La Situa
L'Europa al voto. Oltre l'Ucraina, c'è altro?
In Europa le grandi famiglie europee oggi sono due e soltanto due: da una parte, ci sono i partiti compromessi con il putinismo, considerati tossici dai partiti che in questi mesi hanno fatto di tutto per sostenere Kyiv, dall'altra parte ci sono i partiti che il putinismo lo hanno combattuto
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Ci si può dividere su molto, pensando al dopo elezioni, e le vecchie appartenenze politiche conteranno molto, quando si cercherà di capire quali equilibri seguire per provare a trovare una maggioranza in Europa. Ma la verità è che al netto della propaganda, della retorica, della demagogia, della narrazione elettorale, in Europa le grandi famiglie europee oggi sono due e soltanto due. Da una parte, ci sono i partiti compromessi con il putinismo, considerati tossici dai partiti che in questi mesi hanno fatto di tutto per sostenere l'Ucraina. Dall'altra parte ci sono i partiti che il putinismo lo hanno combattuto, promuovendo sanzioni, inviando armi, sostenendo la difesa di una democrazia aggredita. La nuova divisione del mondo, dell'Europa, è in mezzo a questa faglia. Tra chi considera la difesa delle democrazie liberali come una priorità e chi considera invece una priorità non fare la guerra ai vecchi amici putiniani. Il primo fronte, quello della difesa dell'Ucraina, non avrà difficoltà a trovare un modo per collaborare dopo il 9 giugno, nonostante le diffidenze, le distanze, le titubanze che si possono registrare tra partiti molto diversi l'un con l'altro. Il secondo fronte, quello della difesa scettica dell'Ucraina, è un fronte che per forza di cose resterà fuori dalle stanze del potere dell'Europa del futuro. Per fortuna, verrebbe da dire. Buon voto.