Luigi De Magistris (Ansa)

Le foto non bastano

De Magistris: "Schlein è ancora lontana dal modello Mélenchon. Ma se mi chiama sono a disposizione"

Ruggiero Montenegro

“L'esempio francese si può replicare. Ma le foto non bastano. Se si fa un’ammucchiata per battere le destre, da Boschi ad Acerbo, si può anche ottenere un singolo risultato ma non si costruisce un’alternativa reale", dice l'ex sindaco di Napoli

Le ammucchiate non gli piacciono. E nemmeno le foto di gruppo tra politici. “Preferisco quelle tra la gente, con il popolo”. Se Elly Schlein e le opposizioni la chiamano, che fa? “Io ho sempre messo a disposizione la mia storia, soprattutto di uomo autonomo come sindaco e magistrato, per ogni progetto di rottura, che vada nella direzione di un governo affidabile”. Luigi de Magistris risponde al Foglio all'indomani delle elezioni francesi e del successo del fronte popolare. “Mélenchon ha vinto perché da anni lavora con coerenza e credibilità per un'alternativa seria”, spiega l'ex sindaco di Napoli, che il leader della France Insoumise lo conosce bene. “È un amico, da tempo. Con lui condivido la radicalità della proposta, che è cosa diversa dall'estremismo".
 

Fu proprio l'ex primo cittadino napoletano, lo è stato per dieci anni, a portare Jean-Luc Mélenchon nella periferia di Roma, al Quadraro, nella campagna elettorale del 2022. Oggi il tribuno francese è diventato l'esempio per i progressisti italiani.
 

È opportunismo, ipocrisia o cos'altro? “Il modello francese si può replicare e da tempo diversi di noi, fuori dal sistema, ci lavorano. Ma il centrosinistra, diciamo istituzionale, finora ha operato in antitesi rispetto a Mélenchon. L'unità è un valore se si costruisce nei programmi”, dice de Magistris. "La foto del Palazzaccio per esempio, con tutti i leader davanti alla Corte costituzionale, al momento del deposito della richiesta di referendum contro l’autonomia differenziata da parte della Cgil, può rappresentare un raggruppamento utile per vincere una battaglia referendaria ma non ha nulla a che vedere con il fronte popolare francese”.
 

Servirebbe un de Magistris alla sinistra italiana? La sua esperienza da sindaco può dare qualche spunto? “Certamente non si può paragonare Napoli a un progetto nazionale o europeo, ma la rivoluzione popolare napoletana è stata l’esempio più vicino al modello francese”. In che modo lo è stata? “Unità di tutte le forze della sinistra radicale, civismo attivo, coinvolgimento dei giovani, dei movimenti e dei centri sociali. Politiche di sinistra con i fatti e non con la retorica. L'alternativa alle destre si deve costruire dal basso”. La segretaria del Pd pare ci stia provando, cosa non la convince? “Schlein ha un linguaggio di sinistra, è stata individuata alle europee, per una serie di motivi, quale principale competitrice politica di Meloni. Ma nei fatti – continua de Magistris –  dall’economia all’ambiente, fino all’immigrazione e ai diritti sociali, la sua politica è ancora molto lontana dalla coalizione francese. La segretaria del Pd deve andare oltre il centrosinistra tradizionale, innovando, aprendo. La costruzione di una vera alternativa non può essere esclusivamente politica, ma anche etica, sociale ed economica”.
 

Le condizioni tuttavia sembrano esserci. I provvedimenti bandiera di Meloni e dei suoi, l'autonomia e soprattutto il premierato, sembrano favorire questa dinamica. “Certamente il governo più a destra dalla nascita della repubblica aiuta l’unione delle opposizioni, così come le riforme avanzate dalla maggioranza. Però attenzione”. A cosa? “Se si costruisce un’ammucchiata per battere le destre, da Boschi ad Acerbo, da Mastella a Fratoianni, si può anche ottenere un singolo risultato ma non un’alternativa reale e un modello di governo che sia la svolta per il nostro paese”, è il ragionamento di De Magistris.
 

Le campagne referendarie trainate dalla Cgil possono sopperire alle mancanze dei partiti, del Pd? “Bene il ruolo dei sindacati, quelle battaglie sono importanti. Ma non bastano. Ripeto: l'unità va costruita con un orizzonte comune, nelle lotte”. E quelle delle opposizioni non sono efficaci? “L’occupazione di associazioni e di luoghi di lotta per i diritti, come anche recentemente i Pride, da parte delle forze di centrosinistra, non mi piace". Qual è allora la ricetta di de Magistris? "L’attuazione della Costituzione potrebbe essere invece il manifesto che unisce oltre i partiti, ma qui c’è uno scontro con chi ha tradito la Costituzione, e non parlo solo i fascisti, che considero fuori dall'arco costituzionale a prescindere". Con chi ce l'ha? "Meloni non è a Palazzo Chigi da 70 anni. Mi riferisco a chi ha governato per anni senza attuare davvero la Carta costituzionale nei suoi diritti fondamentali". Anche il centrosinistra? “Esattamente. Per questo adesso ci vogliono innovazione, persone e storie credibili. Io sono a disposizione per dare un contributo, purché la Costituzione non sia un libro da agitare retoricamente come è accaduto spesso, ma il cuore pulsante della democrazia e degli atti che si compiono". 

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