Luciano Violante (foto LaPresse)

L'uscita

Luciano Violante se ne va: "Lascerò la Fondazione Leonardo. Non condivido nuova linea"

Carmelo Caruso

"A fine mandato lascio. Avrò una fondazione mia e mi porto via i progetti". L'ex presidente della Camera non sposa il nuovo progetto dell'ad, Roberto Cingolani. A suo posto si parla di Gianfranco Fini

Roma. Giorgia Meloni sta per perdere il  “cosacco”, il comunista-destro, l’amico falce, diritto e martello. Luciano Violante lascia la Fondazione Leonardo. Ne avrà una sua. Violante, è vero che lascia l’incarico di presidente della Fondazione? “E’ vero, a fine mandato, vado via”. Perché? “Perché ho capito che non c’è bisogno di me. Perché Leonardo, il suo ad, ha un progetto diverso che non condivido. Senza polemiche, farò altro”. Meloni lo sa? “Non ho informato la premier”. Come sono i suoi rapporti con l’ad della partecipata di stato, Roberto Cingolani? “Eccellenti. Al punto che mi permette di portare via i progetti”. Va via e si porta i progetti? “Sì”. E che significa? “O che quei progetti non interessavano o che Cingolani è un uomo cortese”. (Caruso segue a pagina quattro)  
Dopo cinque anni sta  per concludersi l’esperienza di Violante alla Fondazione Leonardo, la Fondazione della partecipata  che opera nel settore difesa e aerospazio. Lascerà alla scadenza, a fine anno. Va via dopo la riorganizzazione, il nuovo corso promosso dall’ad Cingolani. I risultati economici premiano l’ad, fortemente voluto dalla premier. Il 16 luglio, presso la sala della Regina della Camera,  sarà presentato il piano industriale e ad ascoltare Cingolani, è attesa  Meloni, in prima fila. Per i mercati la scelta di Meloni è stata vincente ma Meloni cosa dice  dell’addio del suo “caro Luciano”, dell’ex presidente della Camera, la figura che cita come riferimento, suo protettore quando parla di riforme, suo compagno di riflessioni? Leonardo ha due fondazioni. Una è Med-Or, presieduta da Marco Minniti, l’altra è quella che dirige Violante e che si occupa di nuove frontiere, spazio, metaverso, analisi scientifiche. Con la nomina di Cingolani è cambiata la natura della Fondazione più orientata sulla brand identity, sulla comunicazione interna. Violante, quali sono i progetti che non condivide? “Leonardo vuole puntare, legittimamente, sulla comunicazione interna. Io quel lavoro non lo so fare. Non è il mio. Nulla di male”. I suoi rapporti con Cingolani come li definisce? “Eccellenti. Finisce un’esperienza, ne inizia un’altra. Farò una nuova fondazione e con me verranno ricercatori della Fondazione Leonardo, un nucleo”. E’ vero che i costi della Fondazione fossero alti, oltre due milioni e mezzo di euro? “Non metto in dubbio i costi. Se si vogliono ridurre, si faccia, ma insieme ai costi bisogna anche guardare alla resa che è stata altissima”. In questi cinque anni quali sono state le ricerche della Fondazione Leonardo? “Abbiamo promosso la prima legge sullo spazio e poi tanta educazione digitale per l’Arma dei carabinieri e, ancora, ricerche sottomarine, archeologia marina, biologia insieme all’Università Bicocca per conoscere i fondali, le terre rare. Un nostro studio di pedagogia digitale ci è stato chiesto dai giapponesi. Sarà portato all’Expo 2025 di Osaka. Quello della Fondazione è stato un lavoro importante, intenso, che non verrà gettato. Quei progetti continueranno”. Violante, da quanto tempo conosce Meloni? “L’ho vista crescere politicamente sin da quando era vicepresidente della Camera”. Vi volete bene, si vede, lo sanno tutti. “Ci stimiamo”. E però, va via, addirittura avrà un’altra fondazione, davvero non ha chiamato Meloni? “Perché avrei dovuto?”. In FdI prima di questa intervista si diceva: “Violante può stare in Fondazione quanto vuole. Per Meloni, Violante non si tocca. Per Meloni, Violante potrebbe perfino fare il presidente della Repubblica”. Ma Violante lascia e ragionando in FdI c’è solo uno, a destra, che, per caratura, può occupare il posto che lascerà  Violante in Fondazione: Gianfranco Fini. Violante, chi verrà dopo di lei? “Non ho idea”. Ha idea di come chiamarla questa nuova sua Fondazione? “Ve lo dirò”. Se i progetti sono così importanti, Cingolani è stato dunque solo cortese permettendogli di portarli via, è corretto? “Cortese”. Ha detto che i vostri rapporti sono eccellenti, giusto? “Lo confermo. Eccellenti. Perché? Pensa il contrario?”.

 

Di più su questi argomenti:
  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio