parole al vento
Lollobrigida sta diventando uno statista fatto meme
Una ne dice e cento ne spuntano. Twitter e Instagram fanno ormai epica delle uscite del ministro dell'Agricoltura. Un consiglio: l’arte del tacere non sempre è mutismo, ma può rivelarsi una risorsa della comunicazione
Una ne dice e cento ne spuntano. Lollo altrimenti detto Lollobrigida, Francesco all’anagrafe è lo statista fatto meme. E viceversa: il meme fatto statista. Twitter e Instagram ne fanno ormai epica. L’abbiamo osservato parlare con le mucche, gli abbiamo sentito dire “quante guerre si sarebbero evitate con delle cene ben organizzate”, poi in Parlamento l’abbiamo visto mentre spiegava che “per fortuna quest’anno la siccità ha colpito il sud e la Sicilia”, e infine ieri lo abbiamo ascoltato in un video vecchio e inedito ritornato virale che circola su internet e nel quale egli si spinge a un’analisi degli anni di piombo. Una disamina diacronica. Accurata. E che si conclude con questa esatta frase: “... fino all’episodio di Aldo Moro che fortunatamente grazie al suo sacrificio creò un allarme democratico che consentì di sconfiggere il terrorismo”.
Fortunatamente. Pure Aldo Moro, non solo la siccità. Ecco. Una ne dice e cento ne spuntano, pure dagli archivi di Twitter e di Instagram. Ora noi abbiamo in grande simpatia il ministro Francesco Lollobrigida, e poiché egli rischia di diventare un meme, poiché rischia davvero che da ora in poi qualsiasi cosa dica (e abbia detto) diventi materia di sghignazzo e di barzelletta, ci sentiamo di trasmettergli un’espressione di antica saggezza che Cervantes attribuiva a quel fantastico mattocchio di Don Chisciotte: nella bocca chiusa non entrano le mosche. Insomma l’arte del tacere non sempre è mutismo, ma può rivelarsi una risorsa della comunicazione. Pensi, l’onorevole Lollobrigida, al suo collega di governo Raffaele Fitto, per esempio. Il ministro degli Affari europei non parla mai. Meglio una parola in meno che una parola in più, si dice in Sicilia. Passi parlare con le mucche ogni tanto, ma perché impancarsi da ministro dell’Agricoltura con Aldo Moro, perché parlare di cucina e di guerra mediorientale? Ma soprattutto perché rilasciare dichiarazioni a mitraglia, interviste a raffica, perché gettarsi in tuffo su ogni microfono che passa? Le dichiarazioni di Lollobrigida spuntano da tutte le parti come geyser. Gemme disperse nell’etere dei social. Arrivano persino dal passato. Gli archivi non perdonano. A riprova che i mass media non sono affatto uno strumento di Satana, ma di Monsieur Homais: il loquace e vacuo farmacista di Flaubert.
Ma il problema è ampio. Serio. Nel governo della prima donna premier, infatti, i ministri maschi parlano e straparlano. S’impacchettano nelle parole. Mica solo Lollobrigida. Pensate a Urso, a Sangiuliano... Non certo tutti gaffeur, ma tutti attraversati da una incomprimibile ansia da dichiarazione e da apparizione. Nessuno rinfaccia a costoro di non essere precisamente dei Demostene o dei Cicerone, ma appunto per questo dovrebbero saper rinunciare spontaneamente alla pratica nefasta della lingua selvaggia. Evitino di commentare ogni caduta di foglia, sappiano individuare di volta in volta i pochi fatti sui quali vale la pena di intervenire pubblicamente, e su tutto il resto si convincano che nel loro e nel nostro interesse per il bene della Patria... è meglio tacere.