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Passeggiate romane

Schlein delude Landini e parla con Renzi per il suo governo, quando sarà

Grandi opere nel Pd: Boschi ha incontrato la segretaria dem per intessere nuovi rapporti. Al Nazareno pensano che il governo Meloni possa non arrivare a fine mandato

Raccontano che Maurizio Landini in quest’ultimo periodo sia nervoso. Negli ambienti sindacali dicono, con una certa dose di malizia, che il segretario della Cgil sia in difficoltà perché fino ad alcuni mesi fa, vedendo un Pd in affanno e un Movimento 5 stelle sempre più in declino, era convinto di poter diventare lui vero leader della sinistra. Non che Landini avesse deciso di scendere in campo in politica (anche se qualcuno nella sua organizzazione sindacale lo sospettava) ma era certo di poter giocare un ruolo importante in quel campo. Il movimentismo e l’attivismo di Elly Schlein, però, lo hanno spiazzato. Si pensi solo al recente caso della presentazione in Cassazione dei quesiti referendari promossi dalla Cgil. La segretaria del Partito democratico ne ha fatto un’occasione politica per rilanciare il suo progetto di un’alleanza alternativa al governo Meloni. E Landini invece di essere, come aveva immaginato, il protagonista di quella giornata, si è trasformato in un comprimario. Del resto, Schlein, che, come ormai avrebbero dovuto capire tutti, è assai più esperta di quel che si credeva. Ai suoi lo aveva detto: Non mi farò scavalcare da Landini. E così è stato.
 
Ma c’è un’altra novità che è intervenuta nel campo delle opposizioni. Schlein e Renzi hanno preso a parlarsi. In realtà lo fanno più per interposta persona. E’ stata infatti Maria Elena Boschi, che ha modo di incontrare la segretaria del Pd alla Camera, a pensare che fosse ormai il caso di cessare le ostilità e di trovare la maniera per intessere nuovi rapporti con i dem. Anche di qui nasce la decisione di Italia viva di sostenere insieme al Partito democratico il referendum sull’autonomia differenziata. Carlo Calenda, invece, su cui Schlein era sicura di poter far affidamento, si è sfilato da quella compagnia di giro. La cosa ha stupito Schlein, che nei colloqui più recenti si era andata convincendo che il leader di Azione fosse intenzionato a far parte del campo largo. Comunque, Schlein è sempre più convinta che l’alleanza per l’alternativa sia ormai una strada obbligata per tutti i partiti delle opposizioni ed è convinta che, nonostante i mal di pancia e le proteste, poi i partner del Pd in questa avventura accetteranno il fatto che ai dem spetta il ruolo chiave in questa coalizione. 

La segretaria del Partito democratico vuole accelerare questo processo perché al Nazareno, vedendo le ultime mosse di Matteo Salvini, pensano che Giorgia Meloni potrebbe addirittura non arrivare a fine mandato. Ma sia che la legislatura possa interrompersi prematuramente sia che invece arrivi alla sua naturale conclusione, al Nazareno ritengono che le prossime elezioni politiche siano quelle della grande rivincita. Ne sono talmente certi che la segretaria con i collaboratori più fidati si lascia andare a possibili scenari che la vedono a Palazzo Chigi. E immagina già la prossima compagine governativa. I bene informati sostengono che la voglia con una maggioranza di donne (il 50 per cento non è più l’obiettivo), composta da ministre e ministri giovani (l’idea è quella di un’età media di 40 anni, massimo 45) e con un esponente (donna o uomo ancora non si sa) della comunità lgbtq +.