Il caso

"Nemmeno Grillo ha votato M55". L'astensione del fondatore nello psicodramma di Conte

Simone Canettieri

Il comico-guru è scomparso, non risponde nemmeno ai parlamentari. I suoi amici: "Nell'ultimo fine settimana stava in Sardegna". In Aula intanto i pentastellati tornano alle origini: attacchi a Berlusconi e poi Donno viene aggredito mentre si discute di Autonomia

E’ andato al mare, altro che  a votare. Schierandosi con quella maggioranza silenziosa di italiani che voleva svegliare  a suon di vaffa e “fanno tutti schifo” e “mandiamoli a casa” perché “io sono l’Elevato”. Beppe Grillo continua ad astenersi da qualsiasi commento sulla frustata presa dalla sua (ex) creatura, dopo essersi astenuto sabato e domenica scorsi dalle urne. Possibile davvero che non sia andato a votare il sempre meno suo M5s? Dalle parti di Giuseppe Conte ne sono sicuri. E non se ne fanno una malattia, né polemizzano: meglio non svegliare il Grillo che dorme. E comunque non esistono foto e clip dal seggio dove vota, quello di Sant’Ilario a Genova. “Anzi, era al mare, in Sardegna”, raccontano i suoi amici, i nostalgici della purezza e del quando c’era lui.  Il garante in questa campagna elettorale non si è fatto vivo, nonostante i teatri calcati da Conte, habitat a lui congeniale. Tifava per un’unica candidata: l’eurodeputata uscente Sabrina Pignedoli (circoscrizione Nord est). Che non è stata eletta. 


Se dunque il vecchio Umberto Bossi ha fatto dire di aver votato Forza Italia, e non la X versione della Lega che non riconosce più, ci può stare che il Grillo, erede del qualunquista Giannini, si sia comodamente accodato con quel 50 per cento e fischia di italiani che non si è presentato alle urne. E allora forse avrà cantato come il re della musica indie Calcutta: “Preferirei una spiaggia di Sardegna, preferirei scaldarmi con la legna”. Che votare il M5s, partito dato in comodato d’uso a Conte in cambio – dicono i pentastellati con una certa cattiveria – di una consulenza come comunicatore   da circa 300 mila euro al mese. Nel contratto fra il Garante, diventato dipendente del partito che ha fondato, c’è per esempio l’uso del suo blog, dove una volta risiedevano i succhi gastrici del Movimento, con gli avvisi agli espulsi, epurati e spernacchiati. Bastava un “post scriptum”. Insomma, ieri sera il fu sacro blog grillesco apriva con una notizia datata 12 giugno dal titolo “L’energia del sole in una bottiglia”. Catenaccio: “L’energia solare è pulita e abbondante, ma non funziona di notte o nei giorni nuvolosi”. 


 Non proprio un’analisi dettagliata su quel 9,99 per cento che, tra farsa e realtà, sta portando il M5s alle care e vecchie assemblee congiunte. Una volta ghiottissime occasioni per raccontare gli sfogatoi di un partito che ha dato soddisfazioni a flotte di cronisti. “Invece l’altra sera – racconta un senatore alla seconda legislatura – non c’erano giornalisti ad aspettarci all’ingresso e nemmeno all’uscita”. Sicché non è uscito nulla di interessante, nemmeno dei i 4 o 5 parlamentari che hanno questionato intorno alla vicenda del vincolo dei due mandati da far saltare. L’unico stop imposto da Grillo a Conte per evitare la mutazione totale di un brand che pare non tirare molto. La risposta al momento sarà una due giorni dedicata agli stati generali per cercare “l’identità”. Formula vaga e impalpabile, che piace, a seconda dei tempi, ai partiti in crisi a caccia di spiriti del ‘94, delle primarie,  di Pontida e  così via.  Sarà di fatto Italia a 5 stelle, l’annuale festa grillina.

Forse senza la presenza di Grillo che non risponde ai parlamentari del M5s al secondo mandato, visto che quelli al primo, scelti da Conte, gli sono ignoti o quasi. Magari alla fine verrà a Roma, per il solito soggiorno all’Hotel Forum, già teatro dei destini del paese, da tempo non più frequentato dal comico-guru. Il solito blitz per poi scomparire nell’ombra, e passare le vacanze nella villa sarda al Pevero, l’altra, quella a Golfo Aranci, finita nel processo   del figlio Ciro l’ha venduta.  Tutti lo cercano, ma lui non risponde. E parla solo con Conte e pochi fedelissimi della vecchia guardia, come Roberto Fico. L’ex presidente della Camera  nel rimpastino che ha in mente l’ex premier potrebbe diventare vicepresidente (ora è nel comitato di garanzia con Virginia Raggi, altra iper critica che tiene rapporti all’esterno con il solito Dibba, mina vagante). Insomma una storia nemmeno tanto avvincente che ora passa nelle mani, dietro le quinte, del valido ufficio di comunicazione di Rocco Casalino, Chiara Ricciuti, Dario Adamo, Samir Hassan, Alessandro Redirossi  e tutti gli altri: staff made in Palazzo Chigi. In questa mezza noia e quasi certezza sul futuro ieri il M5s è tornato quasi alle origini. Prima durante la commemorazioni di Silvio Berlusconi alla Camera con uno scatenato Riccardo Ricciardi, “uno sciacallo” per il centrodestra sdegnato. E poi mentre si discuteva di Autonomia con la zuffa che ha investito il deputato  Leonardo Donno che, dopo aver esposto il tricolore con il colleghi intonando l’Inno di Mameli, è sceso fra i banchi del governo per consegnarlo al ministro Roberto Calderoli. Rissa cazzotti sfiorati, spintoni, commessi come arbitri di un ring. Il leghista Igor Iezzi che sembra Tyson, il patriota Federico Mollicone che giura: si è buttato. Morale: Donno è uscito sulla sedia a rotelle, soccorso dai medici. Basteranno queste scene per svegliare Grillo dall’astensione?
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.