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il colloquio

Porro: “Urso è uno statalista, e c'è il diritto di dirlo. Chissà cosa pensa Meloni”

Salvatore Merlo

"La provocazione del Foglio era ben costruita: il governo di destra non ha anticorpi liberali", dice il giornalista commentando l'istanza di mediazione civile presentata dal ministro nei confronti del nostro giornale. "Quando la premier se ne accorgerà non vorrei essere nei suoi panni"

Ha chiesto fino a 500 mila euro al Foglio perché lo abbiamo chiamato Adolfo Urss, lo statalista. “E come lo vuoi chiamare un ministro che pensa di imporre con un algoritmo di stato il prezzo dei biglietti aerei all’interno di un mercato libero? Quello che nazionalizza l’Ilva. Adolfo Tatcher?”. Però il ministro del Made in Italy dice che la cifra è trattabile, eh. In pratica si accontenta: minimo 250 mila euro, ce l’hanno scritto i suoi avvocati nell’istanza di mediazione civile. “Beh modico”, ride Nicola Porro. Quasi liberale in effetti (nota per il ministro Urss: è ironia).

 

 

“Scherzi a parte, sai che penso?”. Prego. “Penso che la provocazione a Urso era ben costruita. Il Foglio voleva dire che il governo di destra non ha anticorpi liberali. Ecco, questo possiamo ancora concederlo a un giornale o no? Maddai. Ma che storia è? Assurdo. Secondo me Giorgia Meloni non è stata avvisata del fatto che un ministro del suo governo minaccia ritorsioni civili nei confronti di un giornale che ha espresso una critica politica ed economica. Quando se ne accorgerà non vorrei essere nei panni di Urss”. E perché? “Perché è una cosa che non si fa. E’ una cavolata enorme. Punto. Lo capisce chiunque. Voi pensate che domani Meloni si mette a querelare il padre di Ilaria Salis? E’ peggio dire ‘Nano Mammolo’ a lei che ha salvato la Salis o chiamare lo statalista Urso col nome spiritoso di Urss all’interno di una critica politica? Inoltre c’è un altro paradosso, che vorrei segnalare”. Segnali pure, l’abbiamo chiamata apposta. “Il Foglio criticava il tetto ai prezzi dei biglietti aerei, ebbene quel provvedimento di Urso dopo un vaglio della normativa europea è stato cancellato dallo stesso governo. Insomma quel provvedimento, che secondo Urso non era da Urss, lui se l’è dovuto rimangiare perché anche secondo l’Europa era in effetti da Urss”.

Porro ha scritto un libro su Antonio Martino, il ministro liberale. Se a Martino avessero dato dello “statalista” avrebbe chiesto un risarcimento o si sarebbe preoccupato chiedendosi dove stava sbagliando? “Martino credo che non abbia mai nemmeno querelato un giornale in vita sua. E se avesse sentito parlare, in Consiglio dei ministri, di un tetto ai prezzi, come nella Milano dei Promessi Sposi, credo gli sarebbe preso un colpo”. In questo governo ci sono un’anima statalista e una liberale? “Meloni ha più volte fatto richiami al lasciar fare.  Al ministero del Made in Italy non hanno sentito cosa dice la premier. Quel ministero è l’area statalista del governo”. Ma è confusione o strategia? “Vai a capirlo”. Lui  intanto si vuole candidare in Veneto al posto di Zaia. “Ma chi?”. Urss. “Ah, pensa come saranno felici gli imprenditori veneti”.

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.