Il caso

Caos elettorale a Roma, il direttore generale del Comune era in ferie sulla Via Francigena: "Mi ero già organizzato"

Simone Canettieri

La Capitale è l'unico comune d'Europa a non avere ancora fornito i dati: mancano 78 sezioni. Paolo Aielli, dirigente apicale del Campidoglio voluto da Gualtieri: "Era un periodo già programmato. Non è vero che mi hanno richiamato e ho detto di no"

Roma è l'ultimo Comune di Europa a fornire i dati elettorali. Mancano nel conteggio finale dei voti 78 sezioni per via di un bug informatico. Una storia incredibile che travolge il Campidoglio con tanto di commissione d'inchiesta attivata dal sindaco Roberto Gualtieri per cercare i responsabili di questa disfatta organizzativa clamorosa. E dove era il vertice dell'amministrazione? In vacanza. 

In questi giorni di caos, e di figura internazionale abbastanza barbina, da quando risulta al Foglio il direttore generale del Comune di Roma, Paolo Aielli, non lavorava.  Era ed è in ferie per un po' di relax sulla via Francigena con la famiglia. Si tratta del manager apicale dell'amministrazione più grande e importante d'Italia.

Davanti al caos Aielli - in ferie con la moglie, l'assessore Monica Lucarelli - sarebbe stato addirittura richiamato per gestire l'emergenza, preferendo continuare le sue camminate in Umbria.

Questo dettaglio viene confermato a questo giornale da tre fonti diverse, politiche e dirigenziali. Il diretto interessato smentisce. "Non ho nulla da dichiarare - dice il direttore generale contattato dal Foglio - e non mi sembrano domande pertinenti. Mi spiace ma non ho nulla da dirle. Dove sto sono fatti miei, ho delle vacanze programmate. Non è vero che sono stato richiamato".   

"Una scelta legittima e un tempismo surreale per chi è al vertice dell'amministrazione della Capitale d'Italia in occasioni campali di questo tipo per la macchina amministrativa che capitano una volta ogni cinque anni", fanno notare dal Campidoglio assessori e consiglieri comunali di maggioranza abbastanza inferociti. 

Cosa è successo ormai è noto. Il conteggio dei dati ufficiale lo fa l’ufficio elettorale presso la Corte di appello. Per garantire comunque un’informazione tempestiva ai cittadini i presidenti di seggio inseriscono (attraverso i rappresentanti del sindaco presenti in ogni plesso scolastico) i dati sintetici (votanti, voti per lista, preferenze, etc) nel sistema informatico.

Dopo l’inserimento dei numeri delle prime 800 sezioni, il sistema è andato in tilt: non presentava i dati o li confondeva inserendoli nelle sezioni sbagliate. I tecnici hanno provato a risolvere il problema fino a tarda notte. Non ci sono riusciti. Quindi, il giorno dopo il problema informatico è stato risolto, una task force fatta da dipendenti comunali ha ricominciato a inserire i dati dalla Fiera di Roma. Lo faceva attraverso questo modello 121, che è un documento che contiene i dati sintetici, solo che 78 modelli erano incompleti o con dati incoerenti (più voti dei votanti o cose simili).

Per risolvere il problema sarebbe stato necessario aprire verbali o addirittura schede, ma questo lo può fare solo la Corte di appello, quindi queste 78 sezioni sono rimaste senza dati. E lo saranno fino alla fine della verifica ufficiale, svolta dalla Corte di appello.

A volere Aielii, laureato in Scienze statistiche e già amministratore delegato del Poligrafico e della Zecca dello Stato, appena vinte le elezioni, fu il sindaco Roberto Gualtieri per un contratto fiduciario di circa 170 mila euro all'anno. Si tratta della nomina più importante nell'amministrazione.

Il direttore del dipartimento Trasformazione digitale, sott'accusa per il caos di questi giorni, è Enrico Colaiacovo, chiamato da Aielli a lavorare in Campidoglio. 

I problemi erano emersi già dal venerdì quando l'ex assessore e attuale consigliere della lista civica Raggi, Antonio De Santis, aveva denunciato il malfunzionamento del programma. Poi domenica l'ex sindaco e ora europarlamentare di Avs Ignazio Marino  è andato alla Fiera di Roma per denunciare pubblicamente il caos in corso.

 

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.