L'intervista

Parla Andrea Orlando: "Toti si dimetta. Il premierato di Meloni è da oligarchi"

Carmelo Caruso

"La destra ha paralizzato la Liguria, uno spaccato di cricca e affaristi. Il Pnrr lo abbiamo ricevuto grazie al Pd. Meloni è tornata la solita Meloni che non ha mai rotto con la destra anti europeista". Parla l'ex ministro e vicesegretario del Pd

Andrea Orlando, diamo mezza notizia, sarà lei il prossimo candidato del centrosinistra in Liguria? “In Liguria non si può partire dal candidato, non si può fare una sommatoria dei partiti di opposizione”. E che si può fare? “Si può fare qualcosa di meglio. Si può fare un fronte politico-sociale con tutte quelle forze penalizzate in questi anni dalle cricche”. Il governatore Giovanni Toti, che domani sarà ascoltato dai magistrati, si deve dimettere? “La domanda è un’altra: Toti, come può restare alla guida della Liguria? Come si può pensare che una regione chiamata a spendere undici miliardi di euro possa vivere sospesa? E’ un limbo che pregiudica una comunità”.

Orlando, si dice che sia lei il capomastro del Pd, tre volte ministro, Giustizia, Ambiente, Lavoro, già vicesegretario. E’ vero che in Liguria, e non solo volete bloccare le opere? E’ vero che il Pd si oppone alla Diga Foranea di Genova? “Mi sembra che le opere le hanno bloccate loro, la destra di governo. Sono loro che si sono fatti arrestare paralizzando gli investimenti”. Giuseppe Conte ha parlato di nuova “Tangentopoli”, di “P2”, e mentre siamo al telefono, a Milano, la Gdf, ha perquisito la fondazione che gestisce le prossime Olimpiadi, Milano-Cortina. Anche lei vede “logge” o “piani di rinascita”? “Non vedo piani di rinascita nazionale ma piani di rinascita personale, di alcuni. E’ affarismo, circoscritto, ma affarismo. La P2 era affarismo e tentazioni autoritarie”. E’ normale leggere gli interrogatori di Aldo Spinelli, lo Sciò Aldo, sui quotidiani, quel container di intercettazioni zuccherate con un po’ di Montecarlo e braccialetti Cartier? Non era vietato pubblicarle? “Un attimo, chiariamo una cosa. Le intercettazioni che stiamo leggendo sono tutte rilevanti, almeno secondo il piano accusatorio. Mettiamoci d’accordo. Se i pm non allegassero quelle intercettazioni, nelle loro ordinanze, si direbbe che i provvedimenti dei pm sono provvedimenti arbitrari. Le intercettazioni che leggiamo ci raccontano un sistema di potere parallelo che favoriva pochi”. Con la sinistra al potere sarebbe possibile il “modello Genova”? “Voglio ricordare che le risorse di cui si vanta la destra sono risorse stanziate da governi a guida o con la presenza di Pd e M5s. Quel denaro lo abbiamo destinato noi. C’è una differenza tra noi e la destra. Noi chiediamo di spendere, e bene, per tutta la comunità, la destra per un cerchio ristretto”. A Genova, sta per arrivare Salvini, venerdì, il leader della Lega che non vuole le dimissioni di Toti. Vuole dargli il benvenuto? “Mi limito a dire che gli interrogativi su Genova, sulla Liguria, non li ha posti solo l’Anac ma lo stesso Salvini”. E che ha fatto? “Ha spedito gli ispettori del suo ministero, a Genova, per controllare la attività dell’Autorità portuale dopo aver detto nelle scorse settimane che non c’erano problemi”. Parliamo di Giuseppe Conte? Paolo Gentiloni ha dichiarato, nell’ultimo libro di Paolo Valentino, che il denaro del Pnrr lo abbiamo avuto grazie all’algoritmo della Ue. Dobbiamo ringraziare l’algoritmo? “Ho memoria. Ricordo le posizioni di Lagarde e von der Leyen, contrarie, ricordo l’azione di Italia, Francia e Spagna. Ricordo l’azione dei ministri del Pd, tra tutti Roberto Gualtieri ed Enzo Amendola”. E poi c’è l’algoritmo, corretto? “L’algoritmo non è stato certo definito dallo spirito santo. La decisione è stata politica, una decisione favorita da una battaglia politica, italiana”. Dario Franceschini pensa che il premierato, lo ha detto al Corriere della Sera, possa finire per favorire il Pd. Orlando vuole approfittarne?  “Il premierato lo abbiamo di fatto già sperimentato nelle regioni e non mi pare stia dando prove di buon funzionamento”. Lo sa che Meloni ce l’ha con voi? Le avete risposto che al premierato vi opporrete “con i corpi”. Lei farà  opposizione con il corpo? “Non ho un fisico da body builder. Di certo mi opporrò contro questa deriva, con i mezzi della democrazia”. Una deriva? “Sì, una deriva. Il premierato di Meloni è in nome della stabilità ma la sua stabilità è oligarchia. Ogni volta che si chiede di semplificare in nome della stabilità, in verità si riduce solo la partecipazione democratica. E così va a votare meno della metà del popolo”. Meloni si riavvicina a Marine Le Pen. E’ tornata ad alzare la Vox? “E’ la prova che al cuore non si comanda. Torna fuori la vera natura di Meloni che non ha mai rotto con la destra eversiva, anti europeista”. La natura del Pd è sempre quella di rovesciare il segretario. Dopo le europee, farete i conti con Elly Schlein? “A Schlein va detto grazie. Sta portando avanti un lavoro di ricostruzione del partito che non potrà che continuare. Il Pd ha bisogno di una segretaria che faccia il suo lavoro fino alla fine del mandato ricevuto. Rompiamo l’idea che il Pd sia quel partito che aspetta le elezioni per fare i conti con la segretaria”. Vi facciamo gli auguri, ma vi servirà un federatore. Sarà  Gentiloni? “Gentiloni è una figura di assoluto rilievo. L’uscita che è stata commentata, anche se con qualche forzatura, a meno di fraintendimenti, non  mi pare nel mood del federatore”. L’algoritmo titolerebbe “Meloni, il suo premierato è oligarchico”. Può andare? “Può andare”.

 

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio