il colloquio

Zollino (Azione): “Bene il governo sul nucleare. Il Pd? Sull'energia accordo impossibile”

Maria Carla Sicilia

"Gli obiettivi di decarbonizzazione sono irraggiungibili senza l'energia atomica e gli scenari elaborati nel Pniec lo confermano. Non mi stupisce che la segreteria Schlein lo critichi". Parla il responsabile Energia e Ambiente di Calenda

La strategia energetica tracciata dal governo Meloni e contenuta nel Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) inviato lunedì a Bruxelles ha ricevuto molte critiche dagli ambientalisti e anche dal Pd. Tra gli i partiti d’opposizione c’è invece chi apprezza l’approccio. “I tecnici dei ministeri hanno fatto un buon lavoro: quel documento è l’unico possibile a queste condizioni”, dice al Foglio Giuseppe Zollino, responsabile Energia e Ambiente di Azione e docente di Tecnica ed economia dell’energia e impianti nucleari all’Università di Padova. Le condizioni a cui si fa riferimento sono gli obiettivi europei del Green deal fissati al 2030, che devono essere declinati anche in Italia in termini di decarbonizzazione e che questo governo ha deciso di affrontare introducendo anche il nucleare nel mix energetico. La quota prevista è dell’11 per cento entro il 2050, ma in uno scenario che prevede l’apporto di elettricità da fusione si arriva al 22 per cento. E’ un obiettivo credibile in un paese privo di normative di riferimento e storiche resistenze? “Nel Pniec c’è scritto che l’energia nucleare potrebbe entrare in rete dopo il 2035 ed è una prospettiva ragionevole. Per fare una centrale ci vogliono non meno di sette anni, prima iniziamo meglio è”, dice Zollino.

Il primo passo da compiere sarebbe quello di approvare il quadro regolatorio per rendere possibili le istanze. La maggioranza ha i numeri e Confindustria si è già mobilitata per collaborare alla definizione di un piano che tenga conto di ciò che può agevolare gli investimenti. Anche Azione è pronta ad appoggiare iniziative legislative in questa direzione. “Ci siamo se il governo fa una proposta che corrisponde a quello che noi pensiamo, vogliamo andare avanti nell’interesse del paese”, dice Zollino.  Una convergenza di intenti è già stata tracciata con l’approvazione di due mozioni che impegnano il governo sul nucleare, entrambe passate con i voti della maggioranza, di Azione e Italia Viva. “Poi Italia Viva ha avviato il progetto Stati Uniti d’Europa e il nucleare è dovuto sparire dal loro programma. Questo è uno dei problemi che si collega alla possibilità di fare accordi con chi è irrazionalmente contrario a cose necessarie”.

A proposito di alleanze, dice il Pd che questo Pniec “vanifica il grande lavoro che, tra mille difficoltà, era stato fatto negli ultimi anni a favore delle energie rinnovabili e dell’efficientamento energetico”. “Ma quale Pd intendiamo? Se la responsabile energia della segreteria Annalisa Corrado ci credo l’abbia detto. Ma dubito che i principali deputati che sono stati eletti a Bruxelles lo pensino”, dice Zollino, che aggiunge: “Per la segreteria del Pd questo Pniec non è abbastanza ambizioso: ma se i grafici che mostrano le traiettorie di decarbonizzazione vengono letti come poco ambiziosi c’è da chiedersi chi ha fatto le analisi di scenario al Pd. La risposta è nessuno, perché queste dichiarazioni non sono basate su analisi di scenario ma sull’obiettivo di non farsi superare a sinistra. Se c’è solo il rischio che uno la butti lì e dica che passare in 6 anni dal 19 per cento al 40 per cento di quota rinnovabile è troppo poco, il Pd lo anticipa”. Difficile immaginare un dialogo per un nuovo tentativo di campo largo con queste premesse. “Ci confrontiamo già su temi come salari, sanità, scuola. Mi pare oggettivamente arduo trovare un accordo su traiettoria e tecnologie per la decarbonizzazione. Calenda l’ha detto in maniera pure più esplicita di me: tutto il Green deal è una follia perché fissa obiettivi irraggiungibili che non sono solo inutili ma anche pericolosi, perché così smettiamo di ragionare su cosa si può fare concretamente”. 

Eppure, proprio il Pniec di cui Zollino condivide l’impostazione è basato sugli obiettivi “folli” previsti dal Green deal. “Il documento mostra come potrebbero essere raggiunti i target di decarbonizzazione e in pochi grafici si capisce che quegli obiettivi sono impossibili: attenzione a non scambiare gli scenari con le previsioni. Gli obiettivi al 2030 con sole rinnovabili sono impossibili, ma decarbonizzare al 2050 la nostra economia impiegando un mix di rinnovabili e nucleare, dal 2035 in avanti, come dice il ministro Pichetto Fratin, sarebbe possibile”.

 

Un esempio tra tanti: la figura 13 del Pniec mostra che la quota rinnovabile nei trasporti dovrebbe crescere nei prossimi sette anni a un tasso annuo dodici volte superiore a quello registrato nei sette anni precedenti. “Queste sono le analisi di impatto, ma un salto di questo tipo non è possibile né tecnicamente né economicamente, a meno di introdurre tecnologie disruttive. E’ la prova empirica che quegli obiettivi siano impossibili. Se qualche sprovveduto intende interpretare quei grafici come il percorso da seguire sta commettendo un clamoroso errore di valutazione”.
 

  • Maria Carla Sicilia
  • Nata a Cosenza nel 1988, vive a Roma da più di dieci anni. Ogni anno pensa che andrà via dalla città delle buche e del Colosseo, ma finora ha sempre trovato buoni motivi per restare. Uno di questi è il Foglio, dove ha iniziato a lavorare nel 2017. Oggi si occupa del coordinamento del Foglio.it.