Il verdetto
A Firenze vince la dem Funaro, Schmidt e la destra sprofondano. E Renzi chi se lo ricorda più?
Al ballottaggio trionfa la cadidat del Pd dem, già assessora della giunta Nardella. L’ex direttore degli Uffizi invece prende perfino meno voti del primo turno (quando poteva contare sull’effetto Meloni). E le preferenze di Italia viva? Semplicemente non pervenute
Lo scarto è talmente ampio che nel quartier generale di Sara Funaro si esulta già pochi minuti dopo la chiusura delle urne. Niente ribaltone a Firenze. Sprofonda Eike Schmidt, il candidato di FdI voluto dal ministro Sangiuliano. Superfluo Renzi – l’ex sindaco aveva rifiutato ogni endorsement, scatenando le polemiche –, stravince l’eredità civica del renzismo confluita nel Pd. “Una giornata straordinaria”, Dario Nardella cede il testimone dopo un decennio. “Funaro è stata una grande assessora. Sarà anche una grande sindaca”. Il confronto, dopo i 10 punti di distacco al primo turno, s’è rivelato impietoso. La candidata del centrosinistra si impone con oltre il 60 per cento delle preferenze. Schmidt non arriva al 40. Interessante anche il dato assoluto: crolla l’affluenza – dal 64 al 48 per cento –, ma se Funaro al ballottaggio perfino rimpolpa i suoi 78mila voti, l’ex direttore degli Uffizi ne perde ben 6mila, circa il 10 per cento. Un’emorragia che evidenzia come il profilo del tedesco Schmidt – “Meloni non l’ho mai sentita, mi ritengo un centrista aristotelico e antifascista”, diceva – non abbia scaldato gli animi della destra fiorentina. Che lo scorso 9 giugno non aveva fatto fatica a mettere una X in più vicino a quella di Giorgia, visto che si votava anche per le europee. Ma che oggi, insomma, durante il ponte di San Giovanni, proprio non ha sentito ragioni per scomodarsi. Ha perso anche nella propria sezione, Schmidt. “Rispettiamo il volere degli elettori”, le prime reazioni dal comitato. “Resta però un’occasione mancata per cambiare la città”. Amen.
L’altro messaggio di queste elezioni è l’irrilevanza di Matteo Renzi e Italia viva anche nel comune della Leopolda. Si era tanto congetturato su quanti voti avrebbe potuto spostare la sua candidata Stefania Saccardi, terza forza in corsa al primo turno con un ghiotto 7,3 per cento. Ebbene: zero. L’effetto su Funaro è marginale. Quello su Schmidt nullo. Davanti alla neutralità suggerita dal leader e dal partito, gli elettori sono rimasti a casa. Mentre l’appoggio di Saccardi a Funaro, “a titolo personale”, è suonato come un calcolo di circostanza: il Pd toscano aveva fatto intendere che ogni mancanza di sostegno sarebbe stata considerata incompatibile col suo ruolo di vicepresidente della giunta Giani.
Finisce insomma con la vittoria totale dell’area dem, che conferma la sua buona tradizione alle amministrative. E una delle sue roccaforti. “Dedico questo risultato a mio nonno Piero Bargellini”, dichiara la neosindaca, nipote del primo cittadino durante l’alluvione del ’66. “Oggi sposo anch’io questa meravigliosa città”. Dall’altra parte Schmidt accusa qualche problema di aritmetica – “abbiamo migliorato il dato del primo turno”, sarà –, promette di guidare l’opposizione in Consiglio comunale. Ma anche questa volta, è il verdetto dal capoluogo, l’assalto del centrodestra alla Toscana è rinviato. Se non fallito. “O faranno la storia o faranno lo strudel”, scriveva il Foglio durante la campagna elettorale. Beh: guten appetit.