(foto Ansa)

donzelli inciampa

La destra frena in Toscana. E ora Lega e FI contestano le scelte di FdI in regione: “Tocca a noi”

Luca Roberto

Non solo Firenze. Nelle diverse province al voto la coalizione di centro-destra non riesce a sfondare. E sarà proprio nell'area metropolitana del capoluogo che si deciderà la competizione del prossimo anno. Così gli alleati chiedono di rivedere i piani, organizzando primarie

Nelle sue intenzioni doveva servire da trampolino di lancio per l’Opa sulla Toscana, dove la destra sogna di vendicare la sconfitta di Susanna Ceccardi nel 2020. Ma in realtà l’esito di gran parte delle elezioni comunali in regione, per Giovanni Donzelli, è stata una battuta d’arresto. Un dietrofront, forse inaspettato, che in parte rischia di comprometterne la centralità nel dare le carte da qui ai prossimi mesi. A partire dalla scelta del candidato che, con ogni probabilità, si troverà a sfidare il presidente uscente Eugenio Giani il prossimo anno. Non c’è solo il caso di Firenze, la città d’origine del responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia. Anche se ovviamente l’ambizione nel capoluogo era ben diversa. “Nella mia Firenze avrei preferito vincere”, ha confessato lo stesso Donzelli ieri. Ma a rendere più incerte le prospettive politiche in regione ci sono anche e soprattutto i risultati registrati negli altri comuni. Minori, senz’altro, ma che registrano uno stop per una coalizione che, solo negli ultimi anni, era stata capace di vincere a Siena, Grosseto, Pisa, Arezzo, Massa e Pistoia, conquistando un capoluogo di provincia dopo l’altro. 

 

Da questo punto di vista, allora,  significative sono le sconfitte a Empoli e Calenzano, dove il centrodestra non è arrivato neppure al ballottaggio. Così come quelle a Figline e Incisa Valdarno e Signa. Questo perché la piana fiorentina e la città metropolitana di Firenze, storicamente rosse, sono il principale bacino di voti per la conquista della Regione, visto che superano il milione di abitanti. Per questo chi non sfonda a Firenze e nel fiorentino ha poche possibilità di agguantare Palazzo Strozzi-Sacrati. Da qui la sensazione che i successi accumulati nelle altre province possano servire a poco. Ma in realtà la coalizione di centrodestra, che in tutta la regione è oramai saldamente a guida Fratelli d’Italia, ha accumulato sconfitte anche altrove: in provincia di Pisa ha perso sia a Pontedera che a San Miniato. A Cortona, in provincia di Arezzo, ha puntato sul candidato arrivato terzo, snobbando il sindaco uscente che nella precedente amministrazione aveva sostenuto e che è stato rieletto con il supporto di liste civiche. Nella provincia di Livorno ha tenuto Piombino, riconfermando il sindaco anti-rigassificatore Ferrari, ma è stata sconfitta a Cecina. Nella provincia di Siena, feudo di uno dei fedelissimi di Donzelli, il deputato Francesco Michelotti, ha perso sia a Colle Val D’elsa che a Poggibonsi. E non c’è da stupirsi, visto che fino a qualche mese fa gli scounting per candidare personalità pescate dal mondo imprenditoriale erano andati a vuoto, per l’assenza di candidati pronti a impegnarsi nelle file degli ex missini. In provincia di Pistoia ha vinto ad Agliana ma ha perso a Montecatini-Terme. E il risultato di questa provincia è particolarmente importante perché qui l’uomo forte è il sindaco del capoluogo, Alessandro Tomasi. Cioè lo stesso che Donzelli vorrebbe investire del ruolo di candidato alle prossime regionali, forte anche di un consenso che nella rielezione a primo cittadino, due anni fa, ha superato il 50 per cento e gli ha garantito un’elezione al primo turno. Tomasi, in più, viene da una storia di militanza, essendo stato anche segretario regionale di Azione giovani.

 

Un ulteriore dettaglio che faceva propendere per questo scenario è stata l’elezione di Francesco Torselli, ex capogruppo di Fratelli d’Italia in regione, al Parlamento europeo. Un “big” del partito locale che quindi lascia spazio a candidature alternative. Solo che il risultato deludente, soprattutto a Firenze, ha fatto sì che i piani di Donzelli almeno un po’ siano stati messi in discussione. Questo perché nella coalizione, visto che la scelta del capoluogo l’hanno presa Donzelli e il ministro Sangiuliano, adesso iniziano a chiedere di aspettare, rivedere i piani. A partire, per esempio, dall’organizzazione di primarie. E in questo caso, soprattutto tra le file di Forza Italia, si inizia a chiederlo in maniera esplicita, come hanno fatto sia il coordinatore regionale Marco Stella che il deputato toscano di FI Andrea Barabotti. A ogni modo c’è anche un cambio di umore a turbare gli animi. Perché il risultato di Firenze dimostra che la strada per espugnare la Toscana rossa è ancora lunga. E forse qualcuno a Donzelli prima o poi arriverà a chiederne conto.

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  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.