passeggiate romane

Perché la gara delle preferenze del Pd indica nuovi equilibri in vista tra i Dem (con dispetti)

Resa dei conti a sinistra. Bonaccini, Decaro e Zingaretti, in corsa per la leadership all'Europarlamento, si contendono il maggior numero di preferenze per diventare capogruppo. Ma Schlein potrebbe scegliere la fedelissima Laureti

Stefano Bonaccini, Antonio Decaro e Nicola Zingaretti sono i tre nomi del Partito democratico (eccezion fatta per la segretaria Elly Schlein, naturalmente) che sono in lizza per fare il pieno di preferenze. Tutti e tre puntano a raccoglierne almeno duecentomila voti. E così tra di loro ormai è gara a chi raggiunge la quota più alta. Non si tratta ovviamente di una gara senza scopo. L’obiettivo è lo stesso sia per Bonaccini che per Decaro e Zingaretti. Infatti chi dei tre riuscirà a ottenere il maggior numero di preferenze potrà aspirare al posto di capogruppo dem all’Europarlamento. Né il presidente della Regione Emilia Romagna, né il sindaco di Bari o l’ex governatore del Lazio vorrebbero fare i peones a Strasburgo. Perciò sperano che il loro exploit elettorale convinca Elly Schlein a decidere per chi del triò avrà più voti.
 

Ma… già c’è sempre un ma. Infatti i sussurri del Nazareno raccontano di un’altra opzione: la segretaria del Partito democratico potrebbe trarsi d’impaccio affermando di volere una donna per quel ruolo. E chi meglio della fedelissima Camilla Laureti sarebbe adatta per guidare la pattuglia dem all’Europarlamento? I “maschietti”, però, non rinunciano alle loro ambizioni e stanno macinando chilometri, comizi e incontri elettorali per ottenere il maggior numero di preferenze. Decaro per l’occasione ha stretto un patto con la vice presidente del Parlamento europeo Pina Picierno: i due si sostengono l’un l’altro e giocano in ticket per sbaragliare la concorrenza nella circoscrizione del Sud. Zingaretti ha siglato un’intesa con Dario Franceschini, che nel Lazio è molto forte. E Bonaccini raccoglie i frutti del suo lavoro di presidente della regione.
  
Dunque, comizi e incontri elettorali a gogò per Zingaretti, Decaro e Bonaccini. Eppure il primo dei tre ha di recente una cena elettorale. Quella offerta alla “Carovana” dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri (e organizzata dal suo fedelissimo Mancini) in onore di Matteo Ricci e di Zingaretti. Ma mentre il primo si è presentato puntuale all’appello, il secondo ha disertato l’incontro conviviale. Ufficialmente aveva impegni precedentemente presi, in realtà l’ex governatore del Lazio in questo periodo è in tutt’altro buoni rapporti con il duo Gualtieri-Mancini che, a suo giudizio, non lo stanno affatto aiutando nella campagna elettorale per le Europee. Anzi… I maligni, poi, hanno voluto vedere nell’assenza di Zingaretti l’ulteriore conferma del fatto che l’ex governatore punta al Campidoglio per la prossima tornata elettorale capitolina.
  

Nel frattempo Elly Schlein si è concentrata soprattutto sulla sua campagna elettorale. Quella al centro, prevalentemente. E’ lì che punta a ottenere dalle 300 mila alle 400 mila preferenze per dimostrare che è in grado di competere con Giorgia Meloni. E al Nazareno adesso, con una certa dose di ottimismo, si sono andati convincendo che Fratelli d’Italia non arriverà addirittura al 26 per cento.