Jordan Bardella e Marine Le Pen (Ansa)

Tra Parigi e Bruxelles

Ecco come ha fatto Marine Le Pen a conquistare la Francia

Jean-Pierre Darnis

Il Rassemblement National svetta alto e nei sondaggi francesi per le elezioni presidenziali è intorno al 30 per cento. Con Jordan Bardella inoltre il partito ha rinnovato la sua immagine e la leadership: un candidato giovane (28 anni), in grado anche di scalfire il quarantenne Macron

Il Rassemblement National di Jordan Bardella, erede diretto del Front National dei Le Pen padre e figlia, svetta in alto nei sondaggi per le elezioni presidenziali francesi dove viene dato intorno al 30 per cento. La scelta di Jordan Bardella rinnova l’immagine della leadership nel partito: permette di uscire dal nepotismo fra il padre Jean-Marie e la figlia Marine mettendo in avanti un candidato giovane (28 anni), in grado di scalfire il quarantenne Emmanuel Macron.

Nato nella banlieue parigina ha iniziato giovanissimo l’attività politica e appare ormai come un responsabile navigatissimo. La famiglia Le Pen ha sempre avuto delle difficoltà a fare dimenticare la sua appartenenza alla grande borghesia, un problema che non ha Bardella che rappresenta una rottura nella filiazione che faceva del Rassemblement National dei Le Pen una continuazione dell’estrema destra storica con radici negli ambienti ultra-nazionalisti, nella lotta per l’Algeria francese oppure nei movimenti monarchici. Bardella con i suoi 1,9 milioni di follower su TikTok si presenta anche come un influencer politico,  attento a incanalare la comunicazione sotto in  video brevi ma di grande impatto sulla fascia giovanile dell’elettorato. 


Anche dal punto di vista programmatico il Rassemblement National si è evoluto, con un mix fra protezionismo e relativo mantenimento delle strutture europee, ha operato una virata sulle tematiche dell’Ue: il programma di “Europa delle Nazioni” non vuole però rimettere in causa le fondamenta della prosperità economica europea. Si tratta di un esercizio assai difficile e molti hanno puntato il dito contro le incoerenze del programma  che evoca il protezionismo con faciloneria, critiche che non indeboliscono veramente il consenso crescente per il partito.

Il Rassemblement National prosegue nella sua funzione di contenitore protestatario della società francese. Immigrazione, disagio sociale, violenze, disparità territoriali: ecco alcuni dei temi che il partito ripropone senza stancarsi. E questa funzione di denuncia è anche agevolata dal fatto che non avendo mai esercitato il potere esecutivo, non si è confrontato con la realtà complessa e spesso deludente del governo, e quindi rimane l’idea che si potrebbe provare il “RN” quando tutti hanno fallito. Ma poi bisogna sottolineare la forza ideologica del collante nazionale: il Rassemblement National è l’unico partito che in modo semplicistico propone soluzioni all’insieme delle problematiche con il mantra nazionalista. Da questo punto di vista l’evocazione della “Francia” come un concetto-totem dotato di virtù taumaturgiche riprende una tradizione antica, quella nazionale che tra l’altro si ispirava anche a quella monarchica. Spiegare razionalmente che si tratta di un’enorme bufala risulta difficile, e questa ripetizione è in grado di sedurre un elettorato di centro-destra come quello neo-gollista, che a lungo guardava il riferimento alla Francia come fondamentale e che non esita ormai a votare per un Rassemblement National ripulito.

Il RN beneficia infine del fisiologico rigetto per il  presidente uscente:  Emmanuel Macron paga la sua permanenza al potere e la cristallizzazione negativa intorno a delle misure o eventi impopolari, come l’osteggiata riforma delle pensioni. Dobbiamo aggiungere a questo scenario che la difesa dell’Ucraina “senza se e senza ma”, uno dei temi forti di Macron, viene erosa in Francia come altrove dalla stanchezza per il conflitto, ma  il presidente francese si ritrova anche a un punto delicatissimo del suo secondo mandato, non avendo tra l’altro permesso a una leadership alternativa di affermarsi nel proprio campo. Il primo ministro Attal che era fino a poche settimane fa di belle speranze sembra ormai nel tritacarne di una campagna elettorale dove non è mai uscito dalla sudditanza al presidente. Infine va rilevato che in Francia lo scrutinio delle europee, con liste proporzionali su base nazionale, è ben diverso da quello per le politiche e presidenziali con un sistema maggioritario a due turni, una modalità che per il momento giova  al Rassemblement National ma che cambierà per le elezioni del 2027.