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L'esclusione delle liste "ex terzo polo"

Parla Sandro Gozi, unico italiano eletto che siederà nel gruppo Renew

Marianna Rizzini

"Errore gravissimo, quello di Calenda. Ho detto in tutte le lingue dell'Unione che bisognava presentarsi uniti", dice l'europarlamentare eletto in Francia. La delusione dei macroniani che guardano l'Italia da fuori dopo il risultato di Calenda e Renzi

L’eletto – cioè l’unico eletto italiano nel gruppo Renew Europe, causa mancato raggiungimento del 4 per cento da parte delle liste Stati Uniti d’Europa e Azione – è Sandro Gozi, già sottosegretario agli Affari europei nei governi Renzi e Gentiloni, europarlamentare uscente (era arrivato a Strasburgo con la lista Renaissance di Emmanuel Macron) oggi riconfermato dal voto in Francia, al sesto posto della lista Besoin d’Europe. “Per quanto riguarda il mio risultato sono molto soddisfatto”, dice Gozi: “Soddisfatto per la rielezione, per la promozione implicita, per il riconoscimento del mio lavoro. Posso dire, nel mio caso, che per una volta ha contato il merito. Per il resto siamo  delusi”. Siamo, cioè deluso non solo lui, l’unico italiano che siederà nel gruppo, viste le sorti di calendiani, boniniani e renziani, fermatisi a un passo dallo sbarramento, ma delusi anche i colleghi europei macroniani che, nonostante l’esito lepeniano del voto in Francia, hanno tenuto per così dire la posizione. “Lo dico e l’ho detto in tutte le 24 lingue dell’Unione europea: era fondamentale che anche in Italia ci fosse un’unica lista sulle nostre posizioni”. Per Gozi le responsabilità pendono dalla parte del leader di Azione Carlo Calenda, rispetto ad altri (Matteo Renzi ed Emma Bonino) che invece, a suo avviso, “hanno fatto quello che potevano per presentarsi con un’unica lista agli elettori”. “Calenda”, dice l’eurodeputato rieletto, “ha compiuto un gravissimo errore. Non so, forse per lui l’Europa non è centrale come per me, in un momento di trasformazione degli equilibri globali. Ma non voler fare una lista unica vuol dire di fatto avere diverse priorità”. Per non dire, continua Gozi, “delle dichiarazioni fatte ex post, in conferenza stampa”. Quella di ieri, in cui un plumbeo Calenda ha citato Winston Churchill (l’importanza del coraggio) per invitare i suoi alla ripartenza. “Dire, come ha detto Calenda, che Renzi fa partiti per sfasciarli ed Emma Bonino fa partiti con nessuno è una frase che si commenta da sola. Peccato: Renew avrebbe potuto avere altri 5,6 o 7 eletti. Vallo a spiegare agli elettori. E’ un danno per tutti, un danno evitabile che non si è voluto evitare”.

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.