Il colloquio

"Meloni non ha il vento a favore, io sì. L'Italia mi ama ancora". Telefonata con Giuseppe Conte

Il M5s deposita una mozione per riconoscere lo stato della Palestina

Carmelo Caruso

"La premier viaggia controvento. Non è più amata. Gli eurodeputati del M5s saranno decisivi per gli equilibri europei. La premier non sopporta il dissenso. C'è un brutto clima". I pensieri dell'ex premier

La pochette si è rifatta le punte. Presidente Conte, dove si trova? “In giro per l’Italia, in tour. A teatro. Naturalmente vi attendo”. Presidente, abbiamo la sensazione che il suo M5s, alle europee, sia “ammezzato” tra Meloni e Schlein. E’ “proditorio” affermarlo? “Mantenete sempre la vostra arguzia, non cadete nelle trappole. Finora mi sono solo riscaldato. Adesso inizia il bello”. Si sente ancora amato? “Il calore degli italiani non mi manca. Io lo sento. Ovunque vado vengo abbracciato al contrario di altri”. Ha visto Meloni? Prima ha detto “o la va o la spacca”, poi che “chissene” se il referendum sul premierato  va male. A Trento, è stata contestata. A un Conte, queste cose accadevano? “Neppure nei momenti più difficili, di pandemia. Io me ne intendo, io so cosa significa il consenso. Mi creda. Meloni non è più amata. Il vento non è più a suo favore. Viaggia controvento”.


Abbiamo chiamato il virtuoso della lingua, il presidente Giuseppe Conte che è in tour a teatro, modello calzamaglia. Sale sul palco, illustra il programma del M5s e il popolo si abbevera. Sarà oggi a Firenze, il 31 a Palermo e il gran finale, a Roma, il cinque giugno, al teatro Brancaccio. Il funambolo ha anche dato mandato ai parlamentari 5s di depositare una mozione per il riconoscimento dello stato della Palestina e ne chiede l’immediata calendarizzazione. Proditoriamente c’è chi pensa, e scrive, che il M5s alle europee annaspi. Il presidente non si sottrae alle letture proditorie. Questa è una Conte phone. Presidente, dicono che nel M5s l’aria non sia tanto buona. Converge? “Cari, innanzitutto, colgo l’occasione di questo vostro saluto per invitarvi al Brancaccio. Sarà una serata straordinaria”. Intende la performance teatrale, quella che il M5s, lei, si è inventato per illustrare il programma? “E’ un format rivoluzionario, a noi piace cambiare, innovare. Siamo fatti così. Mi chiedevate dell’aria? Giusto”. Sì, i giornalisti birichini sono preoccupati di questa possibile caduta del M5s. Volevamo assicurarci che le “interlocuzioni dialogiche” funzionino ancora. Presidente, che risultato farà il suo Movimento? Elly Schlein, sta macinando chilometri. Lo sa? “Finora, io mi sono riscaldato. Da adesso si entra nel vivo. E io sento che le forze d’opposizione hanno il vento a favore. L’obiettivo è smascherare Meloni”. I conti di Conte si faranno alla fine, diciamo bene? “Dite bene, e voglio ricordarvi che gli eurodeputati del M5s sono stati già decisivi durante l’elezione di Ursula von der Leyen. Lo saranno nuovamente. Sento che lei prende appunti, questo non va bene”. Presidente, è solo una matita “pretermessa”. Le volevamo chiedere di Meloni. Lo sa che ce l’ha con lei? Dice che non ha denaro per colpa sua. E ora dice pure che il premierato “chissene” Cosa accade? “Come sa, io ho governato in un momento difficile, pandemico”. Ricordiamo, con dolore. “Ecco, malgrado le restrizioni, gli italiani non mi fischiavano come hanno fatto a Trento con Meloni. Ha notato il fastidio della premier? Non accetta il dissenso. Non accetta di essere poco amata. Anche perché, diciamolo, si sta rimangiando tutto. Ha scontentato perfino i balneari, i tassisti. Le sue categorie”. Non ci sono soldi, presidente, cosa dovrebbe fare la premier, Sbirulino? “Vede, la premier si è vantata di aver tolto il Reddito di cittadinanza. Ma se togli il Reddito di cittadinanza, aggiungi il redditometro, e tutte le altre tasse che si sono inventati in questi mesi, gli italiani giustamente si infuriano. Mi permetta di dirlo”. Virtuosamente, le diciamo sì, dica. “Ebbene, questo governo fa male e comunica peggio. Non solo. Meloni pretende solo lodi. Sono seriamente preoccupato. Oggi il dissenso in Italia è in pericolo”. Addirittura? Si riferisce al caso Massimo Giannini, l’ex direttore della Stampa, svegliato alle quattro di mattina per notificare una querela per diffamazione? “Esatto. Come sa, da avvocato, posso affermare che non c’era urgenza”. C’è la mano di Meloni? “Mi limito a notare che il clima si sta guastando. Si ricorda Meloni degli inizi?”. E’ nostalgico? “Diceva che avrebbe sorriso e che avrebbe accettato il dissenso. E invece si muove solo con una rete di protezione, rete che come si è visto a Trento, e prima ancora a Reggio Emilia, con gli alluvionati, non funziona. Mi creda, non essere amati, per un presidente è insopportabile”. Immaginiamo che lei non abbia questo problema. “Devo dire che l’affetto del popolo nei miei confronti è sempre costante”. Come vanno i rapporti con il Pd? “Sento che mi stanno cercando, lei comprenderà, la campagna incombe”. Pure il Pd, presidente, incombe. “Non parlo male degli alleati. La nostra battaglia è comune”. E’ fuori dal comune guidare un partito senza correnti come il suo. Una benedizione, converge? “Devo dire che ci permette di avere posizioni chiare, nette su tutte le grandi questioni, lavoro, politica estera”. Ad esempio, non dovete abrogare il Jobs Act che avete prima approvato. E’ proditorio? “Convergo che non abbiamo questo problema”. Presidente, ma al teatro ci assegna la poltroncina anche se dissentiamo? “Io tutelo ogni forma di pensiero irregolare. Vi aspetto”. Presidente, ma ci rilascia l’intervista? “Se sarete a teatro, due battute ve le do di sicuro. Sicuro!”.

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  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio