Crisi a 5 stelle

Da Grillo a Bankitalia che stronca il Superbonus. Quanti guai per Conte

Gianluca De Rosa

Il comico ironizza. "Ha preso meno voti di Berlusconi". E adesso nel Movimento ognuno vuole dire la sua sulla collocazione dei 5 stelle. Ma Conte frena: "Abbiamo scelto un campo, quello progressista". E va in piazza con Schlein

Lui in piazza sventola il tricolore  contro il premierato e l’autonomia. Qualcuno inevitabilmente ironizza: “Vista la situazione sarebbe meglio se issasse bandiera bianca”. Per Giuseppe Conte è un giorno orribile. Dopo il 9,9 per cento delle europee, la condanna definitiva all’ex sindaca di Torino Chiara Appendino, piove ancora sul bagnato. Lunedì in serata Beppe Grillo, dall’ultima tappa del suo tour a Fiesole, è tornato a parlare di lui. Parole fastidiose, per usare un eufemismo. “Conte? L’ho incontrato a Roma mi ha ha fatto un po’ tenerezza. Ha preso più voti Berlusconi da morto che lui da vivo... deve capire che io sono essenziale e non so come andrà a fine con lui”. E ancora: “Il Movimento che abbiamo fatto forse non c’è più, dicono che forse siamo vaporizzati. Dovremmo riconquistare un po’ di senso dell’umorismo, poi basta che parli 15 minuti con Conte e ti passa, perché è un professore, un avvocato”.

 

Era quello che temevano a Via di Campo Marzio dopo la scoppola europea. Una parola di troppo del fondatore per dare il via libera al fuoco di fila di militanti, eletti ed ex eletti. Ognuno pronto a dare a senza freni la propria opinione sul futuro del Movimento, ben prima della “fase costituente”, programmata da Conte a settembre. Il presidente del M5s sperava che il contratto da 300 mila euro che lega il fondatore al  nuovo Movimento a trazione contiana avesse la capacità di silenziare Grillo (che venerdì oltre a Conte aveva incontrato il tesoriere stellato Claudio Cominardi). Ma il comico a far la figura del prezzolato non ci sta. E Conte, suo malgrado, è costretto a ridimensionare e replicare. “Il destino del Movimento non è nelle mani di Grillo.  Con lui abbiamo parlato un’ora e mezza  abbiamo scherzato, riso, l’ho lasciato coinvolto e pimpante. Poi lasciamogli fare liberamente le battute che ritiene”. Dunque la stoccata: “Rispetto alla battuta che ha fatto su Berlusconi, ho trovato più originale quella su Draghi grillino, anche se più dannosa per M5s”. Come a dire: l’errore che paghiamo oggi nelle urne lo ha fatto Grillo che ha voluto il sostegno del M5s al governo Draghi, non io che l’ho fatto cadere.


Intanto, come se non bastasse, la Banca d’Italia ha  smontato anche l’ultimo argomento della difesa d’ufficio dei 5 stelle al Superbonus: ha contribuito a far crescere l’economia più di quanto abbia creato un gigantesco buco di bilancio. Falso. Da Palazzo Koch spiegano che la misura  – insieme al bonus facciate – è costata 170 miliardi, di cui 45 che sarebbero stati spesi lo stesso: non c’è stato alcun effetto moltiplicativo sul Pil, solo un cratere nei conti pubblici. 


Nella pancia del grillismo che stava per completare la trasformazione in contismo tutto ribolle. I grillini del tempo che fu, dall’ex ministro Danilo Toninelli a Virginia Raggi, invocano “il ritorno di Beppe” e chiedono di tornare “ai temi” senza “schierarsi a destra o a sinistra”. Rispunta all’improvviso persino l’avvocato Lorenzo Borrè, il legale dei dissidenti grillini : “Il movimento non è nelle mani di Grillo”., si sfoga anche lui. Ma nemmeno “nelle mani di un’intera comunità” che “si è sempre contraddistinta per la vocazione della maggioranza  alla ratifica di decisioni calate dall’alto”. E’ un tutti contro tutti che una volta innescato non si sa dove può portare. Anche se il movimento, almeno quello giuridico, è saldamente nelle mani di Conte che con la modifica dello statuto ha accentrato tutti i poteri sulla figura del presidente, ridimensionando il ruolo del garante, ovvero Grillo. Anche il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli dice la sua via X: “’Né di destra né di sinistra’. Lo sento dire da molti anni. Da quelli di destra.”. Una risposta  ai nostalgici, che Conte, maestro di camuffamenti, incapace di scegliere tra il democratico Joe Biden e l’ex amico Donald Trump, stavolta segue:” il Movimento un campo lo ha scelto”. Lo chiama progressista e non sinistra, ma tant’è: “Se qualcuno ha inclinazioni di destra ne tragga le conseguenze”, dice. L’operazione Bettini è completata: il M5s è la gamba (minore) del campo largo. Reggerà? Intanto per far vedere che il M5s è con lui Conte  alla manifestazione contro premierato e autonomia in piazza Santi Apostoli arriva accompagnato dall’intero gruppo stellato a Montecitorio. Abbraccia Schlein mentre la piazza grida “Unità, unità”. Poi parla dal palchetto dell’aggressione “squadrista” al deputato  Donno, che intanto  ha presentato querela per lesioni contro i leghisti  Iezzi e  Candiani e deputati di FdI  Mollicone,   Amich e  Cangiano. “Calci e pugni a un nostro parlamentare non ci fermeranno!”. IlConte Antifa è pronto alla sfida.