Vannacci resiste

“Le Pen mi ha silurato? Questioni di lana caprina. Meloni? Ora è vannacciana”. Parla il generale

Gianluca De Rosa

“Ci ha messo un po', ma finalmente la premier si comporta come noi patrioti”, ci dice il generale Vannacci. E sulla diffidenza di Le Pen e Orban sminuisce: "Sulla mia vicepresidenza decideremo tutti insieme"

Generale Roberto Vannacci, ma lei resterà vicepresidente dei Patrioti europei? Leggiamo che l’hanno silurata.  “In teoria ci sono state delle elezioni formali, ma qualcuno la vede diversamente, ne parleremo e capiremo insieme la configurazione finale, ma sono questioni di lana caprina”. E del “no” di Meloni a von der Leyen cosa pensa?  “Mi rallegro. Significa che, anche se con un po’ di ritardo, pure loro hanno capito che quella è la rotta sbagliata e adesso sono sulla nostra stessa posizione”. E insomma è contento, Roberto Vannacci. Meloni si è “vannaccizzata”, si potrebbe dire. “I colleghi di FdI ci hanno messo un po’ a capire ma finalmente siamo insieme dalla parte giusta contro un’idea di Europa che non va bene, non guarda al benessere e alla ricchezza dei suoi cittadini e continua invece con una guerra che vogliono sia, come ha detto von der Leyen nel suo discorso, ‘fino alla vittoria’, una vera follia e un insensato doppio pesismo con la giusta richiesta di un immediato cessate il fuoco a Gaza che andrebbe chiesto anche per l’Ucraina”. E però se FdI ha trattato fino all’ultimo è perché Giorgia Meloni sperava di garantire all’Italia un commissario di peso nella nuova commissione. E’ stato un tatticismo corretto? “Non do consigli a nessuno anche perché sono alla mia prima esperienza politica –  premette il generale – ma per il mio carattere era giusto dire di no subito. Bisogna andare diritti verso i propri obiettivi, se una cosa non funziona non funziona, c’è poco da fare. Non si va con il cappello in mano sperando di ottenere una cosa per poi avallare un modello che non ti piace, così si diventa complici invece di essere quelli che vogliono cambiare la rotta, per fortuna  è andata così”. ù

 

Intanto però von der Leyen, come da pronostici, ha ottenuto lo stesso il bis. “Purtroppo sì”, riconosce Vannacci. “Sono profondamente deluso e mortificato perché per quanto fossi convinto che i giochi fossero ormai fatti speravo ancora che potesse esserci un colpo di scena, invece così abbiamo firmato per altri cinque anni di disgrazia in Europa, noi come gruppo dei patrioti faremo di tutto per limitare i danni, cercando di essere il più efficaci e influenti possibile, anche con un’opposizione non convenzionale e senza esclusione di colpi”. Cosa intende generale? Farete opposizione anche fuori dal Parlamento, manifestazioni, intemerate in paracadute? “Guardi – risponde – per mentalità e storia personale non sono un manifestante, ma in questo anno di improvvisa notorietà ho capito l’importanza della comunicazione, su questo voglio insistere: userò qualunque mezzo per informare i cittadini italiani ed europei delle magagne che avvengono a Bruxelles e Strasburgo”. Aprirà una newsletter, la e-news di Roberto Vannacci come quella di Matteo Renzi? “E’ un’idea, sicuramente userò con costanza le mie pagine social, YouTube e anche tutti i media tradizionali per sfruttare al massimo ogni canale di comunicazione per denunciare ai cittadini ogni errore di questo scellerato nuovo governo europeo, anche con iniziative sensazionali, d’altronde  dicono che io sia un provocatore, ma magari provocando si possono ottenere dei risultati”. 


Cambiando argomento, resta un mistero: lei è o non è il vicepresidente del gruppo dei Patrioti? Rassemblement national e Fidesz hanno dato parere negativo alla sua nomina mercoledì? “Guardi – risponde Vannacci – c’è poco da dire: il gruppo si è appena formato e si deve cristallizzare per raggiungere la sua forma definitiva, ci sono in tutte le nazioni sensibilità diverse, l’importante è trovare soluzioni. Nelle prossime settimane ci parleremo e capiremo la conformazione finale del gruppo senza amplificare questioni che non esistono”. Ma lei resterà vicepresidente? “Le ho detto, in teoria ci sono state delle elezioni formali, ma qualcuno la vede diversamente, ne parleremo e capiremo insieme la configurazione finale, ma sono questioni di lana caprina”. I giornali francesi l’hanno fatta passare per un omofobo e adesso anche Le Pen la guarda con diffidenza? “I giornali francesi hanno scritto un decimo di quello che hanno fatto i giornali italiani che per un intero anno, da quando è uscito il mio libro il 17 agosto 2023, mi hanno descritto come il mostro di Firenze, mi hanno accusato di cose false, mi volevano degradato e rimosso anche dalle gerarchie militari, ma i giudici hanno detto che sono innocente. Nonostante tutto sia stato archiviato,  per i guardiani della morale io devo essere messo lo stesso al rogo. Il mio libro ha avuto un successo internazionale e così adesso, con tempistiche diverse, alcune cose si stanno replicando anche in altri paesi, spero francamente non con la faziosità che c’è stata in Italia”.


A proposito di indagini, che deve fare il governatore della Liguria Giovanni Toti, agli arresti domiciliari perché indagato per corruzione e finanziamento illecito? Deve dimettersi? “Siamo ancora alle indagini preliminari come si fa a chiedere a un presidente di regione di dimettersi per questo? Prima vanno appurati i fatti”.