Angelo Bonelli, Ignazio Marino e Nicola Fratoianni - foto via Getty Images

Modello Fratonelli

Il successo di Alleanza Verdi e Sinistra e qualche lezione per il fu Terzo Polo

Luciano Capone

Fratoianni e Bonelli in due anni hanno costruito un'identità chiara sui temi del lavoro e dell’ambientalismo, con un obiettivo comune e facendo, quando necessario, un passo indietro. Cosa l’area liberal-riformista ha da imparare dall'ultimo voto

Quando Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli lanciarono la loro alleanza nel luglio 2022 mostrando dei cocomeri, per ironizzare sugli ecologisti “verdi fuori e rossi dentro”, non sapevano che quel frutto sarebbe diventato anche il simbolo del movimento “pro Pal.” che ha dato una forte spinta all’Alleanza Verdi-Sinistra (Avs) a queste europee. In realtà, nel 2022 era difficile prevedere che quell’alleanza sarebbe ancora esistita due anni dopo. Perché le elezioni andarono male: disfatta della coalizione messa in piedi da Enrico Letta, lista appena sopra la soglia del 3 per cento, una decina di eletti tra Camera e Senato. Subito dopo scoppia il caso Soumahoro, il sindacalista candidato come emblema della lotta per il lavoro e per i diritti travolto da un’inchiesta sulle irregolarità della sua famiglia proprio nella gestione dei migranti.
 

Uno scandalo dall’impatto devastante, che avrebbe potuto affossare Avs. I co-leader hanno, però, continuato a lavorare al progetto con un obiettivo di medio termine: hanno costruito un’identità chiara e quindi riconoscibile sui temi dei diritti del lavoro e dell’ambientalismo, sono riusciti a modellare Avs con un buon mix di organizzazione di partito (più radicata in Sinistra Italiana) e di movimentismo (più forte nei Verdi), raramente hanno battibeccato, di certo mai in pubblico, anche quando sono andati divisi (come, ad esempio, alle comunali a Bari). Bonelli e Fratoianni si sono dedicati all’obiettivo comune, spesso facendo un passo indietro: alle europee hanno presentato nomi capaci di mobilitare gli elettori di sinistra, come Ilaria Salis, Ignazio Marino e Mimmo Lucano. Ma soprattutto sono riusciti a veicolare il messaggio che Avs è un progetto per il futuro e non un semplice cartello elettorale.
 

È esattamente il percorso inverso fatto dal fu Terzo polo, premiato alle politiche da 2 milioni di elettori convinti di partecipare alla nascita di un nuovo soggetto politico che, però, in pochi mesi è stato ucciso nella culla dalle divisioni e dagli egoismi dei suoi leader: Matteo Renzi e Carlo Calenda. A lungo si è parlato della necessità di un “Macron italiano”, ma forse più che leader forti per creare un polo liberal-riformista servono le qualità di Bonelli e Fratoianni: operosità, generosità e cooperazione.

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali