l'intervista
Moratti (FI): “Meloni voti Ursula. In Europa conti solo se sei in maggioranza"
"In queste ore si è avuta contezza di quel che dicevamo in campagna elettorale: e cioè che il vero voto utile era per Forza Italia. Le parole di Salvini? Non le condivido. Ecr può sostenere la presidente della Commissione". Parla l'eurodeputata azzurra
“Concordo con la premier Meloni quando dice che sul merito e nel metodo, nella scelta dei vertici europei, si potesse fare meglio, sulla base dei risultati elettorali. Lo ha riconosciuto anche il premier polacco Donald Tusk. Ma sono convinta che il sostegno dei Conservatori a Ursula von der Leyen possa arrivare sulla base degli impegni programmatici: dalla gestione dell’immigrazione al sostegno all’Ucraina”. Letizia Moratti lo ripete più volte nel corso di questo colloquio con Il Foglio: “In queste ore si è avuta contezza di quel che dicevamo in campagna elettorale: e cioè che il vero voto utile era per Forza Italia, per il Partito popolare. Perché in Europa si conta davvero quando si fa parte della maggioranza”. Nel corso di questo Consiglio europeo il governo italiano si è astenuto sull’ipotesi di bis per Ursula von der Leyen, e ha bocciato Antonio Costa al Consiglio Ue e Kaja Kallas come Alto rappresentante per le politiche dell’Unione europea. Addirittura Matteo Salvini ha parlato di golpe. “Sono parole forti, ma assolutamente non condivisibili”, commenta Moratti, eletta europarlamentare dopo aver raccolto oltre 42 mila preferenze alle europee. “In Europa gli accordi sono su due livelli: all’interno delle famiglie politiche e tra gli stati membri. E’ chiaro che quando si forma una maggioranza a livello europeo, può essere diversa da quella che governa i paesi. Ma la cifra deve essere la collaborazione, la capacità di dialogare con tutti”. Non esattamente quel che sta professando la Lega. Rischiano di esserci ripercussioni interne alla maggioranza? “Non le temo, perché il centrodestra italiano è sempre stato composto da partiti che aderiscono a famiglie diverse. Una divisione che c’è sempre stata e che non ci ha impedito di governare bene in Italia”, risponde Moratti. La quale sulle figure di von der Leyen e Metsola esprimi giudizi positivi. “Von der Leyen ha governato con equilibrio e competenza in un momento molto difficile per l’Unione, in mezzo alla pandemia, allo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina e all’aumento dei prezzi dell’energia. Mentre Metsola ha profuso un grande impegno istituzionale ed è stata apprezzata da tutti i gruppi”.
Il colloquio con l’ex sindaca di Milano ed ex vicepresidente della Lombardia è anche l’occasione per commentare l’ipotesi che a Bruxelles voli Raffaele Fitto. “Da ministro agli Affari europei ha gestito molto bene l’evoluzione del Pnrr, un piano che era nato in epoca Covid e che è stato rivisto perché in alcuni suoi punti non più così attuale”, analizza Moratti. “Credo che sia l’identikit ideale: ha i requisiti politici e istituzionali, essendo stato anche presidente di regione, per rivestire il ruolo da commissario, un ruolo di peso che spetta all’Italia”. L’esponente forzista è altresì convinta che in questa fase emergerà il “ruolo equilibratore del Partito popolare europeo, un perno al centro delle politiche comunitarie”. E questo ancor di più perché, da Marine Le Pen in Francia a Donald Trump negli Stati Uniti, lo scenario internazionale rischia di essere sovrastato da figure estremiste. “Per questo, Forza Italia e il Ppe hanno anche il vantaggio di rappresentare i valori dell’europeismo e dell’atlantismo. Con un aggancio forte alle nostre radici che ci hanno portato a costruire l’Europa. L’Europa dei popoli, delle libertà. Tenendo la barra dritta rispetto a derive estremiste che possono arrivare da una parte e dall’altra. Siamo un argine a estremismi e totalitarismi di ogni specie”.
Chiudiamo la chiacchierata tornando per un attimo alla partita europea. In questa fase Giorgia Meloni è come se avesse abbandonato il campo, un po’ indignata. Ma da qui ai prossimi giorni, fino alla prima seduta plenaria del nuovo Parlamento europeo a metà luglio, potrebbe aprirsi una nuova partita. Anche all’interno dei Conservatori europei le forze politiche, sui nuovi “Top jobs”, hanno dimostrato di andare in ordine sparso. Meloni avrà il coraggio per far uscire il governo italiano da questa specie di isolamento? “E’ sempre stata capace di fare scelte coraggiose, impopolari o difficili, come quando decise di lasciare il Popolo delle libertà per seguire un percorso autonomo. Lo ripeto, credo che a partire da alcuni presupposti, dalla difesa dell’Ucraina alla gestione degli sbarchi, magari ricomprendendo anche la revisione del Green deal, il sostegno dei Conservatori possa esserci”.