L'intervista

Di Maio: "Ursula merita il bis e Meloni metterà al centro l'interesse nazionale. Conte? Rischia il sorpasso di Avs"

Simone Canettieri

Parla l'ex leader del M5s e attuale inviato Ue nel Golfo: "Von der Leyen merita piena fiducia, la premier non sottovaluterà il momento storico anche se Salvini non sarà contento. Il M5s ormai usa la tecnica morettiana di Ecce bombo"

Qui a Roma non si respira.

“Si figuri in Bahrain, l’altro giorno erano 50 gradi”.

Luigi Di Maio risponde al Foglio da Bruxelles. L’ex capo del M5s, già vicepremier e pluriministro nella passata legislatura, ora è inviato speciale della Ue nel Golfo. Mancano 24 ore al voto  su Ursula von der Leyen.

Di Maio, secondo lei i partiti italiani come dovrebbero comportarsi?

“Persone molto più esperte di me vi diranno che ogni decisione a Bruxelles è sempre frutto di un accordo. Qui ‘compromesso’ non è una brutta parola ed è assolutamente comprensibile che i partiti  in questo momento stiano ponendo delle condizioni per votare la presidente uscente”. 

E quindi?

“Credo i partiti italiani debbano ragionare su due piani”.

Il primo?

“Riguarda le persone da votare. Roberta Metsola ha registrato fiducia bipartisan: è una grande rappresentante delle istituzioni europee. Anche Ursula von der Leyen ha dimostrato di essere più che all’altezza del suo ruolo e merita la piena fiducia”.

Quest’ultima indicazione è già una notizia. Il secondo livello di cui parla?

“L’interesse nazionale, e quindi mi auguro che durante i negoziati di queste ore i partiti facciano tutti gli sforzi possibili per mettere al centro dei compromessi le imprese italiane, il pilastro sociale, nuovi strumenti per finanziare l’istruzione e la sanità, politiche per i giovani e ovviamente una più sostenibile flessibilità di bilancio”.

Se il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, dovesse votare contro Ursula quali sarebbero le conseguenze per l’Italia?

“E’ sbagliato parlare di conseguenze. Sono convinto che la premier, anche da leader di partito, farà tutto il possibile per agire nell’interesse nazionale, soprattutto alla luce del momento storico”.

Giorgia per Ursula, dunque.

“In ogni caso in Consiglio europeo l’Italia avrà sempre un voto determinante, perché le decisioni vengono prese quasi sempre all’unanimità. Inoltre se posso aggiungere...”.

Prego.

“In questo governo ci sono figure come Raffaele Fitto e Antonio Tajani che sono profondi conoscitori delle dinamiche europee e che hanno tutti gli strumenti per affrontare con la massima lucidità le imminenti decisioni”.

Ma l’Europa quali conseguenze trarrebbe dal no del partito della premier?

“L’Ue è una macchina estremamente complicata e assolutamente strutturata: Commissione, Consiglio, Parlamento, le famiglie politiche, la burocrazia. E’ difficile dire quale di queste parti come e se reagirà. A ogni modo ritengo che l’ultimo anno e mezzo di cooperazione tra governo italiano e istituzioni europee sia stato eccellente”.

Qual è invece il giudizio di Di Maio su Ursula?

“E’ una persona che mantiene i patti. Nel 2019 come M5s e come governo italiano i nostri voti furono per lei determinati. I punti salienti erano bond comuni per gli investimenti e la direttiva sul salario minimo: punti rispettati. Inoltre ha affrontato la pandemia, la crisi dei vaccini, poi l’aggressione russa all’Ucraina e le conseguenti crisi energetiche. Tuttora affronta diverse sensibilità sul conflitto a Gaza dopo l’attacco terroristico di Hamas. Nessun presidente della Commissione ha vissuto qualcosa di simile”.

Ne sembra affascinato.

“E’ cronaca. E poi vedere Olaf Scholz proporla pubblicamente dice tutto: in Germania i Popolari e i Socialisti non sono più insieme nella grande coalizione, ma sono in una dinamica di maggioranza e opposizione: vedremo mai cose simili in Italia?”.

Temo di no. Ma in caso di sì Ursula da parte di Meloni si aprirebbe un nuovo scenario politico?

“Salvini non sarebbe contento”.

Il M5s, il suo ex partito, ha votato Metsola e dirà no a Ursula.

“E’ la tattica ‘Ecce bombo’: mi si nota di più se voto a favore o voto contro? Ho rinunciato a comprendere le loro strategie. E non sono nemmeno l’unico. A meno che non fosse un loro obiettivo ottenere il 9,99 per cento alle europee…”.

I Patrioti orbaniani, di cui fa parte anche Salvini, rappresentano un rischio per la stabilità europea alla luce delle elezioni americane?

“A me preoccupa di più l’effetto che questi producono sui partiti non sovranisti. Il rischio è che a volte, per inseguirli, i partiti tradizionali finiscano per attuare il programma dei loro oppositori”.

I Patrioti sono i migliori alleati di Putin?

“Purtroppo queste posizioni sono sia nella estrema destra europea che nella estrema sinistra europea. Io ho lasciato il mio partito per questa ragione”.

C’è il rischio che Salvini faccia un nuovo Papeete davanti a un voto favorevole di Meloni a Ursula?

“Mi consenta una battuta: il cosiddetto Papeete non è una decisione razionale, ma un raptus che arriva tra un Mojito e un pezzo di Bob Sinclair. Nessuno è in grado di prevederlo. Non lo vedrete arrivare”.

L’affermazione di Schlein e del Pd quanto è esiziale per il M5s? Conte rischia di essere scavalcato anche da Avs?

“Gianroberto Casaleggio diceva sempre che più porti a sinistra il M5s, all’estrema sinistra, più lo chiudi in un angolo, dove non puoi pensare di competere con marxisti e trotskisti? Quindi sì, la sua preoccupazione è legittima”.

Ci proviamo: chi ha votato alle europee?

“Per la prima volta in vita mia ho vissuto queste elezioni senza dover fare campagne elettorali e tra l’altro senza dover rispondere del voto dato o del risultato ottenuto. Mi lasci naufragare in questa stupenda sensazione”.

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.