Salvinacci

Salvini perde a Pontida ma si salva grazie a Vannacci: "La vecchia Lega è superata"

Carmelo Caruso

Promette purghe, si punzecchia con Zaia, perde nella città simbolo del Carroccio, ma nessuno lo sfida per la segreteria. Scompare per sempre la Lega di Bossi

Salvini con gli stivali. A Bossi vuole portare via la carrozzella, espellerlo, Vannacci lo porta invece come esempio: “Ad averne  come lui”. Promette purghe,  si ricandiderà segretario, mentre l’altra Lega, quella degli amministratori, si è rassegnata: “E’ andata male, ma con il 9 per cento delle europee, si è salvato. E’ un mago. Il mago Salvinacci. Faremo la fine di Calenda. Abbiamo perso le comunali a Pontida ma esiste ancora Pontida?”. La Lega adesso è  l’isola che non c’è.


Pensavano di prenderlo a calci con il voto delle europee ma i calci li vuole dare lui, Salvini. A urne chiuse dice alla gioventù salviniana, ai suoi biondini: “I voti dei leghisti che sono passati con FI, sono risibili. Vannacci è andato benissimo al nord più che al sud. Questo significa che il partito, malgrado i distinguo, lo ha votato. Significa che la mia linea era giusta. Significa che quella vecchia Lega è finita”. E’ l’impresario dei fenomeni, l’agente, il Beppe Caschetto degli spostati. Ma è pur sempre talento. I governatori della Lega, al solito, se lo tengono segretario, perché “si deve fare da parte lui”. Aspettano il meteorite. Luca Zaia, da Venezia, gli dice: “Sono sicuro che se mi candidassi domani io non prenderei il 9 per cento”.  Ma che Zaia si candidi alla guida della Lega, dicono in Lega, “è escluso”.

 

Come è escluso che lo facciano Fedriga o Giorgetti, anche se Giorgetti “potrebbe se glielo chiedono. Si potrebbe pensare a lui”. Vivono da almeno tre anni di “si potrebbe”. E’ quel numero, il nove, che permette a Salvini, a Via Bellerio, in conferenze, di dichiarare che “contano le percentuali. E oggi c’è il sole”. Splende, di sicuro, per Vannacci, il secondo più votato in Italia, dopo Giorgia Meloni, oltre mezzo milione di voti. Splende per Aldo Patriciello, un altro leghista dell’ultim’ora (era in FI) che totalizza quasi 80 mila preferenze, eletto, ma nella Lega sono già aperte le scommesse: “Sei mesi? Nove? Sia lui che Vannacci lasceranno il partito. Andrà così”. Vannacci, in verità, non ha questo problema. Non prenderà la tessera e lo conferma lo stesso Salvini che ha un solo obiettivo, castigare “i fuggiaschi”, “i traditori” (così li chiama di fronte ai giornalisti),  castigare Bossi, il fondatore che a urne aperte (“mai visto nella storia italiana un fondatore annunciare che voterà un altro partito”, dice Salvini) ha lasciato annunciare, a Paolo Grimoldi, il voto per FI, per l’amico Reguzzoni. Gli farà fare il processo e potrebbe alla fine anche graziarlo, usargli clemenza. Serve come scena, come teatro. Se ne parlerà al prossimo federale, dove qualcuno alzerà la testa, un poco, in attesa di gennaio, del congresso, quello in cui Salvini si ricandiderà perché “io ci sarò finché avrò passione”. E’ un amore disperato.

Un leghista di coraggio, è il massimo che si può sperare, uno che ha già detto “serve una riflessione”, c’è. E’ il capogruppo al Senato Romeo, che registra: “Il fatto che FI ci abbia sorpassato, anche se di poco, induce delle riflessioni”. Bella scoperta. I voti totali della Lega di queste europee sono 2 milioni, quasi quattrocentomila in meno rispetto alle politiche. Ma anche questo chi glielo dice, a Salvini? Le percentuali di Salvini conteranno ma con Vannacci sono come il vino allungato con l’acqua. Lo studio più condiviso dai leghisti è quello Swg che certifica il saldo negativo, il flusso in uscita. Non si guadagna un voto, anzi, si perdono e ad afferrarli è Forza Italia. A Milano, città, meglio lasciar perdere. La Lega è sesto partito, dietro Calenda. Al sud, in Calabria, FI la doppia: 17,98 per cento contro 9,19 per cento. In Campania anche: 10,82 contro 5,77. La capitale della Lega si è già spostata. E’ Trieste, il Friuli Venezia Giulia dove la Lega ha raggiunto il 14,93, un punto sopra il Veneto (13,15 per cento) la regione dove la secessione nella Lega si sta già consumando. Roberto Marcato, l’assessore di Zaia, propone liste civiche, liste Zaia, mentre a Zaia propongono più incarichi che a Mario Draghi, tutti smentiti da Zaia. Non c’è soluzione. In Forza Italia si azzarda che “è più facile che Fedriga venga da noi che la Lega vada da Fedriga”. Niente. Si è arrivati al punto da fantasticare Forza Italia come terra promessa per i leghisti senza stivali. Tra gli amministratori leghisti tutti a dire: “Salvini ha tolto a Meloni la patina di destra. La destraccia siamo noi. Dopo Vannacci resteranno le macerie”. Poveri illusi. Salvini è così felice che non fa altro che pensare che Vannacci gli abbia allungato la vita e che quei malmostosi dei veneti se ne faranno una ragione. Era un esperimento e per lui è riuscito. Insieme a Claudio Borghi sta già provinando altri possibili Vannacci. E’ l’epoca della rendita. Si vive con la pensione della mamma, con lavoretti extra. E’ isolato in Europa, a Pontida ha perso il candidato sindaco della Lega, dopo vent’anni. Ma a lui non importa perché “la Lega tiene”. Non si sa cosa, ma tiene, grazie a Vannacci, il reddito di cittadinanza di Salvini.

Carmelo Caruso

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio