Giorgia Meloni - foto Ansa

La vittoria alle europee

Per Meloni il cielo è sempre più blu: "Pronta a cogliere il segnale degli elettori"

Simone Canettieri

Fratelli d'Italia è primo partito e sfiora il 30 per cento. La premier fa irruzione nel comitato elettorale e in pochi minuti tira le somme dell'ultima tornata elettorale, mentre Rino Gaetano è sparato in sala come tributo alla vittoria

Alle due di notte di una domenica di giugno, zitto zitto, è tornato il bipolarismo. Lo dice Giorgia Meloni che, accompagnata dalla sorella Arianna e con Francesco Lollobrigida in prima fila, fa irruzione nel comitato elettorale. Dichiarazione di pochi minuti, senza domande e con concetti chiari. Dice che questa sera è più bella di quella di due anni fa, che il governo è solido perché crescono tutti i partiti che ne fanno parte e appunto che queste elezioni fotografano due offerte chiare e distinte: la destra, lei, la sinistra, Elly Schlein dunque il Pd. Sono parole pronunciate senza entrare nel merito del grande risiko che l’attende a Bruxelles. Sono le prime parole di una leader che ha vinto le elezioni. L’aria d’altronde era questa da subito, da quando le urne hanno chiuso alle 23. “È andata bene, sono contenta”. Radio Parco dei Principi, quartier generale ai Parioli di Fratelli d’Italia, raccontava già a mezzanotte dei messaggi inviati da Giorgia Meloni ai colonnelli vari quando le bocce iniziavano a fermarsi. Il boom non c’è stato, sottolineano i deputati, ma come fa notare da casa la premier con un tweet quando il risultato è consolidato “siamo il primo partito d’Italia, superando il risultato delle politiche”.
 

Concetto ribadito poi di persona. "Il sistema sta diventando di nuovo bipolare. È una buona notizia, ci sono visioni che si contrappongono e su cui si chiede ai cittadini da che parte stanno. Oggi ci hanno detto che stanno dalla nostra parte", ha detto la premier parlando di "risultato commovente": "È benzina per andare avanti con maggiore determinazione. Un segnale che capisco e sono pronta a cogliere".

Nel dubbio niente sbornie: in una saletta riservata chiacchierano per tutta la notte senza farsi vedere dalla stampa, eccetto quando arriva la premier, il ministro Francesco Lollobrigida, il viceministro (senza redditometro) Maurizio Leo e una decina di parlamentari. Dalle parole di Giovanni Donzelli, che si immola in attesa della leader davanti a tutte le camere del globo terracqueo, si capisce che ci potrebbe essere un problemino interno alla maggioranza visto il sorpasso della Lega. Il tema c’è, Donzelli lo nega, quindi è vero. Dettagli perché è il contesto internazionale a essere il fulcro del discorso. L’avanzata di Marine Le Pen in Francia e il crollo di Emmanuel Macron spingono Meloni a perseguire la strada della grande federatrice della destra europea, contraddizioni interne annesse. Dentro FdI sono convinti che la batosta rimediata dal presidente francese farà precipitare le quotazioni di Mario Draghi alla guida della Commissione Ue. Ogni giorno ha la sua pena, dicono i big di Fdi. Anzi, a mano a mano, come canta Rino Gaetano sparato a palla in sala come tributo al blitz della premier.
 

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.