L'intervista
Vannacci: “A Bruxelles Meloni è stata impeccabile: è morta la democrazia”
Parla il generale leghista che sogna il gruppo unico delle destre in Europa. E sull'indagine a suo carico: "Non so nulla, lo hanno scritto i giornali, ma io non ho ricevuto alcun avviso di garanzia, comunque sono serenissimo"
“Io di commenti ne ho pochi da fare, ha già detto tutto Giorgia Meloni, non penso sia necessario che aggiunga altro”, dice il generale Roberto Vannacci fresco, con le sue 500 mila preferenze, di elezione all’Europarlamento. Alla luce della partita dei top jobs, Europa Meloni è stata vannacciana? “Non c’è che dire, ha perfettamente ragione: è chiaro che la distribuzione degli incarichi decisa dal Consiglio europeo non tiene conto dell’esito delle votazioni in gran parte dei paesi europei, penso questo sia abbastanza grave e chiaro a tutti”. Il generale, candidato da Matteo Salvini per risollevare i destini elettorali della Lega, promuove a pieni voti la scelta della premier di votare nel corso del Consiglio europeo di giovedì contro le nomine del socialista Antonio Costa a presidente del Consiglio europeo, della liberale Kaja Kallas come Alta rappresentante per la politica estera e di astenersi su quella al vertice della Commissione dell’uscente presidente Ursula von der Leyen.
E però è vero che l’accordo è stato raggiunto dalle due famiglie europee, popolari e socialisti, che hanno preso più voti, più il sostegno dei liberali, quarta formazione, superata per pochi seggi dall’Ecr, i conservatori di Meloni che rischiano però di perdere gli europarlamentari del Pis polacco. Insomma chi doveva dare le carte se non loro? “Guardi – dice Vannacci al Foglio – che i gruppi si devono ancora formare, e quindi anche su questo è tutto da vedere. E poi ripeto c’è stato un voto che ha dato un segnale chiaro, anzi chiarissimo, di cui però nessuno ha voluto tener conto”. Forse per pudore militaresco il generale, che pure è d’accordo con Meloni, non arriva all’eccesso del capo del partito che lo ha fatto eleggere in Europa, Matteo Salvini, che ha parlato di “colpo di stato europeo contro i cittadini”. Ma non ci va comunque lontano. “Mi sembra evidente che siamo davanti alla morte della democrazia”, dice. Salvini sostiene che la Lega sta lavorando per un grande gruppo alternativo “che porti nei palazzi di Bruxelles la voglia di cambiamento voluta da milioni di europei”. Immagina una fusione tra Identità e democrazia ed Ecr che riunisca i partiti della destra europea? “Ripeto – risponde Vannacci – i gruppi ancora non si sono formati. Bisognerà vedere cosa accadrà in Parlamento, meglio non fare previsioni, ma speriamo ci siano davvero delle sorprese”. Lei dove starà? “Io sono stato eletto all’interno di un partito, la Lega, che aderisce in questo momento a Id e quindi anch’io ovviamente aderirò a quel gruppo. Come ho già detto tante volte ho una parola sola, lo so che in politica è una cosa nuova, ma è il mio modo di interpretare la mia funzione”.
Famoso per le sue esternazioni forti, cose come “Mussolini? Uno statista”, “La Costituzione non impone di dirsi antifascisti”, e ancora “Il 25 aprile me ne vado al mare”, Vannacci non commenta però la bufera che ha travolto Fratelli d’Italia dopo l’inchiesta di Fanpage che ha svelato le tendenze nostalgiche dei giovani del partito: “Ho sentito, ma non ho seguito la vicenda, so che ci sono state delle polemiche e delle dimissione di una giovane responsabile del partito, ma non mi sento di esprimere opinioni o pareri su una cosa che non conosco bene”, risponde sviando la domanda.
Ieri intanto è arrivata anche la notizia di un’indagine della procura di Roma a carico del generale per falso in atto pubblico, in relazione a spese effettuate nel periodo in cui il neo europarlamentare leghista era in servizio a Mosca. Indennità di servizio per i familiari che Vannacci avrebbe percepito illegalmente perché moglie e figlie non sarebbero state in Russia con lui in quel periodo. Si tratta della stessa vicenda sulla quale, dopo un’ispezione dello Stato maggiore della Difesa, la procura militare ha aperto un fascicolo a febbraio. “Non ho ricevuto alcun avviso di garanzia dalla procure: né io, né il mio legale. L’ho letto sul Fatto quotidiano e su Repubblica che non so a che titolo parlino, ma per me rimangono ciance da giornalisti, visto che non ho visto le carte e non capisco da dove possano venire queste cosiddette informazioni, in ogni caso lo scriva pure: sono serenissimo”.