Il caso
Occhiuto (FI): "Sull'Autonomia il centrodestra ha sbagliato. Presto se ne accorgerà"
Il presidente della Calabria e vicesegretario forzista si schiera contro "il metodo usato per votare a tappe forzate". Parla di provvedimento "divisivo" e attacca: "Non so se i minimi vantaggi elettorali che il centrodestra avrà al Nord compenseranno la contrarietà degli elettori del Sud". Le opposizioni intanto annunciano una raccolta firme
"Il centrodestra ha commesso un errore, e presto se ne renderà conto". Le sue perplessità erano note, ma oggi, dopo l'approvazione alla Camera, il presidente della Calabria Roberto Occhiuto, in quota Forza italia, torna alla carica contro l'Autonomia differenziata. "La norma andava maggiormente approfondita e la discussione doveva svolgersi in modo sereno: avremmo così avuto l’opportunità di spiegarla meglio nelle regioni meridionali", ha detto in una nota il governatore, che del partito fondato da Berlusconi è anche vicesegretario. Dichiarazioni che hanno un certo peso, considerando anche che alle 12, quando il voto è terminato ormai da oltre quattro ore (a eccezione dell'ex leghista veneto passato a FI, Flavio Tosi) gli altri esponenti azzurri hanno preferito parlare di esami di maturità e "auguri ai ragazzi".
Nei giorni scorsi – provocando le reazioni leghiste – Occhiuto aveva già denunciato un clima poco sereno, (si riferiva alla rissa in Aula e all'aggressione al grillino Leonardo Donno), sottolineando soprattutto la mancanza di coperture finanziarie. Oggi rincara la dose. "Comprendo le ragioni dei deputati calabresi di Forza Italia, Francesco Cannizzaro, Giuseppe Mangialavori e Giovanni Arruzzolo, che hanno deciso di non votare questa legge. È stata una loro scelta, che ho condiviso", ha aggiunto quindi il governatore.
"Il testo del disegno di legge sull'autonomia differenziata è certamente migliorato, grazie soprattutto al lavoro dei ministri di Forza Italia e di Antonio Tajani, rispetto a quello proposto mesi fa dal ministro Calderoli. Per le materie più importanti non si potranno ratificare intese tra stato e regioni senza prima aver quantificato e finanziato i livelli essenziali delle prestazioni", riconosce Occhiuto, pur definendo "poco comprensibile il metodo usato per votare a tappe forzate, rifiutando possibili ulteriori migliorie: così facendo il ddl è sembrato una bandierina di una singola forza politica, in un clima che ha rappresentato questa norma come divisiva in Parlamento e nel Paese".
Occhiuto lascia intendere inoltre che dietro l'approvazione dell'Autonomia ci possa essere un qualche calcolo elettorale, a vantaggio della Lega – che di questa riforma è stata il principale promotore e oggi parla di "giornata storica" – ma anche di Fratelli d'Italia che continua a crescere nel nord Italia e in Veneto, dove punta alla presidenza per il dopo Zaia, è andata oltre il 30 per cento, quasi triplicando i consensi del Carroccio. Ed è in questa prospettiva che si inseriscono, non a caso, le parole del senatore meloniano Luca De Carlo, papabile candidato alle prossime regionali venete per il centrodestra. Il coordinatore regionale del Veneto ha provato a intestarsi il provvedimento con una nota in cui non si citava la Lega, ma piuttosto si parlava di un "risultato possibile solo grazie all’impegno, al lavoro e alla serietà del Governo Meloni. Quanti, anche in Veneto, per mesi ci hanno attaccato dicendo che con questo governo l’autonomia sarebbe stata bloccata e affossata? Oggi credo siano in molti a doversi ricredersi".
Di certo non vorrà ricredersi Occhiuto. "Non so se i minimi vantaggi elettorali che il centrodestra avrà al Nord, dove presumibilmente i cittadini prima dell’autonomia avrebbero preferito avere meno tasse e meno burocrazia, compenseranno la contrarietà e le preoccupazioni che gli elettori di centrodestra hanno al Sud", ha concluso il governatore della Calabria, senza nascondere una certa preoccupazione. D'altra parte anche gli altri governatori in quota Forza Italia guidano regioni del Sud, da Renato Schifani in Sicilia a Vito Bardi in Basilicata. Proprio quest'ultimo ha fatto sapere di "condividere le perplessità già espresse da alcuni esponenti di FI, come Occhiuto, n ordine all’accelerazione che si è voluto imprimere al processo legislativo".
Nel frattempo le opposizioni annunciano battaglia sul provvedimento definito "Spacca Italia", pronti a mettere in campo una mobilitazione nelle piazze e una raccolta firme per un referendum abrogativo. Un'iniziativa a cui, oltre Pd, M5s e Più Europa, anche Matteo Renzi ha detto di essere pronto a lavorare. Chissà che ai banchetti non ci sia pure Occhiuto.