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lo scenario

Sulla riforma delle università telematiche si rischia un nuovo scontro Lega-FI

Luca Roberto

Un nuovo fronte all'interno della maggioranza potrebbe essere la disciplina del settore degli atenei online. La Lega sarebbe favorevole a una proroga delle regole attuali, come ha già chiesto all'inizio dell'anno, mentre la ministra Bernini lavora a un testo con il coivolgimento della Crui

E se dopo gli screzi sul nuovo codice della strada, dopo le divergenze d’opinione sulla nuova maggioranza europea, Lega e Forza Italia nelle prossime settimane fossero pronte a scontrarsi su un altro dossier caldo, ovvero la riforma delle università telematiche? L’uniformazione di un settore che tuttora vive in deroga rispetto alla generalità degli atenei italiani è in programma da tempo. E il ministero dell’Università e della Ricerca si è prefisso di arrivare a risultati concreti nell’arco di questa legislatura. La scorsa settimana, prima che deflagrasse la polemica con la Conferenza dei rettori, la ministra del’Università Anna Maria Bernini, esponente di Forza Italia, aveva chiesto agli stessi vertici degli atenei di sedersi a parlare anche di riforma del sistema delle telematiche. Questo nella convinzione che una riforma del settore, dal rapporto tra numero di docenti e numero di studenti fino alla fissazione di standard qualitativi nella didattica, debba essere condivisa dall’intero sistema universitario italiano. Di modo che, ad esempio, l’aumento della qualità dell’offerta formativa online possa prevedere anche maggiori spazi di didattica sul web per le università tradizionali. Con la premessa che “il ministero non fa il lavoro dell’Antitrust”. Ma l’inciampo sui fondi, con i rettori che hanno accusato il ministero di aver tagliato mezzo miliardo di euro, ha un po’ rallentato l’interlocuzione sul punto. In questo clima d’incertezza, quindi, starebbero riprendendo vigore le pressioni leghiste. Che mirano a far sì che ci possa essere, chissà, un rinvio dell’applicazione del nuovo assetto. Magari di un altro anno.

 

La Lega già in passato ha cercato di “congelare” la discussione. A gennaio scorso un emendamento al Milleproroghe a prima firma Edoardo Ziello, chiedeva proprio, per le telematiche, che “gli indicatori relativi all’autovalutazione, valutazione, accreditamento iniziale e periodico delle sedi e dei corsi di studio trovino applicazione non prima dalla definizione dell’offerta formativa dell’anno accademico 2024/2025”. Dopo che però il governo, a partire dalla ministra Bernini, aveva espresso parere contrario, i parlamentari della Lega si accontentarono di affrontare la questione in un “ordine del giorno”. Adesso che quel termine (a settembre dovrebbe entrare in vigore il nuovo assetto) si appropinqua, insomma, l’intenzione, almeno della Lega, sarebbe quella di guadagnare altro tempo. Questo anche perché il documento con le proposte di riforma del settore, stilato dall’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur), arriverà solo nelle prossime settimane. Quindi con un intervallo di applicazione piuttosto risicato.

 

Il partito di Matteo Salvini è quello che più è sembrato farsi interprete delle richieste piovute dal mondo delle università telematiche. Di certo c’è che tra i finanziatori della Lega in questi ultimi anni ci sono anche i player dell’istruzione online come E-Campus. L’interesse leghista si è sostanziato anche nella costituzione di uno specifico intergruppo parlamentare con l’obiettivo di elaborare proposte in questo ambito, presieduto proprio dall’onorevole Ziello. L’approccio del ministero dell’Istruzione è stato più improntato a una condivisione che coinvolga, per l’appunto, anche le università tradizionali e la stessa Crui. Che non a caso, per bocca della presidente Iannantuoni, ancora settimana scorsa è tornata a parlare della riforma delle telematiche come di una priorità.

E’ come se, nel bel mezzo di un clima di tensione che ha costretto pezzi di maggioranza a chiedere di abbassare i toni (“se FI e Lega continuano così, porremo una questione di politica”, ha detto il vice capogruppo di FdI al Senato, Raffaele Speranzon), dopo le scaramucce su codice della strada e le accuse di “inciucio” a Strasburgo, sulla disciplina di un settore così complesso si possa prefigurare un nuovo scontro all’interno della maggioranza. Con da una parte una ministra che di fughe solitarie in avanti non vuole sentir parlare. E un partito che sembra sempre di più rispondere alla linea del suo segretario: nel dubbio, andiamo per la nostra strada.

  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.