nomine in europa tra i dem
Il maresciallo Decaro: Schlein gli cede l'unica commissione del Pd a Bruxelles
L’ex sindaco di Bari s’impunta e ottiene la presidenza della commissione Ambiente. È stato appena eletto a Bruxelles ma tutti sanno che tra un anno torna in Puglia. Via libera a Zingaretti capodelegazione
Il Pd brussellese cede alla volontà del “maresciallo” Decaro. A pochi giorni dal voto sulle commissioni parlamentari all’Eurocamera, l’ex sindaco di Bari sente puzza di “zero tituli” per sé e, sbattendo sul tavolo le sue 500 mila preferenze, ribalta le trattative e, nonostante sia a Bruxelles da tre settimane, incassa la nomina a presidente della commissione Ambiente (Envi). Si sblocca anche la questione del capodelegazione, con un via libera a Nicola Zingaretti, dopo settimane di mediazione, e l’invenzione di uno strano “voucher” per placare l’ira di Irene Tinagli.
La corrente di Elly Schlein si assicura così i due ruoli politici di vicepresidente del gruppo dei Socialisti&Democratici, affidato a Camilla Laureti, e capodelegazione Pd, nelle mani di Nicola Zingaretti. Lo schema prevede invece che alla minoranza riformista, che in realtà a Bruxelles è la maggioranza, vadano ruoli istituzionali, come la presidenza dell’Envi a Decaro e la vicepresidenza dell’Eurocamera già affidata a Pina Picierno. Lascia la guida della delegazione Brando Benifei, che ottiene però la presidenza della delegazione per i Rapporti Usa-Ue dell’Eurocamera in pieno anno elettorale americano.
Si chiudono così settimane di nervosismo dovute al fatto che la pattuglia dem si è trovata su una barca troppo stretta per le ambizioni di tutti. A rendere tutto più complicato è stata anche la disattesa promessa di avere la guida di due commissioni in cambio della rinuncia, chiesta da Schlein, alla guida del gruppo dei Socialisti Ue in favore dell’amica spagnola García Pérez. Ma grazie al “biscotto spagnolo” al Pd è rimasta la presidenza di una sola commissione, e il pugliese ha imposto il suo grado sui colleghi, guadagnandosi in delegazione il soprannome militaresco.
Per la guida dell’Envi, in realtà, fino a pochi giorni fa era prevista Alessandra Moretti, già veterana dell’Eurocamera e preparata sul tema della salute, tra i pilastri del portfolio della commissione Envi. Ma la delegazione ha ceduto alla spinta del pugliese, con cui però Moretti avrebbe siglato un informale patto di successione, spiegano al Foglio fonti parlamentari. Tutte le cariche istituzionali dell’Eurocamera, infatti, si rivoteranno tra due anni e mezzo, e Decaro avrebbe promesso a Moretti un’alternanza alla guida dell’Envi. Ma cosa farà l’ex sindaco nel 2026 non è ancora chiaro. L’anno corrisponde infatti alle prossime regionali pugliesi, obiettivo su cui si dà per scontato che Decaro intenda planare direttamente da Bruxelles, ma su cui pesa l’incognita di Michele Emiliano, che potrebbe invece anche cercare un terzo mandato. Se così fosse, allora per Decaro la permanenza a Bruxelles si allungherebbe fino a fine mandato nel 2029, riportando probabilmente il barese a bussare alla porta della vicepresidenza dell’Eurocamera.
Ipotesi contro cui è pronta alle barricate Irene Tinagli, l’ex presidente della commissione Economia (Econ), che, essendo rimasta fuori dalla partita delle nomine, sta sollevando un caso in delegazione sulla sua collocazione. Dopo il pasticcio della scorsa legislatura infatti, quando per volere di Schlein i dem votarono contro il Patto di stabilità negoziato da Paolo Gentiloni, il Nazareno ha ora deciso che la Econ non è più strategica per i piani del Pd, puntando sulla più spendibile Envi e freddando le aspirazioni di Tinagli di essere riconfermata già adesso in un ruolo istituzionale.
Durante l’elezione di Zingaretti, Tinagli avrebbe infatti chiesto che fosse messo a verbale che la posizione di vicepresidente dell’Eurocamera, in quota Pd, tra due anni e mezzo spetti a lei. Ma sulla tenuta del patto non tutti sono d’accordo. “Sostanzialmente Zingaretti le ha staccato un voucher sulla cui validità però ho i miei seri dubbi”, ironizza un delegato dem. A Tinagli però potrebbe andare nel frattempo la presidenza della commissione speciale sulla Casa, una commissione speciale da creare quest’autunno in parallelo con l’istituzione di un commissario alla Casa nella prossima Commissione Ue, come richiesto proprio dai socialisti a Ursula von der Leyen.
Tra due anni e mezzo, però, si riapriranno diverse partite, tra cui anche quella del presidente dell’Eurocamera, che spetta a un socialista, sempre che il Ppe rispetti i patti, e che fa gola anche ad alcuni italiani. Tornerà sul tavolo anche la posizione di capogruppo dei Socialisti Ue, vecchio pallino di Nicola Zingaretti, e questa volta, visti gli scarsi frutti dell’attuale accordo con i socialisti spagnoli, la pattuglia dem potrebbe essere meno incline a fare regali.