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Vandalismi inutili

Ecoestremisti, animalisti, antisemiti: ma che vi ha fatto l'arte di male?

Francesco Bonami

Nessun’opera cambia il destino dell’umanità. Cari attivisti della domenica, o trovate metodi più efficaci anche se meno mediaticamente visibili o dovete rassegnarvi. La vernice delle vostre azioni sarà insignificante

Ma che vi ha fatto l’arte? Viene voglia di chiedere a quelli che, per qualsiasi giusta, anche giustissima causa, attaccano le opere d’arte. L’arte veramente non fa male a nessuno e prenderla di mira è come buttare un secchio di vernice in faccia a un gruppo di bambini che escono dalle elementari. Non solo, se uno protesta seriamente o vuole – non lo suggerisco  fare il terrorista professionista, dovrebbe almeno correre qualche rischio maggiore e, anche se preferirei di no, fare danni peggiori. Invece al massimo il vandalo animalista o ecologista si prende una denuncia o una multa, stai a vedere che sarà. Come se i brigatisti rossi fossero andati a gambizzare la gente con delle pistole ad acqua, magari! Se uno pensa che i terroristi dell’11 settembre pur ammazzando  quasi tremila persone non hanno ottenuto altro alla fine che obbligarci a toglierci le scarpe ai controlli degli aeroporti, come può una persona che appiccica un pezzo di carta su un Monet pensare di cambiare i destini del mondo? Nessun tipo di arte cambia il destino dell’umanità, al massimo contribuisce a mutare, temporaneamente, il gusto estetico di una minuscola fetta del genere umano. In realtà è proprio l’insignificanza dell’arte che rende grave, anzi gravissima la violenza simbolica degli attivisti che senza assumersi né veri rischi né responsabilità creano un’atmosfera di odio senza offrire possibili soluzioni.

   

A New York un gruppo di persone mascherate ha imbrattato con slogan antisemiti la casa dove vive la direttrice ebrea del Brooklyn Museum Anne Pasternak, rea di non sostenere la causa palestinese attraverso le attività del museo. Non si capisce nemmeno come un museo potrebbe farlo e sicuramente non lo sanno nemmeno gli anonimi e vigliacchi vandali. Forse non sono vigliacchi quelli che buttano pasta e ceci contro la Gioconda ma certo sarebbero più efficaci se avessero il coraggio, e più che altro le capacità organizzative, per rubare il capolavoro di Leonardo chiedendo poi come riscatto l’approvazione di leggi e sanzioni a favore del clima o la chiusura di fabbriche di auto non elettriche o di altre industrie ad alto tasso inquinante. Dipingere il vetro che protegge il ritratto di Re Carlo, come hanno fatto gli animalisti, equivale a togliersi le scarpe prima di passare il metal detector all’aeroporto. La gente continuerà a mangiare bistecche. 

   
Il terrorismo artistico all’acqua di rose, come tutti i terrorismi anche quelli più radicali dimostrano, non servirebbe nemmeno se qualche eco-animalista decidesse di far saltare in aria il Louvre distruggendo tutte le opere d’arte e ammazzando migliaia di persone. Il mondo, superato il trauma, continuerebbe a funzionare come prima con tutti i suoi drammi, ingiustizie e difetti ma anche con tutte le sue qualità, fra le quali quella di non farsi intimidire dal bullismo attivista o terrorista che sia. Non solo. Volendo chiudere celebrando il cinismo assoluto di chi fa miliardi divorando il nostro pianeta, di un Monet in più o in meno non importa assolutamente nulla, così come a un terrorista di Hamas non importa nulla di qualche centinaia di bambini palestinesi mandati al macello. Paragonare un bambino a un opera d’arte può sembrare mostruoso, ma per chi sponsorizza il male è esattamente cosi. 

  

Quindi attivisti, animalisti, ecologisti della domenica: se volete cambiare il mondo, o trovate metodi più efficaci e meno social-mediamente visibili, o dovete mettervi  l’animo in pace. la vernice delle vostre azioni sarà tanto insignificante e piacevole allo sguardo come un tramonto di Monet.

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