Lo sfogo

Salvini pronto a espellere Bossi: "Ha mancato di rispetto a una comunità. Mi ricandido segretario"

Carmelo Caruso

Annuncia che restà alla guida della Lega, attacca "fuggiaschi" e "traditori". Per Zaia nessun ingresso nel governo. L'ira contro il Senatùr: "Mai visto nella storia un fondatore votare per un altro partito"

Si salva e ora purga. Purga. Salvini è castigo. Parla di “traditori, “fuggiaschi”. Resta segretario della Lega: si ricandiderà. A vita. Ragiona sull’impensabile: espellere il fondatore della Lega, Umberto Bossi. Vuole farne un referendum di partito. A via Bellerio, in conferenza stampa, analizza il voto delle europee e attacca Umberto Bossi: “Mai visto un fondatore votarne un altro partito e annunciarlo a urne aperte”. Del sorpasso di Forza Italia non dice nulla ma ripete di essere soddisfatto: “Contano le percentuali. Ci svegliamo al nove per cento. Oggi c’è il sole”. Per lui è sufficiente “avere un punto in più rispetto alle ultime politiche”.

  

  

Naturalmente non lascia, anzi, “mi ricandiderò segretario perché lascerò solo quando non avrò più passione”. Loda il generale stivalone Vannacci, che ha il record di preferenze dopo Giorgia Meloni (“ad averne candidati problematici come lui, che fanno il record di voti”). Il dolore più grande è per Bossi che a “urne aperte” ha annunciato di votare per Forza Italia. Salvini, ancora: “Dovrò ascoltare i militanti perché si è mancato di rispetto a una comunità”. Garantisce che non cambiano gli equilibri interni, al governo. Mercoledì vola a Bruxelles per vedere Le Pen: “Faccio un in bocca al lupo a Marine Le Pen e a Jordan Bardella”. Più volte dice un gran bene di Elly Schlein e, sempre per sottintesi, lascia intendere che bene hanno fatto gli amministratori del Pd che si sono candidati a differenza dei leghisti, con l’eccezione della sindaca di Monfalcone. Gli chiedono di Luca Zaia e di un eventuale suo ingresso al governo. Lui: “Chiedete a Meloni. Non è all’ordine del giorno”. Il prossimo odg sarà infatti come punire “chi ha remato contro”. Salvini è castigo.

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio