriva dopo che l’eurodeputato dell’Afd Maximilian Krah in un’intervista a Repubblica si è rifiutato di definire i membri delle SS naziste criminali di guerra.
Matteo Salvini è tornato in partita. Con Vannacci è pronto a riportare i giovani italiani in caserma grazie al ripristino della leva obbligatoria, con il capo del suo ufficio legislativo, Elena Griglio, prepara il piano Casa, il mini-condono da rivendere in questi ultimi scampoli di campagna elettorale, ma soprattutto con Giorgia Meloni è tornato finalmente il sereno. Altro che aperture ai liberali o, addirittura, ai socialisti, come vorrebbe quell’altro di vicepremier, Antonio Tajani, la premier in Europa, lo ha detto nel fine settimana al comizio di Vox, vuole replicare la maggioranza italiana: popolari, conservatori e identitari, nel senso di Identità e democrazia, gruppo europeo di cui fa parte la Lega. La mossa di Salvini e Le Pen può essere letta anche così, come un gioco di sponda con Meloni per rendere più potabile Id, sgravata dell’ingombrante presenza – soprattutto per i popolari tedeschi – dell’Afd. Non c’è che dire, Salvini è di nuovo in forma. Il vicepremier e segretario leghista sembrava ormai finito in un vicolo cieco politico. Dopo molto tempo dentro il Carroccio c’era persino chi aveva cominciato ad alzare la voce. Preludio, chissà, di una defenestrazione post elettorale. Chi per il dopo? Zaia? Fedriga? E invece niente di tutto questo. Nel futuro c’è ancora Salvini. La Lega tiene botta nei sondaggi e, dicono sempre gli istituti demoscopici, Vannacci, il generale che in tanti non gradivano, ma che Salvini ha voluto candidare contro tutto e contro tutti, sembra una quasi scommessa vinta. Può valere sul serio quel due per cento in più.
Certo, si potrebbe obiettare che più che una rinascita questa nuova pimpantezza salviniana assomigli a un’agonia prolungata. Ma chissà. Di certo Meloni è oggi meno spaventata da una Lega che regge sì, ma che risulta comunque ormai stabilmente ridimensionata. E’ poi anche questione di campagna elettorale. A proposito, venerdì, nei panni di ministro delle Infrastrutture, Salvini sarà a Genova, senza paura del caso Toti. Anzi. Il leghista andrà nel capoluogo ligure per partecipare alla posa del primo cassone subacqueo della diga foranea, una difesa del grande intervento portuale finito tangenzialmente nell’inchiesta.
Ieri intanto ha fatto depositare a Eugenio Zoffili, suo fedelissimo in commissione Difesa a Montecitorio la proposta sulla leva universale e obbligatoria. Da un lato, è ovvio, la proposta serve a dare un bel boost alla carica del generale tutto ordine e normalità statistica. Dall’altro la proposta sulla leva è in realtà più sfumata, lascia la possibilità ai ragazzi tra i 18 e i 26 anni di scegliere tra sei mesi di leva o sei mesi di servizio civile. Conte e Schlein gli hanno replicato più o meno in coro: “Ai ragazzi servono diritti non fucili”. In realtà, a leggerla bene, limitandosi al servizio civile, quella proposta non dispiace neanche a sinistra. Per dire: quella per il servizio civile universale e obbligatorio è stata una lunga battaglia combattuta per un decennio dalle colonne dell’Avvenire dall’allora direttore, Marco Tarquinio, oggi candidato di punta del Pd.
Venerdì infine la mini sanatoria di Salvini dovrebbe arrivare in Cdm. Azzoppata in parte dalle interlocuzioni tra il ministero guidato dal leghista e il dipartimento affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi, ma comunque con un ottimo tempismo per tirare una volata alla campagna elettorale del segretario della Lega.