Matteo Renzi (Ansa)

svolta a sinistra

Renzi apre al M5s e al campo largo: "E' l'unica alternativa a Meloni. Basta veti reciproci". Calenda lo attacca

L'ex premier dopo le aperture di Schlein: "Anche noi abbiamo un obbligo, non possiamo mettere veti sugli altri, a cominciare dai Cinque Stelle. Il nostro consenso può fare la differenza". Il leader di Azione: "Se deve allearsi una volta con i nazisti dell’Illinois e una volta con i marxisti-leninisti lo fa". E Marattin chiede che ogni decisione sia lasciata alla base di Iv

Oltre agli abbracci e alle affinità calcistiche – dice Matteo Renzi – c'è di più: "Fine dei veti". L'alleanza con Schlein e Conte? "Non solo è possibile ma è anche l’unica alternativa per evitare che ci teniamo per lustri Giorgia Meloni con sorelle, cognati e compagnia cantante". L'ex premier parla al Corriere della sera e dopo tutta una serie di ammiccamenti nelle scorse settimane - dal referendum sull'Autonomia ai contatti tra Maria Elena Boschi ed Elly Schlein – mette in chiaro la posizione di Italia viva. "Per noi  è tempo di scelte. O si riapre la partita del Terzo Polo o si prende atto che il centro è decisivo solo se si allea in modo strutturale". 

Se si tratta di una reale apertura o di tatticismi in vista di una nuova, ennesima, mossa del cavallo è ancora presto per dirlo. Ma intanto: "Va costruita l'alternativa. Schlein ha detto: vogliamo costruire l’alternativa e per farlo non mettiamo veti. Questo significa che cade il veto che su di noi era stato messo nel 2022". Di conseguenza, è il ragionamento del senatore di Scandicci: "Anche noi abbiamo un obbligo, non possiamo mettere veti sugli altri, a cominciare dai Cinque Stelle. Il nostro consenso può fare la differenza in almeno una trentina di collegi marginali. Saremmo decisivi". 

Dal fronte grillino però la prima reazione non è stata delle più calde: "Renzi fino ad ora si è vantato di aver mandato a casa il governo Conte in piena pandemia, e oggi dice che Conte è assolutamente un suo interlocutore privilegiato? Beh, la politica per noi è una cosa seria", ha detto il leader del M5s, mostrandosi non proprio entusiasta. 

Tornando a Renzi, il leader di Iv ha infine spiegato che porterà la sua proposta, "un centro che guarda a sinistra", alla prossima Assemblea nazionale del partito. Un annuncio indigesto per Luigi Marattin che lavora da settimane alla ricostruzione di un Terzo polo autonomo da destra e sinistra - ha  anche lanciato una petizione in tandem con Enrico Costa di Azione con cui fa coppia fissa.

"Dopo la pesante sconfitta del 8-9 giugno, Matteo Renzi - Presidente di Italia Viva - aveva annunciato un Congresso di Italia Viva per fare due cose: scegliere la linea politica (tra “Margherita 2.0” e “nuovo Terzo Polo”) e, cosa molto meno importante, per scegliere il nuovo presidente nazionale", ha attaccato Marattin. Aggiungendo: "La prospettiva pare essere cambiata: a compiere la scelta più importante dalla nascita di Iv (cioè quale collocazione politica avere) non saranno gli iscritti ma l’Assemblea Nazionale, i cui membri sono tutti nominati da Matteo". 

 

Per Marattin insomma, che a inizio giugno si era di fatto candidato a essere il leader del partito per il dopo Renzi, è insostenibile stare con chi "vuole la patrimoniale, uscire dalla NATO, abolire il Jobs Act". E chiede che a decidere non siano i vertici di Iv ma la base. Sperando che la strada sia un'altra. La stessa forse che auspica anche Carlo Calenda, che ha commentato così le parole del suo ex amico-alleato: "Se deve allearsi una volta con i nazisti dell’Illinois e una volta con i marxisti-leninisti lo fa, questa è la modalità di fare politica di Matteo Renzi".


 

Di più su questi argomenti: