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editoriali

Dal Pd a FdI, partiti italiani allo sbando sulla risoluzione sull'Ucraina

Confusione italiana a Bruxelles: il Pd vota come i Patrioti di Bardella sull'uso delle armi occidentali "contro obiettivi militari sul territorio russo”. Forza Italia vota a favore anche se Tajani dice che il governo è contrario. Imbarazzo di FdI su Orbán in Russia

Il Parlamento europeo ha approvato, con 495 voti favorevoli 137 contrari e 47 astensioni, una risoluzione che definisce la prima posizione ufficiale della nuova assemblea sulla guerra in Ucraina. Il testo ribadisce il costante sostegno all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina nei suoi confini storici, così come riconosciuti dalla comunità internazionale. Inoltre invita l’Unione europea a mantenere ed estendere le sanzioni nei confronti della Russia, cercando di chiudere le scappatoie che ne consentono l’elusione. Si tratta, però, di un voto che ha visto le forze politiche italiane andare in ordine sparso e spesso contraddittorio.

Il Pd, come era prevedibile dalle candidature, si è spaccato: Strada e Tarquinio si sono astenuti. Ma è accaduto qualcosa di più sul paragrafo che ribadisce l’autorizzazione all’uso delle armi occidentali fornite all’Ucraina “contro obiettivi militari sul territorio russo”. Il Pd ha votato contro, in dissenso rispetto al gruppo S&D che ha votato a favore e come i Patrioti della destra radicale di Jordan Bardella (Picierno e Gualmini si sono astenute, in dissenso dal gruppo). I Verdi italiani, invece, hanno votato contro tutta la risoluzione, all’opposto del loro gruppo dei Greens invece favorevole. Singolare anche la posizione dei parlamentari di Forza Italia, che invece hanno votato a favore dell’uso delle armi in territorio russo (come il Ppe), sebbene il ministro degli Esteri  e leader di FI Antonio Tajani abbia detto che il governo “è contrario”, esattamente come il Pd. Dall’altro lato è singolare anche la posizione del partito di Giorgia Meloni, che si è astenuto sul paragrafo (comunque approvato) che condanna la recente visita diplomatica del primo ministro ungherese Viktor Orbán in Russia perché in violazione dei trattati e della politica estera comune. FdI aveva criticato l’iniziativa di Orbán, ma non ha votato contro. Per le delegazioni italiane un inizio all’insegna della confusione. 

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