L'intervista
Parla l'avvocato di Vannacci: "C'è il diritto di dire cazzate. Ha migliaia di querele"
"Non ho letto il libro del generale, ma difendo il principio", dice Giorgio Carta. Nei prossimi giorni il tribunale militare di Roma deciderà se archiviare o meno le indagini per la presunta truffa militare che il neo eurodeputato avrebbe commesso quando è stato a Mosca
Nei prossimi giorni il tribunale militare di Roma deciderà se archiviare o meno le indagini sul generale, ora eurodeputato Roberto Vannacci, per la truffa militare che avrebbe commesso quando è stato addetto militare a Mosca. Ce lo ha confermato il suo avvocato che deve difenderlo da migliaia di esposti per i contenuti ritenuti omofobi, d’istigazione razziale o all’odio del suo controverso libro Il mondo al contrario. Giorgio Carta è un ex tenente dell’Arma, esperto di diritto militare, che ama la mamma, la patria, i militari e soprattutto gli eroi. Interpellato dal Foglio, ci spiega il suo, di mondo al contrario. Con una scaltra premessa. “Non ho letto il libro perché difendo a prescindere il diritto alla libera manifestazione del pensiero”, dice. Ohibò. Quindi lei condivide il contenuto de Il mondo al contrario senza averlo letto? Giorgio Carta svicola così: “Difendo il principio efficacemente compendiato da Marco Pannella secondo cui anche dire cazzate è un diritto costituzionalmente garantito, ma il libro non l’ho letto perché mi interessa difendere la libertà di espressione riconosciuta a tutti, militari inclusi”.
Eppure ci risulta che lei sia un avido lettore. “Sono un tipo solitario e quindi leggo di tutto. Ho letto i romanzi di Cormac McCarthy e Roger Scruton. Ecco, il Manifesto dei conservatori di Scruton è il libro che mi sono permesso di consigliare al generale Vannacci, salvo scoprire che lo aveva già letto. Lo sa che il generale è un uomo molto colto, ha tre lauree e parla fluentemente diverse lingue e addirittura il russo? Non è il mostro che voi dipingete, è modesto, studia tanto, impara velocemente ed è un mammone”. Un mammone? “Nel senso che anche lui ha molto amato la madre, persa mentre si trovava nel calderone mediatico”. Anche lei è un mammone? “Ho perso mia madre diversi anni fa e non riesco a farmene ancora una ragione, spesso piango pensando a lei”. Piange spesso? “Quando sento l’inno, immancabilmente”. Lei è mamma, patria ed eroi? “Amo gli eroi, anche quelli che hanno fatto la resistenza e ammiro molto la figura del partigiano Rosario Bentivegna che ho avuto la fortuna di conoscere (uno dei gappisti, autore dell’attentato in via Rasella il 23 marzo 1944,ndr). Non pochi mi hanno accusato di essere comunista per questa ragione, ma sono un conservatore. Amo la figura dell’eroe pronto a morire per la patria, petto in fuori”.
Come mai il generale Vannacci ha scelto lei per difendersi? “Per la mia conoscenza del diritto militare. Il tramite sono state alcune comuni conoscenze nell’ambiente dei paracadutisti”. Lei difende solo militari? “Sì, certo da trent’anni. In Italia i militari non vengono rispettati. Un paese democratico deve avere il monopolio della forza, lo stato deve poter intervenire e difendere le istituzioni quando è necessario, come accade per esempio in America. Qui invece vengono derisi, aggrediti e spesso questi comportamenti non vengono sanzionati con la giusta severità. Per parafrasare Cormac McCarthy, l’Italia non è un paese per militari. Ci vorrebbe una sana paura di aggredire o minacciare le forze dell’ordine”.
Anche lei è contro il multiculturalismo? “Vannacci ha detto di essere contrario al multiculturalismo senza regole, ma non mi risulta che sia razzista. Per quanto mi riguarda, non odio certo gli stranieri. Da cittadino, sono stato testimone di un pestaggio di un venditore ambulante senegalese e l’ho salvato mentre tutti stavano a guardare. Penso però che chi viene in Italia debba rispettare le nostre leggi e i nostri valori”. E quali sono? “Premetto che mio padre mi ha educato a calci nel sedere inculcandomi una sana disciplina d’altri tempi. Sono un conservatore, ma come scriveva Longanesi sono conservatore in un paese dove spesso non c’è nulla da conservare”. E anche lei è omofobo? “Conosco e ho molti amici omosessuali, così come il generale, come li abbiamo tutti”. Quelli che dicono ho amici omosessuali poi aggiungono un ma. Vannacci sostiene che non sono normali. “Quando il generale dice che gli omosessuali non sono normali, si riferisce a un concetto puramente statistico. Se hai un amico coi capelli rossi o cieco, ha chiarito, non dici che è normale la sua condizione, sempre da un punto di vista meramente statistico”.
Una supercazzola, ci pare, ma tant’è. Mussolini era un eroe? “No, predicava la bella morte ma poi è scappato travestito da tedesco. Bisognerebbe avere una destra diversa in Italia, più colta e moderna. Essere di destra non dovrebbe essere un tabù né un sinonimo dell’adesione al fascismo”. Cosa farà Vannacci al Parlamento europeo? “Per ora studia, ma sono convinto che farà bene, ha molto da dire”. Su cosa? “Sui nostri valori tradizionali. Sulle persone che hanno valori tradizionali”. E con l’Europa, come la mettiamo? “Io aspetto ancora quella dei popoli che in comune, per ora, hanno solo la stessa fila che fanno all’aeroporto per i controlli. Morirei per la patria ma non per l’Europa”. Qual è il suo motto avvocato? “Sono sardo: Sa vida pro sa patria, la vita per la patria”.