il caso
Adesso il centrodestra ci riprova: vuole cambiare la legge sui ballottaggi
La Russa e Donzelli rilanciano: "Rivedere la legge elettorale delle amministrative". A marzo con un emendamento c'aveva già provato la Lega. Il Pd si oppone: "Non si scappa col pallone in mano. Non è colpa degli elettori se la destra ha perso è colpa loro", attacca Schlein
Archiviare il ballottaggio. La proposta non è nuova, ma adesso, dopo i risultati non proprio esaltanti di questo giro elettorale (per dire: sei sconfitte su sei, nei capoluoghi di regione), il centrodestra rilancia. "Il doppio turno non è salvifico e anzi incrementa l’astensione. Occorre ripensare a una legge elettorale per le amministrative, magari seguendo l’esempio del doppio turno siciliano o inserendo idonei correttivi per evitare storture come queste e incrementare la partecipazione", ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, sottolineando il calo degli elettori tra domenica e lunedì - poco superiore al 47 per cento il dato medio.
Questa mattina è stato Giovanni Donzelli a rilanciare, sollecitando "una riflessione sullo strumento del ballottaggio". Entrambi gli esponenti di Fratelli d'Italia ne hanno fatto una questione di numeri spiegando che, per esempio, a Cremona il centrosinistra ha vinto al secondo turno pur prendendo meno voti di quanti non ne avesse ottenuti il candidato di centrodestra due settimane prima. Donzelli e La Russa comunque non sono i soli a pensarla in questo modo. Anche Italo Bocchino – direttore editoriale del Secolo d’Italia e volto televisivo della destra di governo – lo ha detto a questo giornale. Rivedere la legge per le amministrative insomma rappresenta una sensibilità diffusa in alcuni pezzi del centrodestra, in Parlamento e non solo, che vorrebbero insomma abbassare la soglia – dall'attuale 50 per cento al 40 – per vincere al primo turno. In Forza Italia per ora non si espongono, ma sono pronti a discutere.
Qualche mese fa, era marzo, in occasione del decreto Elezioni, era stata la Lega in Senato, con il capogruppo Massimiliano Romeo a tentare il blitz con un emendamento che fu poi ritirato e trasformato in ordine del giorno. Le opposizioni protestarono al suon di "sfregio alla democrazia". Ma anche all'Anci – l'associazione dei sindaci – l'iniziativa del Carroccio non fu accolta di buon grado. Alla fine prevalse il buon senso. Cambiare le regola in corsa, a poco più di due mesi dalle elezioni, avrebbe creato un brutto precedente. Oggi invece potrebbe essere diverso, dicono dalla maggioranza che punterebbe insomma ad abbassare la soglia – dall'attuale 50 per cento al 40 – per vincere al primo turno.
Anche se a ben vedere, anche al netto di numeri e dati oggettivi, il tempismo della proposta sembra tradire, rivelare, i limiti sui territori del principale partito di governo: l'incapacità di organizzare e mobilitare i propri elettori, una classe dirigente ancora acerba e talvolta inadeguata. Quella difficoltà di strutturarsi e attecchire sui territori, che resta oggi forse la principale risorsa del centrosinistra. Una capacità che ha permesso al Pd di attraversare e resistere anche in periodi di magra, almeno nelle città.
Così, Elly Schlein va al contrattacco: "Non si scappa col pallone in mano. Non è colpa degli elettori se la destra ha perso, è colpa loro. Noi non ci stiamo, e troviamo grave e sconveniente che la seconda carica dello stato parli di cambiare le regole a pochi minuti dalla sconfitta, manca il senso delle istituzioni", ha detto la segretaria dem durante una conferenza stampa convocata proprio per analizzare i risultati dei ballottaggi.
Prima di lei a parlare era stato il neo eurodeputato e sindaco ormai uscente di Pesaro, Matteo Ricci: "La destra irresponsabile e rosicona non sa perdere. Non accettano la larga sconfitta di queste amministrative e vogliono cambiare le regole democratiche eliminando i ballottaggi. È la democrazia bellezza". Mentre Dario Parrini, senatore dem e vicepresidente della commissione Affari costituzionali a Palazzo Madama, definisce "preoccupanti" le parole di La Russa. "Una proposta sbagliata e grave sul piano democratico nonché figlia di impudenti calcoli di parte", aggiunge in una nota in cui parla anche di "odio profondo della destra per il ballottaggio". Prima di concludere: "Non tollereremo, e contrasteremo con tutte le nostre forze, blitz e colpi di mano consumati per spirito settario sulla pelle delle istituzioni, magari per precostituirsi un alibi in vista della definizione della soglia da inserire nella legge elettorale attuativa del premierato". Al Nazareno sono pronti alle barricate.