Viale Mazzini

Rai catastrofe. Nessuna maratona sulla Francia, redazioni contro direttori. Chi comanda?

Carmelo Caruso

Rai News protesta contro il suo direttore, Paolo Petrecca, il direttore accusa i suoi giornalisti e la vicedirettrice (che si dimette). Una carovana di inviati ma a fare notizia sono le liti interne

Non è un censore, ma un ciuccio h24, monsieur Paolo Petrecca, il direttore di Rai News, Petreccachon. Dirige 222 giornalisti e la sera delle elezioni francesi, che fa? Va a Pomezia, al festival strapaese della destra, chiede alla sua vice, di sinistra, di seguire il grande evento di Pomezia. Vuole nascondere il risultato in Francia? Peggio. L’intera Rai non ha speciali veri fino alle 23. Sembra la nave Concordia. L’ad Sergio e il dg Rossi? Dispersi, forse in stiva. Non si può neppure dire “tornate a bordo, cazzo”. E’ da un anno che litigano per restarci.


C’è la cronaca delle elezioni francesi e c’è poi la cronaca di come la Rai, una televisione che dovrebbe far ballare la rumba a La7, Mediaset, tratta le elezioni francesi. A Parigi in questo momento la Rai ha due corrispondenti, l’ex direttrice di Rai Sport, Alessandra De Stefano e Nicoletta Manzione. Partono da Roma, in aggiunta, Marzia De Giuli, per il Tg1, Stefania Zane per il Tg2, Lucia Goracci per il Tg3, l’inviata di Rai News, Emma Farné. Mancava poco e ci spedivano anche Pino Insegno. Qualsiasi dirigente Rai alzerebbe il telefono e chiederebbe ai direttori: “Come state utilizzando gli inviati? Qual è la nostra offerta informativa? Perché La7 e Rete 4 hanno speciali e noi no?”. E si intende uno speciale autentico, non la farsetta di Rai news dalle 20 alle 21. Il direttore degli Approfondimenti Rai, un altro grande campione di destra, Paolo Corsini, c’è chi lo ha visto in Manduria, da Bruno Vespa, in masseria, ma non possiamo confermare dato che ha recintato il suo Instagram dove si esibiva da Narciso.

Cosa fanno Sergio e Rossi oltre i dispetti? Che ci vuole a chiamare i 357… direttori e ordinare uno speciale? E’ concorso esterno in asineria. L’unico speciale lo organizza il Tg3 dalle 23,15, dopo la fine della replica di Report. Se fossero stati dei censori quale migliore occasione, per i dirigenti Rai, che usare le elezioni francesi come pretesto e tagliare Report? Neppure quello sanno fare. Il resto lo fa monsieur Petrecca, il direttore che colleziona più gaffe di Sangiuliano: “Io capitano” il film di Garrone che diventa la storia  del Capitano Schettino, lo spazio poetico di Rai news con l’attrice che impreca in diretta: “Affanculo, ho saltato una riga”. In Rai va di moda la parola “polmone” e il polmone dell’informazione è questa Rai news, una redazione fornita di “zainetti” per dirette agili. La sciagura è che è diretta da un arruffato, il Mélenchon di Mazzini. Lo ha nominato alla guida di Rai news l’ex ad Carlo Fuortes, che di certo non è di destra, la carriera gliel’ha spianata l’ex direttore del Tg3, Antonio Di Bella, un altro che il Pd potrebbe  indicare al cda Rai. Il problema di Petrecca è che deve ricordare a Meloni che lui esiste. Per farlo manda in onda sul suo canale, la sua verandina, i comizi di Giorgia e sorella senza mediazioni, come fossero i filmini della cresima. Uno dei suoi grandi riferimenti culturali è Federico Mollicone, il Sangiulianino di FdI, mentre l’altro suo vate è Edoardo Sylos Labini, il D’Annunzio Glovo, il direttore della rivista strapaese Cultura e Identità e del Festival Città Identitarie. Sono tre giorni a Pomezia, serata finale domenica 7 luglio, insieme a Cora Boccia, vicedirettrice del Tg1, Osho, Angelo Mellone, il direttore Day time Rai, e naturalmente lui, in prima fila, monsiuer Petrecca che con Rai news segue e patrocina l’evento (gratuitamente assicura la Rai). In una serata elettorale Rai news si ritrova con soli tre cronisti del settore politico, tre (il piano ferie è stato approvato ad aprile e non si sapeva ancora delle elezioni francesi) ma Petrecca è così felice di stare a Pomezia, amore e stelle, che se ne infischia. Affida ogni cosa alla vice Ida Baldi, area Pd, da lui promossa, anche solo per poterle dare la colpa dopo. Le dà il mandato di fare tre collegamenti dal festival. L’inviata Farnè è a Parigi, in piazza, sotto i lacrimogeni ma si sente dire da Roma: “Prima c’è Osho”. Il tg di Rai news delle 22 apre con un intervento di otto minuti, otto, di Carlo Verdone, altro ospite dello strapaese, otto minuti di romanesco dove Verdone ricorda il suo rapporto con Sergio Leone ma ripresi ignobilmente. Sembra di stare in un film di Dario Argento: la luce è gialla, la pelata di Verdone si alterna a quella di Sylos Labini. Un orrore. Il cdr manda a quel punto una lettera al direttore per comunicare “che si è toccato il fondo” e che Petrecca “in una serata come questa ritiene opportuno dare spazio a un evento non scevro da interessi e legami personali”. Si riferiscono ad Alma Manera, cantante, anche lei a Pomezia, vicina al direttore. Petrecca annuncia che chiederà “difesa legale per calunnia”. In una nota, ancora una, scarica la colpa alla sua vice che ieri sera si è dimessa. Interviene anche il segretario Unirai, il sindacato Rai di destra, Palese, l’unico vero futurista, che attacca il cdr, i “teleossessionati”, “intellettuali da strapazzo” che non sarebbero stati invitati al festival di “Tirichitolla”. Si chiama Rai News 24 ma da  due anni è una rete sequestrata dal suo direttore, difeso dai Fratelli di Petreccachon, da Meloni. Se la premier vuole una Rai dignitosa, che non la faccia arrossire, dovrebbe essere lei a suggerire al suo Rossi questa soluzione: aprire una sede Rai a Pomezia, fare il rassemblement dei suoi antennisti, riunirli fino a maturazione. O Meloni o le rape.

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio