Nostalgia a 5 stelle

Euro Beppe: la campagna parallela di Grillo per i "suoi" candidati alle europee

Gianluca De Rosa

"Non ci diamo asticelle", dice il capogruppo alla Camera Francesco Silvestri. E intanto il fondatore attraverso il blog promuove i meetupari che corrono per l'Europarlamento

Mentre zitto zitto Beppe Grillo porta avanti una sorta di campagna elettorale parallela, promuovendo sul suo blog i candidati che vengono dal grillismo della prima ora, nel M5s si cominciano già a mettere le mani avanti. “Spero che anche se ci sarà una bella giornata di sole i cittadini nello zaino, insieme al costume e alla crema solare, portino  anche la loro tessera elettorale”, dice Francesco Silvestri, capogruppo del M5s alla Camera. Il principale nemico del Movimento è il sole del Mezzogiorno. Al Sud – che vale il grosso dei voti grillini –  alle europee, sabato e domenica, rischiano di andare a votare in pochissimi. L’effetto per Conte e soci potrebbe essere devastante. E infatti negli scorsi giorni un post su Facebook dell’altro capogruppo grillino, il presidente dei 5 stelle di Palazzo Madama, Stefano Patuanelli, ha scatenato un discreto putiferio interno. Pubblicando un sondaggio ufficioso Patuanelli lasciava intendere che il M5s potrebbe persino non superare la soglia del 10 per cento.  Silvestri, ha ragione il suo collega Patuanelli? Lo superate o no questo 10 per cento? “Noi stiamo cercando di dare il massimo per veicolare il nostro messaggio politico contro il governo che ha abbassato la testa davanti all’asse franco-tedesco sul patto di stabilità e segue la propaganda guerrafondaia di Washington, quanto poi prenderemo si vedrà, è inutile darci un’asticella, ce la daranno gli elettori”. Proviamo almeno a scommettere, quanto prende il Movimento? “Chiede alla persona sbagliata, ho portato a termine la legge sul divieto di pubblicità del gioco d’azzardo, non scommetto. I risultati d’altronde arrivano da tanti fattori, Conte ha fatto il massimo, purtroppo non c’è dubbio che le europee sono viste come qualcosa di distante, soprattutto al Sud, noi stiamo cercando di far capire che è un voto importante e che siamo stati gli unici a fare una dura opposizione a una politica guerrafondaia, poi il risultato lo vedremo. Dal giorno dopo a prescindere dal risultato continueremo a rafforzare il nostro messaggio”.


Insomma, per onorare l’etichetta di partito meridionalista da queste parti sono già cominciati gli scongiuri. Giuseppe Conte oggi sarà a Palermo, finale e quasi unica iniziativa di piazza di questa strana campagna elettorale che il leader grillino ha combattuto più con video molto sopra le righe sui social e uno spettacolo nei teatri, “L’Italia che conta”, un one-man show con grafiche e video emozionali che ha portato a Napoli, Firenze, Milano, Ancona, Cagliari, Bari e infine, due giorni fa, al teatro Brancaccio di Roma. Il grande assente della campagna elettorale invece è stato Beppe Grillo.  Conte non ha avuto  l’aiuto del fondatore, ormai sempre più in disparte. Il comico però tomo tomo, calmo, calmo, nelle ultime ore ha cominciato a pubblicare uno al giorno sul suo blog un articolo su temi europei di uno dei candidati del M5s. Non però i volti nuovi scelti da Conte come capolista nelle varie circoscrizioni. I vari Pasuquale Tridico, Carolina Morace, Giuseppe Antoci.  Ma una specie di palcoscenico offerto ai candidati che vengono dal grillismo d’antan.  Ecco dunque Paolo Bernini, uno che già c’era ai tempi dei meetup degli “amici di Beppe Grillo”  nel 2008 e che dopo una legislatura (2013-2018) oggi corre nel collegio del nord-est, che scrive di animali domestici abbandonati. O Gianluca Ferrara, impegnato nel 2011 sui referendum per l’acqua, battaglia grillina della fondazione, senatore nella scorsa legislatura, e ora candidato  nel centro Italia, che scrive del pericolo Terza guerra mondiale.  E ancora Danilo Della Valle, meetuparo della prima ora a Caserta, oggi candidato al sud, sciorinare idee su intelligenza artificiale e redditto unviersale. E infine Dario Tamburrano, dal 2005 nei meet-up, tra gli organizzatori del Vaffaday di Bologna nel 2007, già all’Europarlamento tra il 2014 e il 2019, scrivere del Green new deal “caduto di guerra”. Gli articoli sul blog del fondatore, ben pubblicizzati sulle sue pagine social, hanno cominciato a circolare con una certa insistenza sulle chat grilline. “E’ l’endorsment di Beppe?”. Per qualcuno è proprio così: uno sgarbo, seppur velatissimo, ai campioni scelti direttamente da Conte e guardati  con diffidenza dalla vecchia guardia.