Passeggiate romane
Il Pd non si fida di Conte, in Europa Schlein ha in testa uno scambio
Il presidente dei 5 stelle ha rimandato al mittente la proposta di scrivere il programma delle opposizioni insieme: non è un buon segnale, soprattutto per chi crede in un'alleanza senza se e senza ma tra i due partiti. E in Ue la segretaria guida a testa alta la trattativa delle nomine
Il campo largo si fa e si disfa che è una bellezza, manco fosse la tela di Penelope. Al Pd dopo il risultato conseguito alle elezioni europee si era diffuso un certo ottimismo sulle mosse future di Giuseppe Conte. “È all’angolo, non potrà non venire a patti con noi e ridurre le pretese”, era l’opinione corrente fino a due tre giorni fa. Ma adesso, al contrario, dopo le ultime esternazioni dell’ex presidente del Consiglio, tra i dirigenti del Partito democratico circola una certa preoccupazione. Conte ha respinto al mittente la proposta di Elly Schlein di scrivere il programma delle opposizioni insieme. E questo non è un buon segnale. È vero che una parte importante del gruppo dirigente del Movimento 5 stelle spinge per l’alleanza senza se e senza ma con i dem, a cominciare da Roberto Fico per finire con la neo presidente della regione Sardegna Alessandra Todde, ma è anche vero che tra i grillini c’è una grande fibrillazione e al Pd non hanno capito quale piega prenderanno i futuri eventi. Anche perché al Nazareno nessuno crede che alla fine dentro il M5s andrà in porto l’operazione di disfarsi di Conte.
Anche con i rosso Verdi non è tutto rose e fiori. Angelo Bonelli sembra pronto ad avviare da subito un’operazione di avvicinamento al Pd “per costruire l’alternativa alle destre”. Nicola Fratoianni invece è più freddo rispetto a questa ipotesi. Non perché non abbia ben chiaro che alla fine il traguardo sarà quello, ma non intende però andare dai dem senza alzare prezzo e condizioni. Perciò è sua intenzione far ballare un po’ la dirigenza dem prima di pronunciare il fatidico sì.
Intanto Elly Schlein, che pure non è andata bene sul piano delle preferenze personali, sta affrontando con grande determinazione anche la pratica europea. Ha già spiegato a Sanchez che il suo partito non rivendicherà la presidenza della delegazione dei socialisti e democratici ma che la lascerà alla Spagna, anche se, visto il risultato elettorale ottenuto dal Pd, quell’incarico spetterebbe a un italiano. Per Schlein sarebbe troppo complicato trovare la persona giusta, perché non pensa certo di affidare quella poltrona a chi non sia un fedelissimo (o una fedelissima). Meglio lasciar perdere, allora, e puntare ad altre cariche in Ue.
L’idea della segretaria è anche quella di non riconfermare Pina Picierno alla vice presidenza del Parlamento europeo: troppo distante dalla segretaria. Ma gira voce che non è detto che questa operazione le riesca perché Picierno ha buoni agganci nel Parlamento europeo. Quanto alla questione del capogruppo dem, il posto che era ricoperto da Brando Benifei, per intendersi, Schlein sarebbe sempre più orientata ad affidarlo a Camilla Laureti. Lei sì che è una fedelissima della prima ora. Non Nicola Zingaretti, di cui la segretaria sembra non fidarsi del tutto, anche se l’ex presidente della Regione Lazio negli ultimi tempi si è molto avvicinato alla leader.
A proposito dell’Eurogruppo dem, c’è da aggiungere un’annotazione: tra un annetto potrebbe essere orbo di ben tre dei suoi componenti. Antonio Decaro, infatti, è in pole position per candidarsi a presidente della Regione Puglia dopo Michele Emiliano. E oltre all’ex sindaco di Bari potrebbero volare per altri lidi Matteo Ricci (candidato governatore delle Marche) e Camilla Laureti (candidata in Umbria).