Italia-Europa

Salvini, sapore di Papeete. Scippa Vox a Meloni e Berlusconi a Tajani

Carmelo Caruso

Si allarga in Europa, ma non ha una mappa in Italia. Blocca Rai, Cdp e attira contro un fronte popolare che va dalle reti commerciali a FdI che dice: "E' finito l'effetto Vannacci. La Lega torna a calare nei sondaggi"

L’estate gli risveglia il desìo: Salvini ha rimembranze di Papeete. La spiegazione delle uscite contro Mattarella, le tv commerciali, Forza Italia, questa sua danza sfrenata da destraccio europeo, la offre FdI, il partito di Meloni: “La Lega dopo l’intuizione Vannacci è tornata a calare nei sondaggi. Salvini ha bisogno di nuovo trash”. Adesso si dedica allo “scippo” (pure del nome Berlusconi) in compagnia di Orbán, dei Patrioti, la nuova Id riverniciata. Porta via a Meloni il “fratello” Santiago Abascal, il leader spagnolo di Vox, che lascia Ecr e passa con “I Patrioti”. I Conservatori di Meloni, Ecr, scendono da 84 a 78 eurodeputati. Salvini s’allarga, sogna l’euromasseria degli sciancati, attende il voto di domenica in Francia, confida nella vittoria di Bardella e Le Pen, mentre Meloni si costruisce la baita dei ripuliti. A Palazzo Chigi si parla ora  tedesco: “Tutti rivolgono lo sguardo alla Francia anziché a Berlino. von der Leyen non può allearsi con i Verdi perché indebolirebbe ulteriormente la Cdu a favore degli estremisti di AfD, questo significa che von der Leyen sarà costretta a chiedere aiuto a Ecr, una Ecr più moderata”.

Salvini scrive che “l’adesione di Vox è un segnale importantissimo perché cresce il fronte del cambiamento in Europa, determinato a dire ‘no’ a von der Leyen”, ma in Italia cresce il fronte per dire ‘no’ a lui. Al leghista Stefano Candiani ha ordinato di presentare un disegno di legge per aumentare il tetto della pubblicità Rai e dicono che l’abbia fatto per mandare un segnale a Mediaset e La7, per avere attenzioni, spazi televisivi, per rivendicare posizioni in Rai. Teme che Mediaset gli chiuda il microfono, metta fine alla linea invasata, ma al momento ha ottenuto l’effetto contrario. A Mediaset e La7 non vogliono vedere leghisti per almeno i prossimi due mesi, in Rai neppure Salvini sa cosa chiedere. Quando gli emissari di Meloni gli hanno domandato: “Desideri la presidenza Rai? Il dg? Cosa vuoi?”, non hanno ricevuto risposta. Brucia nomi, pretende due consiglieri nel cda di Cdp ma sempre alla sua maniera, senza orizzonte. Ogni volta che a Meloni chiedono, “presidente, ma la preoccupa Salvini?”, lei risponde “e perché? Dove va?”.  Salvini in Europa ha trovato la patria, i patrioti, in Italia è senza bussola


Fratelli d’Italia dice ora: “Questa volta se Salvini fa casino, la paga”. Dedica l’aeroporto Milano-Malpensa a Silvio Berlusconi ma lo fa per togliere un pezzo di Berlusconi a Tajani. A luglio c’è chi cerca in cantina le pinne, Salvini i suoi ricordi. Pensa al Papeete, a quando era qualcuno e non solo qualcosa, e ordina ai suoi di sparare con le pistole ad acqua. Il suo Claudio Borghi twitta da due giorni perché ha trovato in Inghilterra, un nuovo punkofascio, Nigel Farage, il leader di Reform Uk, eletto, e ci vuole bere insieme una pinta. La riforma che Salvini potrebbe sabotare questa estate è il premierato, ma in FdI fanno notare: “Se avesse voluto sabotarla non interveniva contro Mattarella. Che senso avrebbe?”. In Rai ha già scaricato l’ad Roberto Sergio, l’unico che poteva rappresentarlo degnamente, caricarsi la Lega, ma adesso Sergio guarda altrove: immagina un ruolo futuro a Cinecittà e Meloni potrebbe accontentarlo così come potrebbe accontentare Salvini, se solo sapesse cosa vuole. Da giorni, Alessandro Morelli, il sottosegretario leghista, che pensa alla Rai come se fosse la sua cabina, continua a proporre come dg Antonio Marano, ex direttore di Rai 2, che ha però già un incarico prestigioso alla Fondazione Milano-Cortina, incarico che non ha nessuna intenzione di lasciare. Hanno domandato a Marano: “Ma vuoi fare il dg Rai?”, e lui: “Ma non ci penso proprio”. Salvini chi vuole? Si deve procedere alla nomina del cda ma manca l’accordo politico e bisogna farlo prima dell’8 agosto, prima della chiusura dei lavori d’Aula, ma nessuno, neppure FdI, crede che l’accordo verrà raggiunto per quella data. Per Salvini i nomi non sono più importanti, conta lo sgarbo. A Ferrovie, per fare uno sgarbo a Meloni, si è intestato l’ad Donnarumma e si è fatto pure la fotografia insieme dopo la nomina, e solo perché Donnarumma era stato “abbandonato” da Meloni.

 

In Rai potrebbe seguire lo stesso metodo: fare il nome di un manager, uno di quelli stimati dalla premier, solo per il gusto di ostacolare la scelta di  Rossi. FdI è arrivato al punto di suggerirgli: “Ma il tuo uomo Rai non era Marcello Ciannamea? Vuoi lui dg?”. Continua a non rispondere ma rilancia l’idea del tetto pubblicitario da aumentare dopo aver abbassato il canone alla Rai, scelta che secondo gli uomini di Meloni, “non si è saputo vendere. Del taglio al canone non si è accorto nessuno”. In Cdp la nomina del cda, dove sarà riconfermato l’ad Scannapieco, continua a essere bloccata perché Salvini vuole almeno due caselle, sue, anche se la Lega replica: “Non è vero. E’ FdI che blocca. Sono loro che ne vogliono due, noi solo una”. Vogliono, invece di dire “vorrei fare”. Un grande manager racconta di essere entrato al ministero dei Trasporti e di esserne uscito con questa convinzione: “Il problema di quest’ultimo Salvini è serio: non è più credibile neppure come cattivo. La domanda non è cosa può essere Salvini, ma se si può essere ancora Salvini.

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio