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Tra roma e Bruxelles

Meloni: "Il no a von der leyen? Scelta di coerenza. Continueremo a collaborare"

"Mi sono comportata da leader europea. All’Europa è mancata spesso la politica, che è visione e decisione. Il metodo scelto per indicare gli incarichi Ue può compromettere entrambe le cose. Ripercussioni dopo il voto? Lettura surreale. Tutti riconoscono il peso dell'Italia", dice la premier

"Penso di avere fatto una scelta di coerenza, non sulle mie posizioni, ma rispetto alle elezioni europee. Mi fa sorridere come alcuni osservatori non tengano minimamente in considerazione che cosa i cittadini hanno chiesto con il loro voto dell’8 e 9 giugno", dice Giorgia Meloni. La premier parla al Corriere della sera dopo il voto di Strasburgo, in cui il Parlamento europeo ha votato per il bis di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea. Gli eurodeputati di Fratelli d'Italia si sono schierati contro la riconferma della presidente.

"Non ho scelto - spiega Meloni - in base a un principio o a uno schieramento ideologico. Ragiono per quello che è meglio per l’Italia e per l’Europa. La presidente ha detto cose che ci trovano d’accordo, in particolare sull'immigrazione, confermando il cambio di passo impresso soprattutto grazie al lavoro italiano. Ma ha anche detto cose che sia nel metodo sia nel merito non rendevano possibile il voto di Fratelli d’Italia". Scegliendo di votare no "mi sono comportata come si dovrebbe comportare un leader europeo perché mi sono chiesta se la traiettoria fosse giusta", aggiunge la premier.

"All’Europa è mancata spesso, soprattutto, la politica, che è visione e decisione. La ragione per la quale le cose rischiano di non funzionare nei prossimi anni è che il metodo scelto per indicare gli incarichi di vertice della Ue può compromettere entrambe le cose. Se cerchi di mettere insieme tutto e il contrario di tutto, alleando forze politiche che non la pensano allo stesso modo su nulla, rischi di non avere una visione chiara", spiega in un altro passaggio Giorgia Meloni. 

In ogni caso nulla è compromesso, sottolinea la presidente del Consiglio: con von der Leyen "abbiamo collaborato fino a ora e continueremo a farlo anche in futuro. Siamo persone che hanno delle responsabilità e ne comprendono il peso. L’Italia dipende da scelte europee, ma anche l’Europa dipende dall’Italia perché noi non siamo una provincia dell’impero. Siamo uno dei Paesi fondatori".


"Tutti riconoscono il peso e il ruolo dell’Italia e sono certa - assicura la presidente del Consiglio - che queste saranno le valutazioni che si faranno quando si definiranno le deleghe", dice ancora Giorgia Meloni. E per questo definisce "surreali" le letture di quanti temono ripercussioni sull'Italia per il posizionamento assunto dagli eletti di Fratelli d'Italia al Parlamento Ue.

Chi sarà il commissario europeo dell'Italia? Il ministro Raffeale Fitto? "Non parto dal nome, ma dalla delega. Quando capiremo, come spero, quale sia il tipo di materia che potrebbe essere affidata all’Italia individueremo, insieme alla maggioranza, anche la persona a nostro avviso migliore. La nostra priorità sono le deleghe di carattere economico, industria, competitività, coesione, che ci consentano di aiutare l’Italia e l’Europa". 
 

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