Riecco l'hotel Forum

Grillo a Roma incontra Conte, malinconia e deroghe. "Cerca soldi?"

Gianluca De Rosa

Sul tavolo pentastellato il superamento del limite dei tre mandati. Il fondatore incontra anche il tesoriere del M5s Claudio Cominardi, alimentando fantasie finanziarie

Alle 13, esterno dell’Hotel Forum, affaccio fori imperiali, va in scena un rito ormai logoro. Un topos giornalistico che ha perso di appeal. Beppe Grillo arriva puntuale. Camicia bianca sbottonata e micro valigia sotto braccio. Nessuna dichiarazione ai pochi cronisti che lo attendono. Sono lontani i tempi in cui chi passava qui giornate sotto il sole o notti insonni sapeva di potersi aspettare sempre un guizzo, una macchietta, un travestimento. Come quando il fondatore del M5s si presentò con sulla testa una maschera da lupo per schivare i cronisti o quella in cui era nascosto da un casco da astronauta. O ancora  quando si affacciò alla finestra sventolando una gruccia, un appendino.  Era il giungo del 2016 si festeggiava la prima grande vittoria del M5s: la conquista dei comuni di Torino e Roma, con  Chiara Appendino, appunto, e Virginia Raggi.  Insomma, se non c’erano notizie, c’era almeno da divertirsi.  Questa volta invece niente di tutto questo. In uno dei suoi tanti incontri-scontri con la stampa Grillo disse: “Siete dei morti che camminano”. La sensazione è che quella definizione, dieci anni più tardi,  si addica più a lui. Ciononostante, come un tempo Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Virginia Raggi e tutta la sgangherata dirigenza grillina, anche questa volta è Giuseppe Conte, con il capo cosparso di cenere, a venire qui e non Grillo a recarsi a via di Campo Marzio.  “Non fatevi film”, ammonisce entrando nell’albergo l’ex premier. Dopo la scoppola elettorale rimediata dal Movimento in tanti hanno evocato a voce più o meno alta un ritorno del fondatore. A partire dall’ex ministro Danilo Toninelli: “Manca Beppe Grillo, lui faceva sognare. Conte è una brava persona, ma è un tecnico e i tecnici non sanno emozionare”. Grillo, lo ha raccontato questo giornale, questa volta non è neppure andato a votare.  Nei giorni precedenti, attraverso il fu sacro blog, più che per i volti nuovi di Conte ha fatto campagna elettorale per i candidati del grillismo d’antan. I vari Dario Tamburrano e Gianluca Ferrara. Da due anni si è trasformato da capo a dipendente del M5s. E’ avvenuto con la modifica dello statuto disegnata come un abito sartoriale su misura del presidente del M5s, e cioè su Conte. Con il garante, Grillo, ridotto a poco più di un figurante. Contestualmente il blog , gestito dalla fida Nina Monti che ieri lo ha accompagnato al Forum, ha ricevuto dal M5s un finanziamento da 300 mila euro. Un accordo citato con malizia anche dall’ex capo politico Luigi Di Maio: “Grillo ha 300 mila buoni motivi per restare in silenzio”.

 

 E però Conte adesso vuole cambiare le regole. E per farlo è necessario che Grillo sia dalla sua parte. Una sola parola storta del fondatore, una battuta acida, in questa fase complicata, può costargli caro. Il principale cambiamento che  auspica per dare maggiore forza alle liste è quello di superare il limite di mandati. La politica di professione come unica strada per creare una classe dirigente in grado di costruirsi un buon bacino elettorale. La massima delle nemesi per un partito movimento nato con il “vaffa” alla politica professionale. E infatti quello dei tre mandati è l’unico argomento sul quale, durante la sfiancante trattativa per la modifica dello statuto, Grillo non aveva voluto cedere. Come convincerlo adesso a continuare a sostenerlo? “Conte arriverà con un assegno in bocca”, scherza qualcuno. L’ex premier esce dal Forum dopo due ore di faccia a faccia senza dire una parola. Dal suo staff parlano di “incontro bello, incentrato su temi e visione”.  Subito dopo comunque si scopre che ci sarà un secondo faccia a faccia. Questa volta tra Grillo e Claudio Cominardi, tesoriere del M5s. Eureka! Tutti i presenti si convincono: si parla di soldi, vogliono comprarsi il silenzio di Grillo! Una specie di canone politico: pagare per non far saltare in aria la baracca.  Suggestioni smentite all’uscita  dall’uomo che tiene la cassa del M5s: “Con Beppe abbiamo parlato di temi, lui è un visionario”. E nelle sue visioni che pensa? Si potrà andare oltre il vincolo dei tre mandati? “Lui vola alto, abbiamo parlato di democrazia diretta,  di ripartire dai comuni, non del passato, ma solo del futuro”. 

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