Il caso

Mini bonus, un "decretino" sulla sanità e la social card (al via da settembre): gli ultimi spot di Meloni

Simone Canettieri

Oggi in Consiglio dei ministri l'intervento soft sulle liste d'attesa. Giovedì la conferenza stampa per presentare il ritorno di "Dedicata a te", la tessera per ottenere sconti sui generi alimentari ma anche sul carburante

 Con un tempismo sospetto, ecco la nuova social card del governo. Dovrebbe entrare in vigore a settembre, si inizierà a distribuire da luglio ma la presentazione è già apparecchiata a Palazzo Chigi per giovedì, due giorni prima delle elezioni europee. La conferenza stampa di lancio di “Dedicata a te”, si chiama così la card, vedrà tutti insieme appassionatamente i ministri  Francesco Lollobrigida (Sovranità alimentare), Giancarlo Giorgetti (Economia), Elvira Calderone (Lavoro) e forse anche Adolfo Urso (Made in Italy). Per il governo di Giorgia Meloni è una piccola mossa ben calibrata per cercare di centrare un grande obiettivo: portare Fratelli d’Italia, primo partito della coalizione e quindi quello più identificabile con il governo, la soglia del 26 per cento, come alle politiche. Sopra sarebbe una festa, sotto un problema. In mancanza di forti gettoni elettorali, gli atti dell’esecutivo e la comunicazione vivono in questi giorni di piccoli spot fattuali. 

Basta ricapitolare gli ultimi interventi. Gli 80 euro sulle tredicesime basse ma da riscuotere a gennaio, il salva veranda di Matteo Salvini e poi certo il taglio delle liste d’attesa nella sanità. Il provvedimento è atteso oggi in Consiglio dei ministri. Come ha annunciato Meloni sabato durante il comizio di piazza del Popolo, sarà più che altro il primo passo. Il problema sarà affrontato, e quindi rinviato, con un disegno di legge. Oggi si dovrebbe procedere con un decreto molto leggero, dalla copertura minimalista: fra i 300 e i 400 milioni di euro. Quanto basta per lanciare la piattaforma che monitori le tempistiche a livello nazionale delle visite. Norme quadro di carattere organizzativo o dal retrogusto abbastanza simbolico. Tipo il via libera alle visite negli ospedali anche il sabato e la domenica. Sarà previsto anche un minimo allentamento dei tetti per la spesa.

A questi punti di un decreto abbastanza sfoltito con il passare delle ore e degli annunci, si aggiungerà la nascita di un ispettorato, ennesimo ente di controllo che controlla il controllore, per vigilare sull’attività delle regioni, da cui dipende la sanità, regioni che fino a ieri sera non erano state interpellate sul dl.

Con perseveranza si arriva così alla social card che sarà presentata giovedì in conferenza stampa. Secondo quanto risulta al Foglio la capacità di spesa dovrebbe aumentare di circa sessanta euro.  Sfiorando i 500 euro. E anche la platea di coloro che ne potranno usufruire si allargherà passando a oltre 1,3 milioni di  persone. 

Tra le pieghe del bilancio sembra – gli ultimi conti si stanno facendo in queste ore – che siano spuntati 100 milioni di euro in più. Che si sommerebbero ai 500 contenuti nell’ultima manovra. Oltre ai beni alimentari di prima necessità, entreranno nel pacchetto anche bonus carburante, trasporti e scontistica per i prodotti in farmacia. A luglio si procederà alla distribuzione delle carte, da ritirare presso gli uffici postali di tutta Italia. I beneficiari di “Dedicata a te” saranno le famiglie (con i figli): fuori chi è solo e chi non ha prole, quindi. Per avere la tessera servirà non superare un Isee di 15 mila euro e non essere già aiutati dallo stato attraverso i vari sussidi  già disponibili per chi non ha un lavoro.  Sarà l’Inps che si occuperà di individuare i potenziali beneficiari, sulla base delle dichiarazioni dei redditi in  possesso del database.

“Tutto chiede salvezza” sembra essere l’assillo del governo in questo periodo, molto concentrato sulle elezioni europee con il loro proporzionale puro e spietato. L’agenda di Meloni, capolista ovunque, è un mix di impegni istituzionali e interviste tv. Ieri sera su Rete 4 da Nicola Porro, questa mattina di nuovo ad Agorà sulla Rai, poi il Cdm e domani l’Albania, per l’abbraccio con l’amico Edi Rama, lontana dalle domande dei cronisti sull’accordo dei centri migranti, esperimento che stenta a decollare. Venerdì, ultimo giorno della campagna elettorale, la premier è attesa a Verona, all’Arena, per una serata dedicata all’opera italiana. Un evento in mondovisione a cui parteciperanno il capo dello stato e i presidenti di Camera e Senato. Per questa occasione Meloni tornerà nel Veneto che la premiò alle ultime politiche con il 32,7 per cento.

Dentro Fratelli d’Italia girano due scuole di pensiero: il partito è sicuro che il 26 per cento sarà un risultato alla portata e superabile in virtù della forte astensione e della buona capacità di mobilitazione della struttura. Chi sta più vicino a Meloni, invece, è molto più cauto e fa ragionamenti che suonano così: con due guerre, la voragine ereditata del superbonus dopo 19 mesi di governo non aver perso consensi in quantità è già un ottimo risultato. Nel dubbio meglio spingere su interventi spot: dal decretino odierno sulle liste d’attesa al lancio di domani della social card che entrerà in vigore solo a settembre.
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.