Il racconto

Eike Sangiuliano, prepara il paracadute al ministero per l'ex direttore degli Uffizi candidato a Firenze

Carmelo Caruso

Sta in Campania più che al ministero, sogna un giorno di scipparla a De Luca e grazie alla sua riforma interna può offrire l'uscita di sicurezza al candidato della destra

Genny Sangiuliano è una malia, stupetìa, affusca, incanta. Come ha fatto il ministro della Cultura a convincere l’ex direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, a candidarsi, con la destra, a sindaco di Firenze? Quali filtri ha usato per mandarlo in aspettativa dal museo Capodimonte e farne un Melonkandidat? La risposta viene dai sotterranei del ministero. Se Schmidt dovesse perdere, e non è affatto detto, il ministro gli offre come paracadute la direzione di uno dei nuovi quattro super dipartimenti che ha appena assemblato. La riorganizzazione è stata varata. Quattro capidipartimento prendono il posto del segretario generale. Genny malia ha già comunicato che promuoverà gli interni. La scelta slitta però, e non è un caso, a dopo le elezioni europee e comunali, anche perché il ministro è impegnato. Questa è la sua agenda. 21 maggio: Campania. 22 maggio: Campania. 24 maggio: Campania. 25 maggio: Campania. Benedetto Croce si sbagliava: Napoli è un paradiso abitato da Sangiuliano.


Il ministro della Cultura, come si dice sotto il Vesuvio, stupetìa, levà ‘e ccerevèlle. E’ nella sua fase faustiana. Al francioso, Dominque Meyer, sovrintendente uscente della Scala, che si è lamentato (“un ministro ha deciso di mandarmi in pensione”) Genny malia ha risposto: “Non ci sono incarichi a vita”. Sistemato. Ai mangiarane degli amici suoi, di Meyer, quelli che ogni anno organizzano il Festival di Cannes, ha replicato: “Mi dispiace: non sono a Cannes, lo dico con grande rispetto dei lavoratori del cinema, ma sono in fabbrica tra gli operai a raccontare il valore di una cultura diffusa”. La fabbrica, non serve neppure dirlo, era una fabbrica campana. Giorgia Meloni ha un sogno: vuole scippare la regione della pastiera al “bullo” Vincenzo De Luca e affidarla a Genny malia. E’ iniziata una campagna lunga almeno un anno e mezzo. Lui, ‘o ministro, triangola: Roma-Firenze-Napoli. Aveva spedito il direttore kaiser, Schmidt, a Capodimonte, salvo poi convincerlo a candidarsi a Firenze. C’è la sua mano, la manina, la manovella.

Secondo la Lega, e lo dice Andrea Crippa, il vicesegretario, “Schmidt può tranquillamente arrivare al ballottaggio. A quel punto, Matteo Renzi può sostenere Schmidt e la destra vincere”. Non dovesse riuscirci, ecco la soluzione. Il Foglio ha già raccontato che è intenzione del ministro promuovere l’attuale direttore dei Musei, Massimo Osanna come capo dipartimento dei Musei, così come ha già scritto che a Schmidt, è quanto dicono a Firenze, sia stata proposta, come riparo, la direzione dell’Accademia-Bargello. Dopo le operazioni di Genny malia anche l’Accademia è una direzione di prima fascia ma è sempre poco per il kaiser. La novità? La vera amaca su cui Schmidt potrebbe dondolarsi, e lo confermano al ministero, è il dipartimento destinato a Osanna. La nuova riforma permette al ministro di poter nominare studiosi, esterni, con libertà, tanto più uno come l’ex direttore degli Uffizi. Osanna resterebbe direttore dei Musei (nominarlo capodipartimento sarebbe una promozione) o può benissimo guardare fuori, all’estero. In attesa delle nomine, cosa accade a corte di Genny malia? I brontoloni del Pd, i parlamentari Manzi, Orfini, Berruto, Zingaretti, hanno notato che il nostro sire comunica sì i dati della mostra di Tolkien, e si imbroda, ma non gli altri dati. I soliti brontoloni hanno interrogato il ministro e chiedono di sapere per quale ragione, “i dati sui visitatori e gli introiti dei musei e dei luoghi della cultura statali, rilevati dall’ufficio statistica del ministero, siano ingiustificatamente fermi al 2022”.

 

Il sito è congelato come il cotechino dimenticato la sera di Capodanno in frigorifero. Non è degno di Genny malia, il ministro che ci tiene costantemente aggiornati sui suoi spostamenti che purtroppo sono sempre gli stessi. Il suo treno è il Napolirossa. 7 maggio: inaugurazione dell’Appartamento reale a Carditello. 10 maggio: Atrani, incontro con cittadinanza e vicesindaco. 11 maggio: Vico Equense, Chiostro Santissima Trinità. 17 maggio: Eboli, Museo archeologico nazionale. 19 maggio: Secondigliano, chiesa Santi Cosma e Damiano. 21 maggio: Napoli, convegno Ugl. 22 maggio: Piedimonte Matese, Museo civico. 24 maggio: Procida, Abbazia di San Michele. 25 maggio: Pompei. 27 maggio: Procida. 28 maggio: Portici. 29 maggio: Benevento. Ieri, alla Camera, si celebrava Giacomo Matteotti, assassinato da squadristi, fascisti (nel filmato di Rai Cultura proiettato alla Camera e illustrato da Bruno Vespa, erano solo squadristi) e Genny malia, naturalmente, non poteva mancare al fianco della sua premier. Tranquilli, alle 17.30 ha preso il Napolirossa e alle 20,30, se i ferrovieri di sinistra non sabotano la locomotiva, sarà a Grumo Nevano. Ad attenderlo c’è la solita troupe del Tgr Rai Campania che gli dedica, antipasto, primo, secondo, dessert. Il ministro tira la volata per la candidata di FdI alle europee, Raffaella Docimo, professoressa ordinaria di Tor Vergata. Lei, a differenza di Schmidt, non dovrà attendere. Il 31 marzo, ‘o ministro l’ha nominata nel cda della Fondazione Maxxi. La corte si sta allargando. Firenze, direbbe Meloni, o la va o la spacca (o Eike va al ministero) e Napoli, a noi!. Irresistibile. Una malia, Genny ottobellezze.

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio