Giorgia Meloni con il presidente libico Abdulhamid Dabaiba (foto LaPresse)

la "scatola vuota" da riempire

Meloni va a Tripoli e lascia che il Piano Mattei lo faccia il Pd

Luca Gambardella

La maggioranza non mette soldi e non propone investimenti, l'opposizione sì. "Il governo si illude di contendere l'Africa a Russia e Cina con qualche milione di euro", ci dice la deputata dem Lia Quartapelle

Alla vigilia del nuovo viaggio di Giorgia Meloni a Tripoli, dove la premier è attesa oggi per partecipare al Trans-Mediterranean Migration Forum, a Roma c’è chi si chiede che fine abbia fatto la relazione annuale promessa dal governo sul Piano Mattei. Era attesa entro il 30 giugno, come stabilito dall’articolo 5 del decreto approvato a gennaio, “ma siamo ancora in attesa, di questa relazione non c’è traccia”, dice al Foglio Lia Quartapelle. Per la deputata dem, quelle “disposizioni urgenti” che dovevano finalmente svelare la strategia meloniana per l’Africa sono rimaste poco più che propaganda e il mistero della “scatola vuota” – così il fronte dem, con capofila Laura Boldrini, definisce il Piano – resta tale. Al punto che per paradosso l’unico che sembra avere la premura di riempirla, quella scatola, è proprio il Pd. Lunedì scorso, in commissione Ambiente la maggioranza non ha proposto nuovi stanziamenti per il Piano Mattei da inserire nel decreto “Infrastrutture”. A farlo, sorpresa!, sono stati invece Pd e Avs. “Nessuna sorpresa – puntualizza Quartapelle – noi non ci tiriamo indietro. Riconosciamo quanto sia ambizioso questo progetto. Ma proprio perché prendiamo sul serio l’iniziativa non accettiamo la scatola vuota”. 

 

 

E’ noto che il piano sia alimentato da soldi già stanziati per altri settori. Meloni aveva parlato di 5,5 miliardi di euro, ma di questi 3 sarebbero stati dirottati dal Fondo per il clima e altri 2,5 dalla Cooperazione allo sviluppo. Nel decreto dello scorso gennaio, non si è andati oltre un tesoretto da 500 milioni di euro, tutti da spendere per tenere in piedi la macchina organizzativa che dovrebbe stare dietro al Piano Mattei, la “cabina di regia” la chiama il governo, che coinvolge ministeri e società civile. Per questo, il Pd ha chiesto in commissione almeno di raddoppiare la somma, passando a un miliardo di euro per gli anni 2024, 2025 e 2026 e aumentando a 800 milioni la garanzia del ministero dell’Economia. Per il Pd è il minimo sindacale: “Finora non sono state stanziate risorse in più e non so come si possa pensare di attuare un piano del genere per 54 stati africani” – contesta Quartapelle – Lì la Cina spende  10 miliardi di dollari all’anno. E’ credibile per noi contendere quella sfera di influenza con poche centinaia di milioni?”. Se sul denaro da destinare all’Africa mancano certezze, pure sul fronte dei contenuti il governo latita e non ha ancora fornito indicazioni su quali progetti intenda avviare nel concreto. Per questo si attendeva con interesse la relazione del 30 giugno, per avere uno stato dell’arte di quanto fosse stato realizzato finora. Speranza vana: “Mi chiedo, allora – continua Quartapelle – quale sia il piano per il Mozambico. Quale per l’Etiopia e per il Ghana? E cito non a caso tre paesi in cui l’Italia è presente da tempo”.

 


Meloni tira dritto e a distanza di un paio di mesi dall’ultima volta sbarca a Tripoli accompagnata dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, convinta di avere in mano le carte e i numeri giusti. E i numeri più aggiornati sul dossier più impellente per il governo – quello dell’immigrazione – parlano di risultati soddisfacenti. Secondo le statistiche pubblicate ieri da Agenzia Nova, dall’inizio dell’anno sono sbarcati in Italia 30.348 migranti,  meno 60 per cento rispetto al 2023. E poi sono diminuiti anche gli eventi Sar – quelli di search and rescue – di quasi il 67 per cento rispetto all’anno precedente. Di contro, si registra un amento dei salvataggi compiuti dalle navi umanitarie pari a circa il 50 per cento rispetto al 2023, a conferma che la linea del governo nei confronti delle ong è oggi ben più conciliante di quanto ci si potesse aspettare a inizio legislatura. Quel che i dati del Viminale però non dicono lo raccontano invece quelli dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, che registra un aumento nei respingimenti compiuti dalla Guardia costiera libica: 10.463 sono state le persone intercettate e rispedite indietro dall’inizio dell’anno dalle autorità di Tripoli, in aumento rispetto al 2023. I migranti non si sono fermati, insomma, ma continuano ad accalcarsi fra Tunisia e Libia, solo che da noi ne arrivano di meno. Sulle modalità su come questo tappo stia funzionando, Italia ed Europa danno una rilevanza sempre più marginale. “Il Piano Mattei non dà risposte sul fronte della stabilità politica del quadrante per noi più strategico, quello del Nord Africa e del Sahel – è la critica di Quartapelle – e se il governo crede di potere contendere questa regione a Cina e Russia semplicemente investendo qualche milione di euro e approfittando del ritiro dei francesi allora è vittima di un’illusione”. 

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  • Luca Gambardella
  • Sono nato a Latina nel 1985. Sangue siciliano. Per dimenticare Littoria sono fuggito a Venezia per giocare a fare il marinaio alla scuola militare "Morosini". Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia. Ho vissuto a Damasco per studiare arabo. Nel 2012 sono andato in Egitto e ho iniziato a scrivere di Medio Oriente e immigrazione come freelance. Dal 2014 lavoro al Foglio.