Le armi all'Ucraina: ecco come giudicare il governo Meloni

Giuliano Ferrara

L’esecutivo ha moltissimi difetti, ma il parametro di giudizio è quello, non un altro. Riconoscerlo, anche da parte del Pd, non limiterebbe  affatto lo spazio dell’opposizione, la renderebbe più credibile. E isolerebbe i putiniani d’Italia

Non si sa bene quale possa essere il parametro giusto per giudicare un governo e la sua linea. Forse le armi all’Ucraina. L’impiego dei fondi europei è importante, certo. La tenuta del bilancio non è secondaria. Le riforme istituzionali, con annessa possibilità di negoziare o di far decidere al pubblico via referendum, ecco un altro elemento dirimente. Gli investimenti sociali sulla sanità e la scuola hanno un peso centrale. Il voto su Ursula, se vogliamo. Ma c’è qualcosa di più importante della fornitura di armi all’Ucraina, della partecipazione piena e convinta a uno sforzo di coalizione occidentale per impedire alla Russia di Putin di mangiarsi un pezzo d’Europa a colpi di missili? Mi pare di no. Ora su questa questione si apre una partita pericolosa fin dentro la maggioranza di governo. Vannacci è stato una burla a scopo elettorale, tra l’altro mal riuscita, con un finale da operetta e i lepenisti che lo considerano omofobo e estremista, impalatabile per loro come vicepresidente del gruppo dell’estrema destra a Strasburgo.

Ma è solo la superficie. Uno dei vice di Meloni, il senatore Salvini, fa la voce grossa pacifista, e sappiamo che cosa significhi pacifismo in previsione dell’arrivo possibile di Trump alla Casa Bianca: significa resa a discrezione nei confronti di Putin. Con questa maggioranza, e con la sua pretesa di stabilità, con la linea Meloni verso i putiniani, dite quel che volete ma votate i provvedimenti di Crosetto e gli acquisti di armi e le forniture a Zelensky, bisognerà fare i conti, credo. Il Pd si è lasciato infiltrare da pretini loffi e altra genia negoziale, ma dovrebbe avere ancora una maggioranza favorevole alla Nato e all’occidente contro il despota del Cremlino, salvo smentite. 

Meloni e i suoi in difficoltà su questa questione sono un problema per il Pd, affiancato dai grillini che compiono continui scarti nel senso del vecchio governo o alleanza del contratto, un asse Conte-Salvini sulle armi e sul negoziato con l’invasore. Le elezioni europee tutto sommato hanno legittimato una linea seria sulla materia, hanno smentito le ansie di resa delle forze politiche e delle aree di opinione le quali hanno puntato sulla ripetizione a catena e a vanvera del tema della “pace” senza condizioni nel corso di una guerra nazionale di resistenza all’occupante e ai suoi gesti criminali. Il governo ha moltissimi difetti, il suo programma è non condivisibile per molti aspetti, le leggi firmate da Nordio fanno impazzire una sinistra arresa al giustizialismo per gli altri e alla gogna, è in preparazione un referendum su fronti contrapposti in tema di autonomie, il personale politico della destra è criticabilissimo, il folclore neofascista disgustoso, ma il parametro di giudizio è quello, non un altro. 

Riconoscerlo sarebbe un atto di decenza e di ordine logico e politico. Non limiterebbe affatto lo spazio dell’opposizione, la renderebbe più credibile. Aprirebbe un canale di negoziato e di dialogo in Italia e in Europa al termine del quale la ipotesi di un’alternativa salirebbe di livello, dalla propaganda alla politica vera. Isolerebbe i putiniani d’Italia e li condannerebbe a un penoso isolamento nel momento per loro teoricamente migliore, in attesa con un Trump eventuale di una spinta strategica decisiva allo sfascio della coalizione occidentale. Non pare poco.

  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.