Le riforme

Il Mattarellum per convincere Mattarella. L'idea di Casellati

Gianluca De Rosa

La ministra a Montecitorio ha aperto a modifiche sul premierato "se le opposizioni si siedono al tavolo".  Sulla legge elettorale ha confermato di stare pensando al sistema che prende il nome dall'attuale inquilino del Quirinale con qualche modifica. La formula convincerà il presidente della Repubblica?

La ministra per le Riforme Maria Elisabetta Casellati ieri  ha annunciato che la legge elettorale a cui sta lavorando è quella che prende il nome dall’attuale inquilino del Quirinale, il Mattarellum. Un gioco di analogie per fugare i dubbi di Sergio Mattarella sulla “madre di tutte le riforme” (copyright Giorgia Meloni). Eh sì, perché il sistema elettorale da associare al premierato alimenta i dubbi del Colle. Al governo non è sfuggito un passaggio del discorso pronunciato due giorni fa da Mattarella: “Democrazie imperfette vulnerano le libertà, là dove il principio ‘un uomo, un voto’ venga distorto attraverso marchingegni che alterino la volontà degli elettori”. Tradotto: pur di far vincere un candidato non si possono attribuire premi di maggioranza in grado di falsare il voto.

 

Ieri la riforma, approvata in prima lettura Palazzo Madama lo scorso 18 giugno, è stata incardinata alla Camera. L’obiettivo della maggioranza è arrivare, per citare Casellati, a “una celere” approvazione. Anche se, in modo un po’ contraddittorio, la ministra ha anche aperto a eventuali modifiche  a patto che le opposizioni accettino di “sedersi al tavolo”. L’obiettivo è  iniziare la seconda lettura in autunno, quando dovrebbe arrivare anche la proposta di legge elettorale. E’ soprattutto attraverso questa che la maggioranza conta di fugare i dubbi di Mattarella. Ma il sistema di voto divide i tre soci di maggioranza che devono garantire che l’elezione diretta del premier sia associata alla certezza di una maggioranza (il premier deve lo stesso incassare la fiducia alle Camere). FdI preferirebbe il Provincellum, un proporzionale con premio che, per superare le censure della Consulta, sarà assegnato solo in caso del raggiungimento di una soglia (si ipotizza il 40 per cento). In alternativa ci sarebbe un secondo turno. L’ipotesi del ballottaggio però non piace alla Lega . E’ anche per questo che Casellati ha tirato in ballo il Mattarellum. Ma anche la legge elettorale che ha regolato le elezioni politiche in Italia dal 1993 al 2006 non garantisce questa certezza. Il 75 per cento dei seggi viene assegnata con un sistema maggioritario a turno unico, mentre il restante 25 con un proporzionale puro. Insomma, sarebbe probabile ma non certo che la coalizione che sostiene il premier abbia la maggioranza. Per questo Casellati pensa in realtà a un Mattarellum modificato con un premio di maggioranza “che sommato all’effetto maggioritario dei collegi, aprirebbe la strada a un super premio”, sottolinea il senatore Pd Dario Parrini. Insomma, nome a parte, il Mattarellum modificato garantirebbe davvero di evitare le “distorsioni” evocate due giorni fa da Mattarella ?  “Prima di entrare nel merito della riforma, il governo deve scoprire le carte sulla legge elettorale’”,  è la linea Pd.


Sulle riforme la maggioranza ha diverse difficoltà. Sempre ieri il vicepremier di FI Antonio Tajani ha annunciato che il partito istituirà un osservatorio per monitorare l’attuazione dell’Autonomia . Ne faranno parte oltre a Tajani, la ministra Casellati e i governatori di FI, compresi i due presidente forzisti di Calabria e Sicilia, Roberto Occhiuto e Renato Schifani. Un messaggio evidente alle regioni governate dalla Lega, Veneto in testa: non vi faremo fare come volete.