Vi indigna la Meloni tarantolata? Immaginate un G7 "di sinistra" a guida Schlein
Commenti furibondi su Instagram per il video della premier che balla la pizzica. L'incubo consolatorio di un summit con la segretaria dem a fare gli onori di casa, tra lodi su Rep., commenti di Giannini e ricette di Massimo Bottura (solo cucina povera e sostenibile)
Dopo le faccette con Macron, il “Melodi team”, le battute col Papa, gli scherzi, i lazzi, i selfie, grande sdegno anche per il video di Giorgia che balla la pizzica nel finale del G7, come da ultimo punto in scaletta (“spettacolo danzante nella piazzetta del Borgo”). Commenti furibondi su Instagram: “La gente muore di fame e lei ballaaaaa!”; “libera e felice mentre cancella l’aborto”; “180 giorni per fare una tac e va in vacanza in Puglia!”; “come fa a ballare mentre c’è un genocidio in corso di cui è complice???” (e qui si immagina la scena col pizzicarolo in costume che si avvicina: “Meloni, permette un ballo?”. “No, grazie, c’è un genocidio in corso”). Con l’appropriazione meloniana della pizzica siamo in piena “Taranta del centrodestra”, indimenticato capolavoro del Checco Zalone prima maniera (“dove sta scrittu che la musica popolare è solo di sinistra? Sentite quant’è bella, uscite dalla finestra, arriva la tarantella dellu centru destra”).
Si capisce anche un po’ la rabbia: se i fasci dopo Capalbio si prendono pure il Salento è davvero tutto finito. Chissà allora come sarebbe stato un G7 con Elly Schlein al posto di Giorgia. Chissà le lodi su Rep.! Chissà gli editoriali delle grandi firme. Un G7 finalmente femmina, non pacchiano, ecosostenibile. Facce e faccette che diventano “sani momenti di autentico relax”. I selfie coi leader “istantanee di un evento che passerà alla storia”.
Certo Elly in Salento non avrebbe scelto Borgo Egnazia ma Torre Suda e dintorni. Avrebbe sparpagliato “i potenti della terra” in un set di magnifiche ville in stile moresco spalmate nella macchia e negli anfratti scoglieri. Non un “resort blindato”, ma una location inclusiva, aperta, condivisa. Un luogo sì di vacanza, ma dove risuona anche la memoria dei braccianti e degli scioperi per le terre e si sente in lontananza un po’ di eco del “comunismo decolonizzatore” dell’ultimo libro di Canfora. Non più un “Salento Village”, un’accozzaglia kitsch, la versione “borgo” di Seahaven, la cittadella del “Truman Show”, ma una Puglia vera, autentica, carica di storia, ricca di grani antichi. Non artigiani figuranti, ma autentici migranti filmati da veri documentaristi. Il New York Times avrebbe approvato: “True Apulian authenticity”.
Applausi per gli acrobati del Cirque du Soleil paracadutati sui resort al posto della Folgore. Regia dell’evento affidata a Baz Luhrmann, ospite d’onore Annalisa, “simbolo di un cambio di passo verso i diritti”, e pazienza per la foto col Papa a fine giornata. Dopo l’insostenibile retorica del “Nessun dorma” sbrodolato da Bocelli, Michele Serra avrebbe trovato “azzeccata” la scelta di una serata di lap-dance femminista con Elodie sopra un trullo. A margine degli incontri bilaterali, spazio per la filmografia di Ken Loach, proiettata in loop in una masseria, introdotta a braccio da Michele Emiliano. Biden in estasi, in prima fila, sempre a bocca aperta. E che dire della cena di Massimo Bottura? Solo materie prime povere e sostenibili. Una lotta continua agli sprechi. Pane, pomodoro, Brunello abbinato al merluzzo pescato a strascico da Carola Rackete con la Sea Watch. Una “cena essenziale” avrebbe scritto Massimo Giannini sulla Stampa, consumata sopra tovagliette disegnate da Zerocalcare che ricordano ai leader il dramma delle diseguaglianze.
Sarebbe stato un successo, poi un libro-testimonianza, poi un documentario su Netflix. Elly scatenata sino a notte fonda con Justin Trudeau sulle note di Cristina D’Avena. E in quel ballo pieno di gioia, un ballo vero e autentico, non messo in scena per Instagram come quell’altro, “tutta la forza, l’orgoglio, la lotta millenaria delle donne per l’emancipazione”.