tu quoque, nicole
Poche preferenze in Italia centrale per Schlein. “Sono stati Nardella e Zingaretti”
I risultati delle europee hanno creato scompiglio all'interno del Pd, riunito ieri al Nazareno dalla leader di partito. Che però deve fare i conti con infidi riformisti e alibi che echeggiano un tradimento
Se in queste ore vedete Nicola Zingaretti aggirarsi per il suo studio, curvo e assorto, non crediate che cerchi la biro: cerca un alibi. Ma andiamo con ordine.
Stefano Bonaccini vuole fare il vicepresidente del Parlamento europeo, Zingaretti vuole fare il capogruppo dei socialisti a Bruxelles, e una valanga di neo eletti è pronta ad accoltellarsi (nota per il ministro Adolfo Urss: non è letterale l’accoltellamento, trattasi di metafora ironica e nessuno chiederà 500.000 euro di risarcimento al Foglio) per fare il capodelegazione del Pd in Europa. Sicché ella, anzi Elly, cioè Schlein, ieri li ha riuniti tutti al Nazareno, li ha guardati questi suoi eurodeputati del Pd, e gli ha spiegato che, per stabilire quale poltrona alla fine si ficcherà a forza sotto il sedere di qualcuno, tratterà lei personalmente con i vertici del Partito socialista europeo. “Vediamo nei prossimi giorni”. Ecco, vediamo. Ma intanto è dalla mattina di lunedì, cioè dal giorno successivo alle elezioni, che nel Pd la sola carica non discussa all’interno del partito, meno male, è stata quella di presidente della Repubblica.
E a questo proposito ci viene in mente che quando Fallières, nel 1913, ricevette all’Eliseo Poincaré, suo successore, gli disse: “Il posto è buono, disgraziatamente non c’è avanzamento”. D’altra parte anche il posto di Bonaccini è buono, e per soprammercato ha pure avanzamenti. Come è buono anche quello cui punta Zingaretti, detto anguillone o saponetta. Entrambi sono certi di avere già l’accordo blindato con Elly, insomma con ella. Ma c’è un problema. L’altro giorno infatti qualche malizioso che non si fa gli affari suoi ha portato i risultati delle preferenze del Pd nell’Italia centrale a Schlein. Poiché ella, anzi Elly, oltre a parlare le lingue sa persino fare di conto, s’è accorta che nel Lazio Zingaretti ha preso solo una manciata di preferenze meno di lei (89.179 contro 89.626). Non solo. S’è accorta pure che in Toscana Dario Nardella l’ha superata (60.849 contro 50.865). E s’è accorta infine che nelle Marche è arrivata terza dopo Matteo Ricci che ha preso quattro volte i suoi voti. Pure Alessia Morani è andata meglio della segretaria. “Qua qualcuno mi ha fregata”, ha dunque esclamato Schlein (che come ben si vede è una donna logica). Ma c’è di più. Nella circoscrizione Italia centrale, ella, cioè Elly, è arrivata prima con 165.879 preferenze. Ma la somma dei voti presi da Zingaretti (125.488) e da Nardella (116.836) non fa 165.879. Fa 242.324. Dunque: dove sono andati a finire i restanti 76.445 voti che avevano promesso a Schlein? Poiché nulla le si può nascondere, ecco che il famoso e implacabile sorriso odontoiatrico d’ella, cioè d’Elly, s’è a quel punto gelato d’una decina di gradi. “Ti hanno usata come capolista ma hanno fatto accordi in giro con altre candidate”. Ma va?
Passino Nardella, Ricci, e tutti gli altri candidati che sono infidi riformisti, insomma di un’altra parrocchia come Bonaccini... ma Zingaretti? Ma Nicola? Ma anguillone suo? Tu quoque, Nicole, fili mi! (nota per il ministro Urss: è latino). Tuttavia noi, personalmente, non crediamo alle malelingue. Anzi stiamo con Zingaretti, sempre esemplare per lealtà. Sin da quando garantiva (minacciando querela con lettere di avvocati a chi sosteneva il contrario) che non aveva deciso di candidarsi alle europee. Nel Pd adesso lo accusano di tradimento. Ma è una calunnia.